Medici sul piede di guerra: 4 miliardi non bastano per Ssn, pronti alla mobilitazione

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Foto di Sasin Tipchai da Pixabay

Riprendono domani all’Aran le trattative per il contratto della dirigenza medica e sanitaria. Ma, stretta tra risorse contingentate e carenza di personale, la partita del rinnovo per il triennio 2019-21 non esaurisce le rivendicazioni dei sindacati medici, che si dicono “sul piede di guerra” e “pronti alla mobilitazione” in vista di un’altra fondamentale partita, ovvero le risorse per la sanità nella prossima Manovra.

“Per la sopravvivenza del Servizio sanitario nazionale servono almeno 4 miliardi aggiuntivi, di cui 2,7 miliardi solo per il rinnovo del contratto dei dirigenti sanitari medici e veterinari per il triennio 2022-2024”, spiega all’ANSA Pierino di Silverio, segretario dell’Anaao Assomed, il più rappresentativo sindacato dei medici dirigenti sanitari. I 4 miliardi, rivendicati anche dalle regioni e chiesti dal ministro della Salute Schillaci al Mef, però, non bastano, secondo il sindacato. “Occorre aumentare dell’1,5% – precisa di Silverio – la percentuale della spesa sanitaria pubblica rispetto al Pil, ora intorno al 6,1%”.

Intanto domani riprende la trattativa all’Aran: si discute ancora del contratto 2019-2021, perché il confronto sul triennio successivo è ancora da intavolare. Dalla reperibilità all’indennità specifica fino alla formazione continua, obiettivo dei sindacati è migliorare le condizioni di lavoro di 130.000 medici, dirigenti sanitari e veterinari. Dopo l’accelerata pre-vacanze, i nodi da sciogliere sono gli stessi che hanno portato le sigle a non accettare il testo proposto a luglio: in primis l’orario di lavoro e i fondi contrattuali. “Speriamo nel buon senso di tutti, in particolare delle regioni. Ma – spiega Di Silverio – siamo preoccupatissimi per le risorse in legge di Bilancio: non ci sono soldi, non solo per il contratto, ma in generale per la sanità pubblica e gli ospedali. Vedremo se sarà sciopero o manifestazione, ma se non ci sono risposte non resteremo con le mani in mano. Se la soluzione è bloccare tutto, siamo pronti a farlo”.