Medici, il programma di Scotti: Aggressioni e giovani i nodi da affrontare

117
in foto Silvestro Scotti, presidente dell'Ordine dei medici di Napoli

“É necessario continuare sulla strada intrapresa. In questi anni abbiamo seminato molto, ora c’è la necessità di raccogliere soprattutto sul fronte dell’interlocuzione e della partecipazione alle politiche sanitarie”. Questo lo spirito con il quale Silvestro Scotti, presidente dell’Ordine dei medici di Napoli, si appresta a iniziare il suo secondo mandato alla guida dei camici bianchi. Scotti, nel ricordare che nel triennio precedente l’Ordine ha stipulato ”diversi protocolli d’intesa” con la Regione e con altri Ordini professionali, afferma: ”Proseguiremo sulla via avviata a garanzia dei cittadini, ma anche per assicurare le necessarie trasformazioni di cui la sanità ha bisogno nel nostro territorio con l’obiettivo di un miglioramento delle condizioni di salute dei cittadini e di lavoro per i medici e non solo”. Tra le questioni da affrontare in questo secondo mandato spiccano il tema delle aggressioni al personale sanitario e l’accesso dei giovani medici nel mondo del lavoro. Sul primo fronte Scotti sottolinea che ”le questioni legate alle fasi organizzative della sanità in una regione commissariata come la Campania hanno fatto percepire all’utenza la prevalenza di meccanismi economici rispetto a quelli assistenziali”. ”Noi ci batteremo perché ci sia un’inversione di tendenza. Noi medici – prosegue – non siamo i nemici dei cittadini ed è paradossale che alla fine ci troviamo anche a subire aggressioni”. Secondo Scotti ”è necessario che ci siano provvedimenti di deterrenza perché spesso le aggressioni sono compiute da particolari fasce di popolazione, purtroppo presenti in alcuni dei nostri territori, e pertanto bisognerebbe che lo Stato proceda di ufficio in questi casi così come quando vittime di aggressioni sono i pubblici ufficiali”. Per quanto riguarda invece il tema del turn over e dell’accesso dei giovani, il leader dei medici napoletani dice che ”il modello concorsuale è troppo farraginoso e rischia di far perdere tempo mentre i giovani ci servono subito per dare una mano”.