In occasione del trecentesimo anniversario della nascita di Maria Amalia di Sassonia, il Teatro di San Carlo di Napoli presenta lo spettacolo teatrale “Io Maria Amalia di Sassonia – Prima Regina di Napoli”, scritto e diretto da Stella Leonetti e interpretato da Cristina Donadio. L’appuntamento, domenica 24 novembre alle ore 12, vuole essere un omaggio a una sovrana che ha lasciato un’impronta indelebile nella storia della città. Cristina Donadio dà una rappresentazione intensa e personale della regina, esplorando le sfaccettature di una donna straordinaria, la cui vita fu segnata da un profondo amore per Napoli e per la sua gente. Il testo di Stella Leonetti accompagna il pubblico in un viaggio attraverso le emozioni e le difficoltà di una regina determinata e coraggiosa, offrendo un ritratto vivido, contemporaneo e commovente.
Per l’evento verrà realizzato un costume storico fedelmente ispirato al celebre ritratto della Regina conservato al Museo del Prado. L’abito è stato prodotto dai Laboratori Sartoriali del Teatro San Carlo sotto la direzione della pluripremiata costumista Daniela Ciancio. Un’accurata ricerca storica ha permesso di ricreare con minuzia ogni particolare dell’abito, dalle decorazioni ai tessuti, in modo da rispettare l’autenticità dell’epoca. L’uso di stoffe e lavorazioni artigianali tipiche del Settecento rende questo costume un’opera d’arte a sé, che unisce la magnificenza della corte borbonica con l’eleganza tipica dell’abbigliamento dell’epoca.
Il matrimonio con Carlo di Borbone
Maria Amalia di Sassonia, nata il 24 novembre 1724 a Dresda, fu una figura straordinaria della storia europea, divenuta Regina di Napoli nel 1738. Figlia del principe elettore di Sassonia, Federico Augusto II, e di Maria Giuseppa d’Austria, Maria Amalia crebbe in un ambiente profondamente intriso di arte, cultura e sensibilità musicale, elementi che avrebbero segnato il suo regno e la sua influenza culturale. Educata alla corte di Sassonia, Maria Amalia portò a Napoli non solo la sua nobiltà, ma anche una raffinatezza culturale e artistica che avrebbe avuto un impatto significativo sulla vita del regno. Nel 1738, a soli 13 anni e mezzo, sposò Carlo di Borbone (futuro Carlo III di Spagna), giovane re di Napoli e di Sicilia, in un matrimonio che consolidava alleanze strategiche fra le principali casate europee. Nonostante ciò, il loro fu un legame di amore intenso e di condivisione di finalità. Maria Amalia riuscì rapidamente a stabilirsi come una regina influente, dedita alla promozione delle arti e alla modernizzazione della corte.
Il suo impatto culturale su Napoli
Durante il suo regno, durato 21 anni, Maria Amalia si distinse per l’amore e il sostegno alle arti, contribuendo alla realizzazione di importanti progetti culturali, architettonici e di solidarietà. Ad accoglierla trovò il Teatro di San Carlo, il più antico teatro lirico d’Europa ancora in attività, che divenne un centro culturale e artistico di riferimento non solo per Napoli, ma per tutta l’Europa. Il teatro, inaugurato nel novembre 1737, solo pochi mesi prima del suo arrivo a Napoli, incarnava il desiderio di Carlo di fare della capitale borbonica un faro di cultura e di raffinatezza artistica. Maria Amalia condivise la creazione della Reggia di Capodimonte, della Reggia di Portici, della Reggia di Caserta, dell’Albergo dei Poveri, di altre residenze reali e della fabbrica di porcellana. Attraverso i fortunati scavi e ritrovamenti di Ercolano, Stabia e Pompei, i reali contribuirono all’arricchimento del patrimonio artistico del regno.
Significato dell’evento per Napoli e per la cultura europea
La celebrazione dei 300 anni dalla nascita di Maria Amalia di Sassonia è un evento di grande rilevanza non solo per Napoli, ma per tutta la cultura europea. Rappresenta un momento di riflessione su come i legami tra le dinastie europee abbiano influito sullo sviluppo artistico e culturale delle grandi capitali e su come l’eredità di figure come Maria Amalia continui a vivere nei luoghi e nelle istituzioni da loro promossi.
L’omaggio a questa figura è un invito a scoprire il valore della storia e della cultura, celebrando una donna che è stata pioniera di una Napoli moderna e aperta all’Europa, una Regina che ha saputo trasformare la sua passione per le arti in un dono per le generazioni future.
Stella Leonetti, napoletana, lavora come pubblicista a Milano dove incontra Dario Fo, suo mentore. Scrive il primo monologo interpretato da Lella Costa, prodotto da Lucia Poli. Fonda, con Flavio Ambrosini, il Teatro Piccola Commenda dove realizza otto spettacoli, come autrice e regista, poi in tournée in Italia, con testi pubblicati, anche all’estero. Scrive un libro, “Le comparse del Vangelo”. Insegna scrittura creativa, e studia cinema alla USC in California. Fonda Capalbiocinema Short Film Festival, durato 24 anni. Scrive una commedia per Rai Radio su Lady Hamilton. Realizza come autrice, regista e produttrice, il corto “Vernissage! 1607, Caravaggio”, premiato con il Globo d’oro e altri premi mondiali, e una serie web sull’illuminismo napoletano. Questo monologo, fa parte di un progetto TV sulle regine del Regno, approvato per lo sviluppo dal Ministero.
Cristina Donadio, attrice, regista e autrice, nasce a Napoli. Nel 1977 affronta il palcoscenico per la prima volta accanto a Nino Taranto. Negli anni a seguire, affiancherà grandi nomi della recitazione partenopea. L’esordio cinematografico avviene nel 1978, con la pellicola Nel Regno di Napoli di Werner Schroeter. La sua carriera prosegue, dunque, con Pasquale Squiteri (“Razza selvaggia”), Liliana Cavani (“La pelle”), Vittorio Caprioli (“Stangata napoletana”) fino a Pappi Corsicato, che la coinvolgerà nelle sue più celebri produzioni degli anni Novanta e Duemila. Interpreta l’iconica Scianel, boss malavitosa, in “Gomorra – La serie” (2016-2017). Presso Officine San Carlo cura numerosi laboratori teatrali volti a portare in scena sceneggiature da lei curate, rielaborate e dirette, con un focus sulla drammaturgia napoletana: “Piccola Suite in blu minore”, “Signurì Signurì”, “Lassammo fa’ Dio”.