Tanti secoli fa, Matera, città ai margini dell’Europa, rappresentò un crocevia tra Magna Grecia e popolazioni locali. Senza questa sua forte connotazione “geopolitica” non si spiegherebbe il perché la Città dei Tanti secoli fa, Matera, città ai margini dell’Europa, rappresentò un crocevia tra Magna Grecia e popolazioni locali. Senza questa sua forte connotazione “geopolitica” non si spiegherebbe il perché la Città dei Sassi sia stata scelta come Capitale della Cultura europea per il 2019. La cultura, infatti, è il fulcro della sua identità: germinata non dalla ricchezza, bensì da un istinto per l’autosufficienza, dalla capacità di vedere la bellezza in uno dei contesti più aspri ma anche più affascinanti del mondo. Per tutto questo, Matera offre un importante esempio di profonda sostenibilità. Ha prodotto valori quali la frugalità, il coraggio e la resilienza, conseguenza diretta della sua marginalità. Oggi Matera ha bisogno dell’Europa, ma anche l’Europa ha bisogno di Matera. Una Città che ha favorito armonia tra uomo e città, paesaggio e natura. Ora si impone un programma di ampio respiro. Il suo obiettivo è quello di offrire un contesto privilegiato a questo momento di scambio reciproco. Nel Dossier che ha accompagnato la candidatura di Matera, vengono spiegati molto bene i progetti che rappresentano, in sintesi, l’ossatura del suo programma culturale. Idee, progetti e “visioni” che nascono da una collaborazione diretta tra soggetti locali ( gruppi di cittadini, istituzioni e associazioni) e un ampio ventaglio di artisti, network e istituzioni europee. Ogni progetto è strutturato in modo tale da racchiudere in sé tre dimensioni: una dimensione locale, con le città di Matera, Potenza e il resto della Basilicata; una dimensione che si apre a tutto il Sud Italia e alle scene culturali del nostro Meridione; e una dimensione più continentale, che intende coinvolgere gli operatori della cultura su scala paneuropea e transnazionale. Per migliaia di anni, a Matera si è vissuto in abitazioni trogloditiche. Qui, nel corso del tempo, furono scavate magnifiche chiese, abitazioni, giardini e un complesso reticolo di strade. La città riflette secoli d’ininterrotto sviluppo urbano e sociale. Il coraggio e la resilienza sono caratteristiche che fanno parte dell’eredità creativa di questi luoghi. Negli anni Cinquanta, a chi viveva negli ipogei dei Sassi, fu imposto il trasferimento coatto in moderni quartieri periferici. Per oltre trent’anni, i Sassi di Matera furono abbandonati e divennero il simbolo della “vergogna nazionale”. Che cosa ha a che vedere questa storia con l’Europa del 2019? Si potrebbe dire che non vi è città in Europa che abbia dimostrato altrettanta resilienza (in psicologia, la resilienza è la capacità di far fronte, in maniera positiva, agli eventi traumatici, per riorganizzare positivamente la propria vita dinnanzi alle difficoltà) e quindi a questa straordinaria sua capacità di reinventarsi. Mai come ora l’Europa ha bisogno di una narrazione sulla sostenibilità e sulla capacità di rinnovarsi. In questo periodo di transizione che minaccia le fondamenta stesse dei valori e del welfare europeo, l’Europa sente la necessità di un nuovo inizio. Matera 2019 investe in cittadinanza culturale, per rinascere più forte e traghettare la città e i suoi abitanti in un futuro sostenibile. Come proseguire senza rischiare di tornare sui propri passi? Uno dei valori centrali della candidatura di Matera 2019 è stato il concetto di inter/locale, globale e locale. Ovvero come riuscire a mantenere salde radici a livello locale e contemporaneamente promuovere una libera condivisione in un contesto globale. Si vuole proteggere una dimensione locale pur dimostrando una vocazione internazionale. È questa la visione europea che Matera coltiva e alla quale aspira. Nella Città che potrebbe ora essere definita “La più bella delle vergogne”, saranno attivati circuiti e allestiti scenari in cui artisti di spicco sulla scena europea presenteranno i loro lavori nei luoghi più simbolici della città, in diretta collaborazione con chi opera in ambito civile, sportivo e artistico. Saranno coinvolte scuole, istituti di ricerca e società civile, di pari passo con i maggiori intellettuali europei, nell’ambito del think tank Future Digs, per avvicinarci al futuro così come gli archeologi fanno con il passato, un frammento dopo l’altro, poco a poco. Con i due progetti chiave del programma culturale, ovvero l’I-DEA e l’Open Design School, si promuoveranno collaborazioni paneuropee non solo nel corso del 2019, bensì in tutto il periodo precedente. Per realizzare l’IDEA ci si avvarrà dell’esperienza di reti quali NEMO – Network of European Museum Associations, Peer-to-Peer Foundation e molti altri soggetti. Si metteranno archivi e collezioni a disposizione di comunità di ricercatori, operatori culturali e artisti locali, italiani ed europei per realizzare progetti interdisciplinari congiunti. Entrambi verranno promossi e veicolati in Europa grazie alla piattaforma on line The Tomorrow, un progetto nato nel 2014 e di cui Matera al momento è unica città partner in Europa. Riflettendo sulle “Nuove narrative per l’Europa”, The Tomorrow stimola dialoghi tra i principali intellettuali europei che saranno dei veri e propri ambasciatori digitali dell’ attività di Matera Capitale. Il Festival of Open Culture sarà l’occasione per ampliare la cooperazione a partire dalla rete degli Edge Ryders – un “think tank di cittadini a cui la Commissione ha chiesto di fare proposte sulla transizione dei giovani europei verso la vita adulta in tempo di crisi” – e instaurare collaborazioni e scambi con altri festival europei, tra cui il Creative Commons Fest in Scandinavia. Grazie all’Open Design School, Matera entrerà a fare parte di una rete paneuropea di comunità che diffondono lo sviluppo di capacità e competenze tra le generazioni. Lavorerà con altre organizzazioni già all’avanguardia nell’ambito dell’Open Design, quali l’Eindhoven Design Academy (Eindhoven, NL), Z33 (Genk, Bruxelles), l’Architectural Association (Londra, UK) e altre ancora, per organizzare tirocini, scambi studenteschi e simposi. Centrale nelle attività dell’Open Design School sarà la creazione del European Design Parliament, un’iniziativa condotta dal centro di arte contemporanea belga Z33 e da un network di oltre 10 istituzioni partner europee, di cui Matera 2019 è membro fondatore. Infine, progetti quali un Monastery e le numerose iniziative intorno al tema degli open data hanno permesso a Matera 2019 di fare del rapporto tra la cultura e la tecnologia uno dei suoi temi centrali. Questo rapporto è stato oggetto di collaborazione con organizzazioni leader in Europa, quali l’olandese Waag Society, per coinvolgere gli utenti nella progettazione di prodotti e servizi culturali, bambini compresi. Sarà ulteriormente rafforzata la collaborazione in corso tra gli operatori, le istituzioni e le comunità degli innovatori attorno al tema degli open data applicati al patrimonio culturale e all’innovazione civica, con l’attivazione di specifici dottorati di ricerca dell’Università della Basilicata e del Politecnico di Bari sulla gestione evoluta degli open data culturali. Matera 2019 si metterà in comunicazione con l’Europa con delle collaborazioni sul lungo periodo, alleanze e viaggi interni. Il tema “Radici e Percorsi” si connetterà con atri Paesi, mediante l’invio di “sonde culturali” nello spazio europeo. Mediante questi e altri progetti — tra cui La Via del Pane — verrà data particolare enfasi alla storica, lunga relazione con la Bulgaria. Sarà intensificata, inoltre, la collaborazione con “Culture Action Europe” ed “EUNIC Global”, per promuovere la mobilità e la cooperazione transfrontaliere, per costruire un’Europa condivisa, vivace e vigorosa, in un grande spazio popolato da cittadini culturali. E per finire, vorrei dare spazio ad alcune testimonianze di artisti, intellettuali, musicisti e scrittori venuti a Matera e impressionati, quasi ammaliati, dal suo fascino e dalla sua straordinaria bellezza. Iniziamo da queste due. Altre poi ne seguiranno. “Matera senza tempo” di Steve Tyler, Cantante rock degli Aerosmith “Matera mi ha ispirato una canzone. Mi ha colpito quella sensazione di essere in un posto senza tempo,sembrava di stare 3 mila anni fa, ero lì in strada, sotto la luna, guardavo le strade di pietra, la Cripta del peccato originale, i Sassi e l’ho scritta.” “I benefici della candidatura” di Cay Sevon, Direttore di Turku 2011 “Il titolo di Capitale Europea della Cultura cambia la città profondamente: aumenta l’apertura e l’orgoglio dei cittadini e il dinamismo della regione. A Turku nel 2011, si è rilevato un incremento annuale di 260 milioni nell’economia regionale e di 3400 occupati. Ancora più importante è stato il cambiamento psicologico nell’atmosfera cittadina, come documentato dalle ricerche scientifiche. Tali benefici si sono registrati anche negli anni successivi. Avendo visitato Matera e sentito l’entusiasmo e l’impegno nel voler diventare Capitale nel 2019, sono convinta che la città stia lavorando per renderla un posto migliore in cui vivere, nell’interesse nazionale ed europeo.”