Mecfond, Nugnes: la formazione va fatta in azienda, serve un cambio di direzione

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Da sinistra Giorgio Nugnes, Chiara Marciani, Luigi Razzano, Giuseppe Terracciano
di Paola Ciaramella
“Stamattina tocchiamo un tema, quello della formazione, che è molto importante, perché a tal proposito bisogna cambiare direzione”. Così il presidente di Mecfond Spa, Giorgio Nugnes, ha aperto il tavolo tecnico “Apprendistato. Imprese. Mezzogiorno”, ospitato venerdì 5 ottobre negli stabilimenti di Via Gianturco dell’azienda. Alla guida di un’impresa leader – in Italia e all’estero – nella progettazione, produzione e installazione di macchine complesse e di sistemi speciali, dedicati non soltanto al settore automobilistico ma anche al comparto aeronautico, Nugnes ha sottolineato la difficoltà di trovare personale qualificato: “Il nostro problema sono le risorse; io sono costretto a rifiutare commesse grosse. Abbiamo fatto un salto di qualità, ma non siamo pronti a fronteggiare le esigenze del mercato”. Da qui la necessità di “fare formazione in azienda, per almeno due anni, perché le persone devono entrare all’interno del ciclo produttivo”. L’iniziativa, organizzata insieme alle associazioni Percorso Entusiasmante, Ragione Pubblica, Demonline e Tempismo Democratico, è stata l’occasione per fare il punto sui contratti di apprendistato professionalizzante, con l’assessore regionale alla Formazione e alle Pari Opportunità, Chiara Marciani: “È giusto che il percorso formativo sia fatto in azienda – ha dichiarato –. E io credo che l’apprendistato risponda a questo requisito: ci può essere una parte in aula, come abbiamo previsto nell’avviso, ma si parla di 120 ore; dal momento che la professionalizzazione può durare fino a tre anni, quindi, la parte in aula non è l’elemento caratterizzante. Abbiamo stanziato 17 milioni sui tre avvisi dell’apprendistato e 4,2 milioni solo sull’apprendistato professionalizzante”, a cui si aggiunge il “bonus occupazionale di 7mila euro, per ripagare lo sforzo formativo dell’impresa e cercare di fidelizzare il rapporto tra quest’ultima e il giovane formato”. Marciani ha poi ricordato l’esperienza del sistema duale, ripresa dalla Germania e “adattata alla nostra regione: dopo la terza media i ragazzi vengono inseriti in un percorso professionalizzante che serve all’assolvimento dell’obbligo scolastico, ma soprattutto a farli avvicinare, a braccetto con le imprese, ad una professione. È un investimento che noi stiamo facendo con 18 milioni di euro, una sfida che in Germania ha portato a una riduzione drastica della disoccupazione”. E, ancora, “tra quindici giorni faremo un evento a conclusione del primo anno degli Ifts, che sono corsi annuali seguiti dai ragazzi nel post diploma. Ne abbiamo finanziati 23 in vari settori strategici – mare, meccanica, turismo –, stabiliti da noi insieme alle aziende. Più del 60% dei ragazzi è stato assunto a fine corso dalle imprese che erano partner del progetto”.
Alla mattinata, moderata dal presidente di Demonline, Luigi Razzano, hanno preso parte anche Giuseppe Terracciano, segretario generale Fim-Cisl Campania – che ha evidenziato come nel contratto nazionale dei metalmeccanici “sia stato inserito, per la prima volta, il diritto soggettivo della formazione dei lavoratori, un costo che deve darci la prospettiva delle nuove tecnologie di Industria 4.0” –, Giovanni Sgambati, segretario generale Uil Napoli, Fabio Avallone, esperto di Diritto del Lavoro, Ernesto Paolozzi, docente di Storia della Filosofia Contemporanea all’Università Suor Orsola Benincasa, e l’ingegnere e imprenditore Antonio Bassolino.
In foto da sinistra Giorgio Nugnes, Chiara Marciani, Luigi Razzano, Giovanni Sgambati
In foto Chiara Marciani durante il suo intervento
In foto da sinistra Giorgio Nugnes, Chiara Marciani, Luigi Razzano, Ernesto Paolozzi