Meloni in Ue con priorità migranti e auto, oggi vertice su Ucraina

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Bruxelles, 18 dic. (askanews) – E’ ancora il tema dei migranti la priorità di Giorgia Meloni nel primo Consiglio europeo della nuova legislatura, in programma domani a Bruxelles.

Gli sherpa italiani hanno lavorato – con successo, secondo fonti diplomatiche – per far inserire nelle conclusioni del summit un riferimento alle “soluzioni innovative” (modello Albania e simili) per la gestione della migrazione irregolare e un riferimento alla normativa sui rimpatri che la Commissione si è impegnata a presentare al più presto, assieme ad un invito a procedere “speditamente” alla sua approvazione.

Allo stesso tempo, a margine dei lavori di domani, è stato convocato un nuovo incontro dei Paesi interessati a discutere informalmente delle cosiddette “nuove soluzioni”, dopo quello che si era svolto all’ultimo vertice Ue in ottobre per iniziativa dei capi di governo di Italia, Olanda e Danimarca, aperto a tutti gli altri colleghi disposti a partecipare. Questa volta, secondo quanto hanno riferito fonti dilomatiche a Bruxelles, a ospitare l’incontro sarà la delegazione olandese, mentre in ottobre era stata qualla italiana. In quel caso avevano partecipato anche la Repubblica Ceca, la Svezia, Cipro, la Grecia, la Polonia, Malta e l’Ungheria (come Paese che esercita la presidenza semestrale di turno del Consiglio Ue), più la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen. Al centro della discussione dovrebbero esserci, secondo le fonti, la nuova proposta legislativa sui rimpatri, che von der Leyen ha annunciato per il mese di marzo, e soprattutto la possibilità di utilizzare i trattamenti preferenziali nel commercio e la liberalizzazione dei visti con i Paesi terzi sicuri che non intendono riprendersi i propri cittadini, emigrati illegalmente nell’Ue, a cui è stato rifiutato l’asilo e che dovrebbero essere rimpatriati. “Dobbiamo fornire incentivi ai paesi d’origine affinché si riprendano i loro migranti. L’asilo deve essere concesso a chi ha il diritto di averlo, ma l’opinione pubblica non capisce perchè coloro che soni stati soggetti a una decisione di rimpatrio, poi restino qui nei nostri paesi”, hanno concluso le fonti.

Altro tema che sta a cuore alla premier è quello della competitività europea e in particolare la crisi dell’automotive. Italia e Repubblica Ceca hanno presentato un “non-paper” in cui si chiede, tra le altre cose, di bloccare le multe per le emissioni alle case costruttrici e di rivedere lo stop ai motori endotermici nel 2035. Domani sia Meloni che il collega Petr Fiala torneranno a porre la questione nel corso della sessione dedicata al ruolo globale dell’Ue. “Abbiamo contestato – ha ribadito questa mattina in Senato la presidente del Consiglio – la corsa all’elettrico non molto sensata. Non abbiamo la tecnologia e le materie prime, quindi non è una strategia efficace. Sono soddisfatta e ottimista perché molti Paesi ci stanno seguendo su questa strategia, bisogna continuare a lavorare. Si tratta di difendere una filiera fondamentale dell’industria”.

Il maggiore fattore di incertezza per l’Ue resta comunque il ritorno alla Casa bianca di Donald Trump, in primo luogo per la guerra in Ucraina. Oggi a Bruxelles c’è il presidente Volodymyr Zelensky, che partecipa all’incontro a cena convocato dal segretario generale della Nato Mark Rutte, presenti la stessa Meloni, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, i ministri degli Esteri di Francia e Gran Bretagna (in rappresentanza di Emmanuel Macron e Keir Starmer), Ursula von der Leyen e il presidente del Consiglio europeo Antonio Costa. Sul tavolo proprio il sostegno a Kiev – in vista di un possibile disimpegno degli Usa – compreso l’eventuale invio di una forza di interposizione in caso dell’avvio di un processo di pace. “Non possiamo rinunciare ai nostri territori, la Costituzione ucraina lo proibisce”. De facto” Crimea e Donbass “sono attualmente sotto il controllo russo, ma non abbiamo la forza di reclamarli. Possiamo solo contare sulla pressione diplomatica della comunità internazionale per costringere Putin a venire al tavolo delle trattative”, ha ammesso oggi il leader ucraino. A lui i 27, anche domani, ribadiranno pieno sostegno, ma nessuno nasconde la preoccupazione di fronte alla prospettiva di dover fare a meno dell’impegno, fin qui determinante, di Washington.

Nel pomeriggio l’Europa Building ha ospitato il summit Ue-Balcani Occidentali. Sulla questione della loro adesione all’Europa la linea di Meloni (che ha avuto un breve colloquio con il primo ministro Albanese Edi Rama) è da sempre molto chiara: “L’ingresso dei Balcani occidentali nell’Ue sancirebbe finalmente il completamento della riunificazione dell’Europa. Dobbiamo riconoscere i progressi compiuti e premiare i loro sforzi”.