Mare Jonio a Lampedusa, sequestrata

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Palermo, 10 mag. (AdnKronos) – La Guardia di Finanza sta procedendo a un ”sequestro di iniziativa” della nave Mare Jonio. Lo fanno sapere fonti del Viminale. “È il motivo per cui – spiegano le stesse fonti – la nave è a Lampedusa. Le Fiamme gialle erano salite a bordo rilevando alcune irregolarità”. L’accusa è di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, fanno sapere sempre fonti del Viminale, riferendo che “la Guardia di Finanza sta procedendo, con le Capitanerie di Porto, al sequestro”.

La Procura di Agrigento aprirà nelle prossime ore un fascicolo per il sequestro. L’indagine verrà formalizzata non appena le Fiamme gialle trasmetteranno gli atti ai magistrati. Successivamente la procura valuterà la convalida del sequestro all’esito della lettura degli atti.

“Viminale annuncia sequestro? Curioso che lo faccia via stampa prima che a noi. Nessuna notifica. Nessuna irregolarità riscontrata. Sequestro è atto per tentare di fermarci. Ma importante per noi è che le persone siano salve. Unico crimine è far morire la gente in mare o in Libia”, scrive in un tweet la Ong Mediterranea.

“Chiediamo ingresso in porto sicuro dove sbarcare uomini, donne incinte e bambina a bordo. #MareJonio”, aveva scritto su Twitter la ong Mediterranea quando la nave si trovava a 12 miglia da Lampedusa.

Sulla nave anche una donna in stato di gravidanza oltre ad alcuni bambini. “Porti chiusi non esistono. Esistono invece leggi che proteggono i diritti umani, la vita delle persone che nessun ministro può ignorare”, dice all’Adnkronos il capomissione di Nave Jonio Luca Casarini che ha aggiunto: “Sono immensamente felice per quella bimba, per i suoi genitori, per tutti quelli che non vedranno più inferno libico. Ma la gente in mezzo al mare continua a morire. Questo orrore deve finire”.

“Dal ministro Salvini arrivano solo balle mediatiche. L’Italia è un paese in cui vengono rispettate le regole. E lo dimostra il fatto che è stato autorizzato l’attracco della nave Jonio al porto commerciale di Lampedusa. Viene rispettata la Costituzione. Regole che non possono essere travisate da nessuno né su Twitter né su Facebook”, ha detto all’Adnkronos il sindaco di Lampedusa Salvatore Martello.