Matera: percorsi e obiettivi di una “Capitale”

Matera, con l’investitura a Capitale europea, ha vinto una grande scommessa. Ha giocato le sue carte su un concetto che nel Mezzogiorno sembrava quasi scomparso. E cioè quello di “abitante culturale”, Matera, con l’investitura a Capitale europea, ha vinto una grande scommessa. Ha giocato le sue carte su un concetto che nel Mezzogiorno sembrava quasi scomparso. E cioè quello di “abitante culturale”, inteso come cittadino responsabile e consapevole che intende la cultura quale bene comune primario, somma etica di saperi umanistici, scientifici ed economici. E’ una scommessa che si estende all’intero Mezzogiorno. Tramite la Cultura si punta a un altro grosso obiettivo: lo sviluppo economico, sociale e civile, dopo un ventennio di crisi che ha relegato il Sud ai margini dell’Europa. Nel Dossier che ne illustra la candidatura, questi obbiettivi sono molto chiari e soprattutto ben motivati. In questo percorso, che è iniziato nell’ottobre scorso ma che si estenderà oltre il 2019, si intendono coinvolgere soprattutto le aree interne. Territori come quelli lucani, colpiti da problemi analoghi, per i quali è giunta l’ora di capovolgere la metafora della polpa e dell’osso, che quel grande meridionalista di Manlio Rossi Doria impose all’attenzione della cultura nazionale ed europea. Dall’osso roccioso del nostro altipiano, crocevia di genti e culture che hanno lasciato nei secoli tracce potenti, può partire la rinascita e lo sviluppo dei territori meridionali. Matera, dunque, con questo prestigioso riconoscimento, non punta solo su se stessa, ma vuole contribuire alla ricostruzione culturale, morale e civile del nostro Paese e rafforzare il ruolo della Basilicata, del Mezzogiorno e dell’Italia in Europa. Questa è la sfida principale di Matera 2019. E, con queste premesse, la città ha tutte le carte in regola per realizzare in pieno gli obiettivi che la candidatura ha eccellentemente indicato. In primo luogo, si vogliono ricongiungere le parti separate della città. Tutti i suoi abitanti dovranno essere coinvolti in questo percorso e non solo nella cura del patrimonio, quanto soprattutto nella costruzione della conoscenza e della cultura. Diventa strategico, allora, il tema della collaborazione e della creazione comune: dall’approccio open source e open data, alle strategie di finanziamento, all’adozione di politiche pubbliche partecipate, alla definizione del programma culturale, alla strategia di cooperazione che già coinvolge grandi, medi e piccoli centri non solo della della Basilicata ma anche della Murgia, del Cilento e della Calabria settentrionale. Questo riconoscimento per Matera non può essere circoscritto solo alla Città dei sassi. Al contrario, dovrà servire a superare lo scetticismo e il senso d’inferiorità secolari che hanno rallentato lo sviluppo del Sud Italia. E rappresenta una grande occasione per allargare e qualificare il pubblico della cultura, sperimentando nuovi modelli di ascolto, condivisione e partecipazione. Dovranno essere creati nuovi “abitanti culturali”. Soggetti che contribuiranno attivamente alla produzione di contenuti e alla cura del patrimonio. Un traguardo che si raggiunge non solo attraverso maggiori opportunità di accesso e fruizione ma anche attraverso un loro effettivo coinvolgimento nelle pratiche culturali. A partire dalla scelta e produzione di linguaggi e contenuti. Appare evidente allora che Matera Capitale dovrà rappresentare un po’ la locomotiva di un lungo convoglio che intende condurci verso il paesaggio della ricostruzione culturale, morale e civile non solo della della Basilicata, ma del Mezzogiorno e dell’Italia intera. Matera, comunque, è già partita. Ha iniziato con i Simposi per la redazione del Piano di Gestione per il Sito UNESCO (febbraio­aprile 2013); ha continuato poi con la redazione del Piano strategico della città (maggio­luglio 2013), opportunamente intitolato “Ri­ ciclo, Riuso e Riduco” e orientato dalla medesima filosofia che informa il suo programma . Ovvero costruire nuove infrastrutture culturali mettendo a sistema quanto già esiste, per essere diversamente usato o reimpiegato. La cultura, però, dovrà generare sviluppo, opportunità, nuovi lavori per i giovani. Dovranno essere potenziati e finanziati settori cruciali come quello dell’artigianato creativo, della nuova agricoltura, delle nuove professioni originate dalla tecnologia digitale. Matera vuole anche offrire nuove prospettive di lavoro ai giovani europei, soprattutto nelle filiere produttive che si intrecciano con cultura e creatività, a partire dalle eccellenze del suo territorio: nuovi linguaggi digitali, turismo culturale, urban design, marketing culturale e territoriale, riuso e riciclo dei materiali per una nuova architettura, mediazione interculturale, animazione territoriale fino ad altre specializzazioni professionali emergenti. Particolare attenzione sarà poi dedicata alla conservazione dei beni culturali, una delle eccellenze di Matera e del suo territorio. Un settore, attualmente dotato di un efficiente laboratorio per il restauro, in cui sta prendendo forma un progetto di importanza strategica: l’apertura di una sede distaccata della Scuola di Alta Formazione in Restauro dell’Istituto Superiore per la Conservazione e il Restauro del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali, la prima del Mezzogiorno, specificamente dedicata ai materiali tradizionali locali, che verrà inaugurata nei prossimi mesi. Anche il mondo della scuola, sarà attentamente monitorato e coltivato per ampliare l’indotto e favorire il massimo coinvolgimento dei giovani. Molto importante è anche lo sviluppo del turismo culturale. Un turismo accessibile che muova da Matera e dalla valorizzazione integrata del suo patrimonio, opportunamente segnalato e promosso, e che favorisca la rivitalizzazione dell’agro e delle zone più abbandonate, come quelle al centro del programma di bonifica e di riforma agraria della seconda metà del Novecento. Ambizioso, infine, è l’obiettivo di attrarre talenti artistici e scientifici, potenziare le coproduzioni e, più in generale, aumentare su tutto il territorio europeo la notorietà di Matera e della Basilicata quale innovativo centro di creatività. Il 2019 è l’occasione per sviluppare una visione innovativa per la Città dei Sassi. Questa visione rafforzerà i legami di Matera con l’Europa e il resto del mondo e farà compiere un salto di qualità alle produzioni culturali e ai desideri di un pubblico più autonomo e consapevole. Matera, infine, vuole proporsi a tutti come città per dialoghi, ricerche e produzioni culturali innovative, sostenibili e “abitate”. Il percorso da intraprendere riguarda il passaggio da un modello principalmente basato su forme di consumo passive e governate dalle regole e dai vincoli dell’offerta culturale dominante a un panorama più variegato di pratiche, che esigono nuove forme di ideazione, produzione e condivisione. Tutti elementi che si aggiungono, si integrano e si mescolano con le modalità preesistenti. In questa prospettiva l’arte e la cultura devono tornare a rappresentare delle opzioni imprescindibili nell’orizzonte quotidiano delle persone. Non esiste infatti un unico modo di “abitare” la cultura. Ognuno deve essere libero e capace di abitare la cultura secondo le proprie inclinazioni e i propri interessi. Con queste premesse, la Matera di Carlo Levi, di Pasolini e di Piovene ora ha tutte le carte in regola per diventare una vera, autentica e riconosciuta metropoli culturale.