Mattia Barbarossa, 19enne neo-studente di Fisica napoletano, è il più giovane imprenditore del settore aerospaziale nel mondo. Nominato quest’anno da Forbes tra i 100 under 30 più promettenti in Italia è il fondatore della Sidereus Space Dynamics, una startup che ha sviluppato un sistema di trasporto per lo spazio per i piccoli satelliti, con costi di accesso estremamente contenuti, finanziato dall’incubatore statunitense I2C della University of Alabama. Che la stoffa ci fosse si è visto quando, a soli 15 anni ed ancora liceale, con il team Lab2Moon, Barbarossa è arrivato primo, tra 3,200 squadre di 50 paesi diversi, ad un concorso internazionale indetto dalla Nasa, sviluppando un esperimento per misurare le capacità radio schermanti delle biomasse sulla Luna. In seguito, nel 2018, ha vinto la competizione internazionale “Space Exploration Masters Astrosat” dell’Agenzia spaziale Europea. L’anno dopo la fondazione della sua startup insieme a Massimiliano e Paolo Masciarelli ed il giovane fisico Vincenzo Lipardi, che subito catalizza la curiosità di industrie aerospaziali europee e statunitensi che si occupano di micro e nano satelliti. Tra gli obiettivi dichiarati da Sidereus figura la “democratizzazione” dello Spazio con un servizio di trasporto accessibile ed economico. Luce solare, corrente elettrica ed acqua come propellente: basta questo secondo la giovane azienda partenopea per rivoluzionare il lancio dei satelliti e rendere lo spazio parte della vita quotidiana.
Il progetto Else (Electric Launching System Explorer) ha come obiettivo dichiarato di dar vita ad un veicolo di lancio riutilizzabile, dotato di un vettore in grado di inserire un carico utile di piccola taglia in orbite basse – a circa 200km dalla terra – rispettando tre parole chiave: green, sicuro ed economico. A tale scopo è stato progettato un velivolo capace di sopperire a tutta l’energia necessaria per la messa in orbita attraverso un sistema propulsivo interamente elettrico a energia solare. Il veicolo è caratterizzato da una geometria innovativa (ancora in fase sperimentale) che permette un viaggio interorbitale in sicurezza in diversi regimi di volo, supersonico compreso, e prevede un atterraggio in planata. Intanto è cominciata la commercializzazione dell’Eos Launch Vehicle, un vettore che può essere gestito anche da un piccolo gruppo di persone, analogamente ad un razzo sonda amatoriale, e con una piccola infrastruttura aggiuntiva richiesta, riducendo notevolmente i costi e rendendolo in grado di partire anche da un semplice campo o dal mare. È alto 3,5 metri e pesa di 70 kg a vuoto e 2 tonnellate quando è rifornito a pieno carico. Alimentato da perossido di idrogeno e bio-butano – propellenti green e carbon neutral – grazie alla presenza di un sistema di rientro guidato, garantisce un ritorno sicuro a terra in qualsiasi momento del volo, rendendo possibile l’atterraggio nel preciso luogo del lancio e garantendo il riutilizzo totale del veicolo. Alla presidenza di Sidereus c’è Emilio Sassone Corsi, che per oltre trent’anni è stato dirigente del settore Ict ricoprendo incarichi in aziende italiane e multinazionali mentre l’ingegnere elettronico Francesco Limatola dell’Università Federico II di Napoli si occupa di management innovation.