Maresca, il Pm che spiega la camorra ai ragazzi

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In foto Catello Maresca

Raccontare la camorra ai ragazzi e con questo mostrare i suoi miti ingannevoli. È il compito che si dà Catello Maresca, il pm che ha coordinato le indagini sfociate nella cattura del capo dei Casalesi Michele Zagaria, in “Male Capitale – la misera ricchezza del Clan dei Casalesi“. Una storia dedicata a “tutte le persone che amano la nostra terra, a quelli che non scappano alla ricerca di posti migliori, a quelli che si ostinano a restare per renderla più bella“, scrive Maresca nelle prime pagine del libro edito da Giapeto. Tutto parte dalla domanda di un bambino al papà pubblico ministero: “Cosa fa un magistrato? È un lavoro così rischioso?“. 

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L’esigenza di spiegare con la massima semplicità il proprio lavoro ha suggerito al pm anticamorra di cercare alcuni scatti emblematici delle indagini condotte in questi anni per poi “rappresentare tutto questo in una prospettiva dissacrante, volutamente stravolta, rovesciata“. Nasce così la favola del “Clan dei Caponesi”, insediato nella provincia di Lacerta. Qui i protagonisti, liberamente ispirati ai boss che hanno spadroneggiato per anni nel Casertano, vivono la loro parabola criminale fino a quando l’intervento di magistratura e forze dell’ordine non farà emergere “tutta la pochezza dell’essere criminale“. La storia di fantasia è però accompagnata da immagini reali. Poiché reali sono “quegli uomini cattivi, le armi che impugnano e i roghi che avvelenano l’aria“. E sono reali anche le sfide di chi ogni giorno si batte in queste zone per riaffermare la legalità. La favola del clan dei Caponesi non si conclude con un lieto fine ma con la speranza che queste storie di sopraffazione “non si ripetano mai più“.