Mercati asiatici contrastati al traino della Fed

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Il punto della mattinata. Il Ftse Mib segna -1,38%, il Ftse Italia All-Share -1,25%, il Ftse Italia Mid Cap -0,51%, il Ftse Italia Star -0,37%.

Le principali Borse europee hanno aperto l’ultima seduta della settimana all’insegna dell’incertezza. Dopo un avvio sulla parità gli indici hanno perso terreno. Il Dax30 di Francoforte ora cede lo 0,2%, il Cac40 di Parigi lo 0,5%, il Ftse100 di Londra lo 0,1% e l’Ibex35 di Madrid lo 0,5%.

Nel mese di luglio i prezzi alla produzione sono calati in Germania del 2,0% su base annua, in lieve miglioramento rispetto al 2,2% di declino registrato in giugno e contro il 2,1% atteso dagli economisti. Su base mensile la lettura è invece per un progresso dello 0,2% in frenata rispetto allo 0,4% di giugno e contro lo 0,1% di crescita del consensus del Wall Street Journal.

Future sugli indici azionari americani in ribasso dello 0,2% circa.

Tokyo in leggero rialzo con il Nikkei 225 che chiude a +0,36%. Borse cinesi poco mosse: l’indice CSI 300 di Shanghai e Shenzhen termina a +0,02% circa, l’Hang Seng di Hong Kong al momento segna -0,3% circa.
Le chiusure della seduta precedente a Wall Street: S&P 500 +0,22%, Nasdaq Composite +0,22%, Dow Jones Industrial +0,13%.

Euro in arretramento contro dollaro dal massimo da fine giugno a 1,1360 toccato ieri sera. EUR/USD al momento tratta a 1,1330 circa.

Mercati obbligazionari eurozona incerti. Il rendimento del Bund decennale scende di 1 bp a -0,08%, quello del BTP sale di 2 bp all’1,10%. Lo spread sale di 3 bp a 118.

Vendite sui titoli finanziari. Arretrano i bancari con BP Milano (-2,4%) e Intesa Sanpaolo (-1,9%), deboli gli assicurativi Unipol GF (-2,8%), UnipolSai (-2,3%) e Generali (-2,1%), male il risparmio gestito con Azimut Holding (-2,2%).

Borse asiatiche
Per i mercati asiatici è stata ancora una giornata contrastata, con lo sguardo puntato sull’altra parte dell’Oceano Pacifico. A tenere banco, infatti, sono le dichiarazioni di rappresentanti di spicco della Federal Reserve (Fed) come il “falco” William Dudley, capo della Fed di New York, o la “colomba” John Williams, che invece guida quella di San Francisco, che indicano concrete possibilità di un rialzo dei tassi d’interesse già in settembre.

Ipotesi che ha dato fiato al dollaro, scivolato ai minimi dallo scorso 24 giugno in scia alla pubblicazione delle minute relative all’incontro di 26-27 luglio del Federal Open Market Committee, che invece sembravano allontanare persino fino all’anno prossimo un nuovo rialzo dei tassi.

Indicazioni contrastanti che si sono riflettute anche nell’andamento della valuta nipponica nei confronti del dollaro e, di conseguenza, sulla performance di Tokyo. Il Nikkei 225 ha aperto in positivo, per poi virare in perdita, ma in chiusura ha alla fine segnato un guadagno dello 0,36% (l’indice più ampio Topix si è apprezzato invece dello 0,38%), con una flessione comunque ampiamente superiore al 2% nell’intera ottava. 
Seduta altalenante anche per Seoul, che chiude sulla parità (ma in negativo dello 0,03%).

In ogni caso, la seduta è stata complessivamente negativa per la regione, con l’indice Msci Asia-Pacific, Giappone escluso, in declino di oltre mezzo punto percentuale.

In vista della chiusura, Shanghai Composite e Shanghai Shenzhen Csi 300 si muovono in calo di circa lo 0,30% mentre lo Shenzhen Composite viaggia sulla parità, seppure in negativo.

La performance di Hong Kong è allineata a quella di Shanghai e l’Hang Seng perde circa lo 0,30% (come fa per altro anche l’Hang Seng China Enterprises Index, sottoindice di riferimento nell’ex colonia britannica per la Corporate China).

A Sydney l’S&P/ASX 200 guadagna invece lo 0,34% al termine delle contrattazioni sostenuto soprattutto dai titoli minerari. La seduta è invece contrastata per il settore bancario, dopo che Moody’s ne ha rivisto l’outlook da stabile a negativo

Borsa Usa
Ieri la Borsa di New York ha chiuso la seduta in leggero rialzo. Il Dow Jones ha guadagnato lo 0,13%, l’S&P 500 e il Nasdaq Composite lo 0,22%.

Nella settimana allo scorso 13 agosto le richieste di sussidi di disoccupazione sono calate a 262.000 contro le 266.000 della precedente settimana e le 265.000 del consensus. Si tratta della 76esima settimana consecutiva sotto quota 300.000, nella striscia più lunga addirittura dal 1970. Il numero totale di persone che chiedono l’indennità di disoccupazione è però cresciuto di 15.000 unità a 2,18 milioni.

Il Philadelphia Fed Manufacturing Index (che monitora l’andamento dell’attività manifatturiera nell’area della maggiore città della Pennsylvania) si è attestato in agosto a 2,0 punti, contro la lettura negativa per 2,9 punti di luglio e in linea con le attese degli economisti.

L’indice anticipatore elaborato dal Conference Board ha registrato in luglio un progresso dello 0,4% contro lo 0,3% atteso dagli economisti per una lettura invariata rispetto a giugno (in maggio la lettura era stata negativa per lo 0,2%).

I dati macro attesi oggi
Venerdì 19 agosto 2016

CA 14:30 CEST CPI           

CA 14:30 CEST Retail Sales