Mattarella non lascia il Quirinale. Il parlamento si rivaluta. Ora il solo fastidio è disfare pacchi e valigie

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In foto Sergio Mattarella, presidente della Repubblica (da Imagoeconomica)

Pazienza se dovrà pagare inutilmente la pigione del nuovo appartamento per un paio d’anni. Tanto si prevede che rimarrà in carica per tenere caldo il posto a Draghi. Non è considerato un patriota, ma ha salvato l’Italia dalle mediocrità che minacciavano di sostituirlo. Vince ancora la sinistra, nonostante il pallino lo tenesse la destra. È che la politica non è da tutti. Ci si deve ricredere sui 5 stelle. È merito loro, ostinati a votare Mattarella anche quando la direttiva del movimento era scheda bianca. Come pure il reddito a milioni di persone che, se no, vivrebbero ancora in miseria.

Appropriarsi del pallino e autonominarsi kingmaker non è intelligente né coraggioso ma un atto di presunzione poi punito
Non essendo abitualmente il Diario molto tenero con PD e M5S, oggi è onesto ricredersi. Avendo invocato inutilmente sin dal primo giorno una riunione congiunta con gli avversari per trovare l’accordo su un candidato comune super partes, hanno costretto a una figuraccia l’arroganza di Salvini, convinto di potere eleggere da solo, lui e i suoi, il capo dello stato. Perché la Casellati? Allora era meglio Berlusconi, che, almeno, è il padrone. Salvini ha già dimenticato di aver fatto nel 2018 da sprovveduto una crisi di governo credendo di vincere poi le elezioni. Invece, finì all’opposizione.

Il razzismo entra a scuola a Livorno, ex aequo con la stupidità, ma soprattutto con l’indifferenza di tutti
Caccia all’ebreo. Non da parte di feroci nazisti, ma di due alunne. La vittima è un bimbo di 12 anni che frequenta lo stesso istituto. Calci, pugni e sputi mentre alcuni compagni assistono inerti. Gli spettatori non aizzano ma non proteggono la vittima. Oltre alla cattiveria è l’indifferenza che contribuisce al degrado di questa società. Se si ripetesse il genocidio nessuno interverrebbe. Chissà in quante parti del mondo accade. Da secoli e tutt’oggi. Sui neri, sui bambini, sui disabili, sulle donne, sulla povera gente. La nostra novità è che il mostro è interpretato da due 15enniI.

È una domanda stupida chiedere come mai non si è cominciato prima a discutere sul nome del nuovo capo dello stato?
C’è parità assoluta di numeri tra destra e sinistra. Ecco perché il candidato deve essere necessariamente condiviso. Dovendo essere di alto profilo e al di sopra delle parti bisogna sceglierlo al di fuori della politica. Ce ne sono tanti nel campo della cultura, dell’arte, della scienza, dell’industria e delle professioni. Ma ognuno si sente più furbo degli altri e, con la ben nota presunzione e arroganza, tutti – tranne la sinistra, che, più prudente, per ora non fa nomi – si ostinano a proporre un proprio simpatizzante. Così dimostrano che, nonostante i sondaggi, sono quasi tutti sullo stesso grado di prepotenza e mediocrità.

A chi intende uccidere moglie, figli e congiunto per poi togliersi la vita, si consiglia di suicidarsi prima di compiere la strage
Tanto, se poi ha deciso di morire, che differenza fa prima o dopo gli altri? Almeno fa un’opera buona, forse la prima mentre è in vita. Questa è la variante che si dovrebbe inserire nel virus che colpisce la mente dei deboli quando si rendono conto che il loro fallo non è più l’arma che ritenevano invincibile ma un peso inutile. Il divieto giudiziario di avvicinare moglie e figli che lo abbandonano non serve a nulla. A Licata è accaduto lo stesso, seppure il contenzioso fosse un’eredità, cioè denaro. Ma c’è sempre una virilità e una prepotenza mortificata.

Dacia Maraini, che spera in una donna al Quirinale, non sa che su 58 grandi elettori regionali appena sei sono donne
Gentile Signora, lei e un gruppo di intellettuali auspicate, come me, del resto, l’elezione a capo dello stato di  chi, se non agisce per conto di un uomo, è certamente più saggia e affidabile. Approfitto, però, per chiedere a lei e alle stesse elettrici, come mai, pur essendo in maggioranza, votano sempre per candidati uomini. Tant’è vero che in qualsiasi assemblea elettiva il gruppo di donne è sparuto in tutti i partiti. Perché ora gli uomini dovrebbero votare per una donna, addirittura alla Presidenza della Repubblica? Non è più logico cominciare a educarle a votare per loro, anziché ora pretendere il vertice?