Mattioli (Confitarma): Economia del mare, manca una strategia. Serve un Ministero sul modello francese

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in foto un momento del convegno Progetto Mare, organizzato da Confindustria

Durante il  convegno Progetto Mare, organizzato da Confindustria il 12 maggio scorso, Mario Mattioli,  presidente Confitarma e Federazione del Mare, è intervenuto alla tavola Rotonda “Governance e  riforme, infrastrutture e intermodalità”.  Rispondendo alle domande di David Parenzo, Mattioli ha ricordato che l’economia del mare  rappresenta un fattore di sviluppo importante, non solo per il nostro sistema Paese ma per tutto il  mondo: il 90% delle merci viaggia via mare.  Purtroppo, ha aggiunto, la vocazione marittima del nostro Paese si è un po’ persa e non siamo più capaci di  individuare nel mare un fattore di sviuppo. Invece, si tratta di una realtà che per il suo rilievo e la sua  integrazione ben richiederebbe una più efficace e coerente attenzione sul piano politico e  amministrativo. “In questo contesto, la parola Governance è straordinaria e, se ben ben interpretata  può rappresentare un vantaggio compettivo”.
“Da tempo come Federazione del Mare – ha affermato il presidente di Confitarma – chiediamo un Ministero del Mare, ma il modello a cui vorremmo  ispirarci è quello francese che, sulla base dell’esperienza pluriennale di un Segretariato del Mare, ha  creato un organismo che mette a sistema le diverse competenze marittime, riconoscendo il ruolo  fondamentale della blue economy, sulla base di tre fattori: supporto e idea innovativa della politica, forte  amministrazione e un ampio coinvolgimento degli stakeholder che devono essere promotori e  stimolatori affinchè questo sistema possa funzionare.  In pratica, tutto ciò che ha a che fare con il mare, In Francia è stato posto sotto un’unica direzione,  creando un ambiente unico con una forte direzione generale che dipende da tutti i ministeri competenti  per le varie materie legate al mare: una single window in cui trasporti marittimi, cantieri, porti, pesca,  ecc, avranno un unica interfaccia ma sulla quale sarà fondamentale l’input degli stakeholder”.  “La pandemia da Covid e l’attuale conflitto in Ucraina – ha  detto MAttioli – hanno evidenziato l’importanza della filiera  logistica, che inizia e finisce con trasporto marittimo, e che grazie ai suoi lavoratori “chiave” non si è  mai fermata consentendo l’approvvigionamento quotidiano dei cittadini, sia di prodotti energetici,  alimentari e sanitari. D’altra parte il settore è stato penalizzato, specie il trasporto crociestico e  passeggeri che si è completamente fermato per quasi due anni. Ciò che in particolare è emerso è l’esigenza di semplificazione normativa e di riforme concrete da poter  attuare in tempi rapidi, sulla base di una pianificazione che coinvolga l’industria nelle scelte. In sintesi,  semplificazione come strumento di sviluppo industriale, riforme veloci sulla base di una pianificazione  e confronto ampio e trasparente con l’industria”.
Infine, in merito alla prossima estensione dei benefici del registro Internazionale alle altre bandiere  europee, Mario Mattioli ha evidenziato l’esigenza di allineare i costi della nostra bandiera a quelli delle  altre bandiere comunitarie che hanno costi inferiori per evitare la perdita di competitività del nostro  sistema, spesso legata alle procedure imposte dalla nostra amministrazione.