Meloni: Così cresceremo in America

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Abbiamo già incontrato in due precedenti interviste il vice ministro per lo sviluppo economico con delega al commercio estero Carlo Calenda e il presidente dell’agenzia Ice, Abbiamo già incontrato in due precedenti interviste il vice ministro per lo sviluppo economico con delega al commercio estero Carlo Calenda e il presidente dell’agenzia Ice, Riccardo Monti. Oggi incontriamo con la terza parte di questa ottima squadra, il direttore generale per la promozione del Sistema Paese presso il ministero degli Esteri, Andrea Meloni. Un recente studio di Prometeia dimostra come nel quadriennio 2013-2016 gli Stati Uniti continueranno a rappresentare la più grande opportunità per l’export mondiale, arrivando a quota 450 miliardi di dollari. Quali iniziative vedranno il Sistema Italia protagonista negli Stati Uniti, nel prossimo futuro? Il Nord America è ovviamente un mercato sul quale si punta fortemente, perché è un mercato che cresce molto per le nostre imprese. Ci sarà un grande sforzo sulla grande distribuzione, sulla parte agroalimentare, sull’Italian sounding; saranno anni di grande impegno e quindi dovremo lavorare ancora di più, molto insieme. Le risorse messe a disposizione dal Governo, radicalmente maggiori rispetto a prima, sono relative al biennio 2015/16. Lo sforzo coinvolge tutti, perché si tratterà anche di una maniera innovativa di fare promozione commerciale in giro per il mondo. In che modo possiamo fare sì che il grande amore degli italoamericani si possa tradurre in un aumento della nostra promozione sia culturale che commerciale? Forse una istituzionalizzazione dell’anno dell’Italia negli Usa, che tanto successo ha avuto nel 2013? L’Ambasciatore Claudio Bisogniero ha fatto un grande lavoro per assicurare tutta una serie di seguiti all’anno della cultura Italiana negli Stati Uniti del 2013: già nel 2014 ci sono stati numerosi importanti frutti di questo lavoro. Uno sforzo così grande, gestito e organizzato da parte del Ministero degli Esteri e dell’Ambasciata a Washington, ma sostenuto finanziariamente da imprese private, ha costituito un ottimo esempio di lavoro comune tra pubblico e privato. Va compreso quanto sia possibile ripetere o rendere seriale qualcosa così importante ma anche complesso. C’è un altro aspetto, poi: abbiamo interessi e necessità anche in tanti altri Paesi del mondo. Ad esempio, quest’anno faremo, di dimensioni più ridotte e tuttavia molto interessanti, un anno dell’Italia in America Latina, che sarà da metà del 2015 a metà del 2016. Questo, nella stagione in cui c’è anche l’Expo di Milano, ci porta un impegno notevole. Usa riferimento primario quindi? Un punto che desidero sottolineare è quello della straordinaria importanza della presenza negli Stati Uniti di un consistente nucleo di scienziati e ricercatori italiani. Questa è per noi una grandissima risorsa e opportunità per la crescita economica in Italia. Noi in quest’ambito abbiamo il ruolo dei facilitatori: mettiamo a disposizione i nostri contatti, la nostra rete di addetti scientifici e poi c’è un contatto diretto con i grandi centri di ricerca italiani. Ci aiuta a riassumere la rete istituzionale che rappresenta la promozione del Sistema Italia negli Stati Uniti? Attualmente la rete che abbiamo negli Stati Uniti è – ovviamente – la più grande che abbiamo nel mondo. Per quanto riguarda l’aspetto economico, oltre all’Ambasciata a Washington abbiamo nove Consolati, cinque uffici dell’Ice e un addetto finanziario della Banca d’Italia a New York. Ci sono anche le Camere di Commercio, certamente, ma in una posizione diversa, perché non sono direttamente organi dello Stato ma sono un esempio di successo di commistione pubblico/privato: però sono una componente molto importante del sistema Italia all’estero noi lavoriamo continuamente con loro e ci sentiamo sempre, sia noi qui a Roma con Assocamerestero, sia i nostri Ambasciatori e Consoli negli Stati Uniti (e nel mondo). A questa rete si aggiungono gli addetti scientifici, ne abbiamo uno anche per le questioni spaziali vista la rilevanza del comparto, e gli istituti di cultura. Come si prepara il ministero degli Esteri per l’Expo di Milano? Ora che il quadro dei Paesi partecipanti è chiuso e definito, ci stiamo occupando moltissimo delle attività che potranno essere svolte durante l’Expo; quindi non solo le visite dei membri dei Governi dei Paesi che hanno un padiglione in Expo, ma anche la volontà di fare del periodo dell’Expo una grande opportunità per le nostre imprese e le nostre regioni. A questo proposito, a dicembre abbiamo presentato qui in Farnesina il Sistema Italia, una serie di piattaforme per incontri business to business che sono state messe a punto da Agenzia Ice, Confindustria, Camera di Commercio di Milano: cose molto concrete per lo sviluppo del Made in Italy nel mondo.