M&E, in 2023 in Italia sul podio Rai, Sky e Mediaset

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Roma, 23 lug. (askanews) – Rai, Sky e Mediaset. Questi i primi tre gruppi sul podio dei ricavi nel 2023 nel comparto Media & Enterntainment italiano mentre prosegue inarrestabile la crescita delle piattaforme online. E’ quanto emerge dalla nuova edizione del Report Media & Entertainment elaborato dall’Area Studi Mediobanca con l’analisi del settore a livello mondiale e italiano. Il report analizza le performance dal 2019 al 2024 dei principali gruppi italiani e dei 21 maggiori player privati mondiali, di cui nove hanno sede negli USA, dieci in Europa e uno rispettivamente in Giappone e Sudafrica.

Secondo lo studio nel 2023 il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano è stato pari a €8,9 mld, in crescita dell’1,6% sul 2022, anno in cui aveva pressoché eguagliato i valori pre-pandemici (-0,1% 2022 su 2019). La ripresa ha interessato tutti i comparti: +0,2% la TV in chiaro (€4,8 mld), +3,0% la TV a pagamento (€3,4 mld) e +4,9% la radio (€0,6 mld). La TV a pagamento risente però di tendenze diametralmente opposte, con la Pay TV tradizionale che continua a calare (-4,9%), anche se con un’intensità minore rispetto agli anni passati, mentre i servizi S-Vod proseguono la crescita a doppia cifra (+10,4%). In forte aumento il peso specifico dello streaming che nel 2023 rappresenta il 53% dei ricavi della TV a pagamento (€1,8 mld), in rialzo di oltre 38 p.p. rispetto a cinque anni prima. I tre principali operatori (Rai, Sky e Mediaset) detengono congiuntamente circa il 70% dei ricavi televisivi nazionali, ma le piattaforme online continuano a erodere terreno, arrivando a rappresentare il 20% del settore nel 2023 (quasi 13 p.p. in più sul 2019). Rispetto al 2022, i ricavi pubblicitari sono invece cresciuti del 2,0%: +1,2% quelli della TV e +7,1 quelli della radio.

Nel 2023 i ricavi dei dieci principali operatori Media & Entertainment italiani sono complessivamente cresciuti del 1,6% sul 2022 (risultando però ancora inferiori del 6,9% rispetto al 2019), grazie alla continua espansione del segmento S-Vod (+9,2%) e alla ripresa del mercato pubblicitario (+3,0%). Ancora sottotono i ricavi della Pay TV (-4,9%).

Il panel si conferma fortemente concentrato, con i primi tre broadcaster tradizionali (Rai, Sky e Mediaset) che sviluppano il 77% del giro d’affari complessivo. In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2023 (€2,7 mld, +0,3% sul 2022), seguita da Sky (€2,1 mld, +2,3% sul 2022) e Mediaset (€2 mld, +2,5%). Prosegue la crescita esponenziale delle piattaforme online, ora attive anche nel mercato pubblicitario attraverso il lancio di offerte cosiddette Subscription AD-supported, con Netflix che nel 2022 (ultimi dati disponibili) ha registrato ricavi per €616 milioni grazie ai suoi oltre 5 milioni di abbonati.

Nonostante l’inasprimento del contesto competitivo, dovuto alla continua evoluzione tecnologica e alla crescente offerta, il settore nel 2023 mostra una certa stabilità dei livelli occupazionali sul 2022 (-0,9%). Rispetto al periodo pre-pandemico la riduzione degli organici è però più accentuata, principalmente in seguito al progressivo switch tra il business della TV lineare e la crescente offerta streaming, che è meno labour intensive della prima. L’ebit margin aggregato è ancora negativo (-1,4% nel 2023), ma in netto miglioramento (+4,0 p.p. rispetto al 2022). La non soddisfacente redditività dei principali operatori è una diretta conseguenza dell’ingresso nel settore dei cosiddetti OTT (come Netflix e Dazn).

Per l’intero 2024 si stima una crescita del 2% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, grazie alla prevista ripresa del mercato pubblicitario (+5%), trainato principalmente dagli importanti eventi sportivi dell’anno (in primis olimpiadi ed europei di calcio), alla continua crescita dei formati Subscription AD-supported e all’incremento degli abbonamenti ai servizi streaming, anche se con un impulso ridotto rispetto al passato. Con il segmento S-Vod sempre più competitivo e vicino alla saturazione, considerando anche la diminuzione del potere d’acquisto del consumatore medio, si intensificherà la competizione nelle offerte A-Vod (Advertising Video on Demand) e Subscription AD-supported (un ibrido tra S-Vod e A-Vod). È quindi lecito attendersi nel prossimo futuro un rallentamento delle sottoscrizioni a pagamento.

Nel 2023 il giro d’affari del settore radiotelevisivo italiano è stato pari a €8,9 mld, in crescita dell’1,6% sul 2022, anno in cui aveva pressoché eguagliato i valori pre-pandemici (-0,1% 2022 su 2019). La ripresa ha interessato tutti i comparti: +0,2% la TV in chiaro (€4,8 mld), +3,0% la TV a pagamento (€3,4 mld) e +4,9% la radio (€0,6 mld). La TV a pagamento risente però di tendenze diametralmente opposte, con la Pay TV tradizionale che continua a calare (-4,9%), anche se con un’intensità minore rispetto agli anni passati, mentre i servizi S-Vod proseguono la crescita a doppia cifra (+10,4%). In forte aumento il peso specifico dello streaming che nel 2023 rappresenta il 53% dei ricavi della TV a pagamento (€1,8 mld), in rialzo di oltre 38 p.p. rispetto a cinque anni prima. I tre principali operatori (Rai, Sky e Mediaset) detengono congiuntamente circa il 70% dei ricavi televisivi nazionali, ma le piattaforme online continuano a erodere terreno, arrivando a rappresentare il 20% del settore nel 2023 (quasi 13 p.p. in più sul 2019). Rispetto al 2022, i ricavi pubblicitari sono invece cresciuti del 2,0%: +1,2% quelli della TV e +7,1 quelli della radio.

Nel 2023 i ricavi dei dieci principali operatori Media & Entertainment italiani sono complessivamente cresciuti del 1,6% sul 2022 (risultando però ancora inferiori del 6,9% rispetto al 2019), grazie alla continua espansione del segmento S-Vod (+9,2%) e alla ripresa del mercato pubblicitario (+3,0%). Ancora sottotono i ricavi della Pay TV (-4,9%).

Il panel si conferma fortemente concentrato, con i primi tre broadcaster tradizionali (Rai, Sky e Mediaset) che sviluppano il 77% del giro d’affari complessivo. In termini di fatturato, Rai si attesta in prima posizione nel 2023 (€2,7 mld, +0,3% sul 2022), seguita da Sky (€2,1 mld, +2,3% sul 2022) e Mediaset (€2 mld, +2,5%). Prosegue la crescita esponenziale delle piattaforme online, ora attive anche nel mercato pubblicitario attraverso il lancio di offerte cosiddette Subscription AD-supported, con Netflix che nel 2022 (ultimi dati disponibili) ha registrato ricavi per €616 milioni grazie ai suoi oltre 5 milioni di abbonati.

Nonostante l’inasprimento del contesto competitivo, dovuto alla continua evoluzione tecnologica e alla crescente offerta, il settore nel 2023 mostra una certa stabilità dei livelli occupazionali sul 2022 (-0,9%). Rispetto al periodo pre-pandemico la riduzione degli organici è però più accentuata, principalmente in seguito al progressivo switch tra il business della TV lineare e la crescente offerta streaming, che è meno labour intensive della prima.

L’ebit margin aggregato è ancora negativo (-1,4% nel 2023), ma in netto miglioramento (+4,0 p.p. rispetto al 2022). La non soddisfacente redditività dei principali operatori è una diretta conseguenza dell’ingresso nel settore dei cosiddetti OTT (come Netflix e Dazn). Per l’intero 2024 si stima una crescita del 2% dei ricavi complessivi dei principali operatori italiani del settore, grazie alla prevista ripresa del mercato pubblicitario (+5%), trainato principalmente dagli importanti eventi sportivi dell’anno (in primis olimpiadi ed europei di calcio), alla continua crescita dei formati Subscription AD-supported e all’incremento degli abbonamenti ai servizi streaming, anche se con un impulso ridotto rispetto al passato.

Con il segmento S-Vod sempre più competitivo e vicino alla saturazione, considerando anche la diminuzione del potere d’acquisto del consumatore medio, si intensificherà la competizione nelle offerte A-Vod (Advertising Video on Demand) e Subscription AD-supported (un ibrido tra S-Vod e A-Vod). È quindi lecito attendersi nel prossimo futuro un rallentamento delle sottoscrizioni a pagamento.