“Rappresenti la città che mai ti dimenticherà. D10s”. Così recita uno striscione davanti al Maschio Angioino, uno dei simboli della città di Napoli. È uno degli omaggi che questa mattina Napoli sta tributando a Diego Armando Maradona, il campione argentino morto ieri all’età di 60 anni. Continua intanto il pellegrinaggio dei tifosi all’esterno dello stadio San Paolo: ai piedi di un enorme striscione con il volto di Maradona e la scritta “The King” esposto dall’anello superiore della Curva B, tanti tifosi stanno lasciando sciarpe, maglie, piccole bandiere e fogli con i propri ricordi.
Proposta di un’impresa funebre: Monumento per Diego al cimitero di Poggioreale
Un monumento a Diego Armando Maradona negli spazi del cosiddetto “Quadrato degli Illustri” del Cimitero di Poggioreale. La proposta è dell’impresario funebre Gennaro Tammaro e dell’operatore cimiteriale Alessio Castiello che in queste ore hanno lanciato online una petizione su Change.org rivolta al sindaco Luigi de Magistris e all’Amministrazione comunale di Napoli per raccogliere adesioni all’iniziativa. “Non si può negare – commenta Tammaro – che, oltre la figura iconica, perdere Maradona per i napoletani è stato come perdere uno di famiglia. Per questo, appena appresa la notizia, ci siamo subito attivati per restituire alla città un luogo dove poterlo ricordare e, perché no, piangere”. L’idea è quella di erigere un monumento a imperitura memoria del Pibe de Oro nel settore che, come da leggi del Regno delle Due Sicilie, è destinato alla sepoltura delle personalità eminenti e dove riposano tra gli altri Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Vincenzo Gemito, Benedetto Croce, i Presidenti della Repubblica Enrico De Nicola e Giovanni Leone. Le spese saranno a carico delle imprese funebri aderenti che, raggiunto l’obiettivo della petizione, si attiveranno per chiedere i dovuti permessi. “Diego non è e non sarà mai uno qualunque. E stato, da straniero, uno dei più straordinari interpreti della napoletanità nel mondo, unione dei Sud del pianeta, rappresentante orgoglioso del riscatto di questa terra. Per questo vogliamo far sì che l’emozione che proviamo oggi ci aiuti a realizzare un luogo dove poterla racchiudere per sempre”, conclude Tammaro.
Fiori, candele e maglie davanti allo stadio San Paolo
Davanti al San Paolo c’è ormai di tutto: fiori, candele accese, gagliardetti, sciarpe, foto, biglietti colorati e soprattutto maglie azzurre con il numero 10. Da ieri pomeriggio il piazzale davanti alla Curva B dello stadio di Fuorigrotta, che presto cambierà nome in Stadio Diego Armando Maradona, è diventato il luogo meta di pellegrinaggio per i tifosi del Napoli che ricordano il campione argentino morto ieri all’età di 60 anni e che in questo stadio, tra il 1984 e il 1991, ha scritto le pagine più gloriose della storia del club. Dall’anello superiore della Curva B campeggia un enorme striscione bianco e azzurro con il volto di Maradona e la scritta “The King”. Sul piazzale, a terra o attaccati al cancello di ingresso, ci sono i ricordi dei tifosi: “Grazie delle gioie che mi hai dato con la maglia del mio grande Napoli”, “D10s non muore è eterno, come il nostro amore per te”, “Ero qui quando sei arrivato, non potevo che esserci ora. Per sempre uno di noi”, così recitano solo alcuni dei biglietti. Ma c’è anche chi ha scritto direttamente su un Super Santos (“Con gli occhi pieni di lacrime e la morte nel cuore, ma orgoglioso di averti vissuto”) e chi ringrazia Maradona per una vincita al lotto di qualche anno fa, ovviamente giocando il numero 10. Tanti i fiori appoggiati a terra, vicino alle candele accese disposte in modo da formare il numero “10”. Quasi surreale il silenzio osservato dai tanti presenti, mentre da ore sventola ininterrottamente una grande bandiera azzurra con il volto di Diego.Stasera lo stadio San Paolo ospiterà la partita di Europa League del Napoli contro il Rijeka, intanto sui social è già partito il tam tam per una fiaccolata che dovrebbe tenersi all’esterno dell’impianto nel pomeriggio.
Anm, Ciao Diego sulle paline delle fermate
Ciao Diego. Poche parole, un semplice saluto. Cosi l’Anm (Azienda napoletana mobilità) ha voluto ricordare Diego Armando Maradona. La scritta appare sulle paline degli autobus sistemate in corrispondenza delle fermate.
De Magistris: Tempi brevi per intitolargli San Paolo =
Per intitolare lo stadio San Paolo di Napoli a Maradona “già ci siamo mossi stamattina, faremo i primi passi formali, ci sono dei tempi, ma saranno brevi perché quando c’è una volontà così forte non credo ci possa essere un ostacolo formale, chissà che magari non riuscissimo a farlo coincidere con la ripresa delle partite con il pubblico”. Lo ha detto il sindaco del capoluogo campano, Luigi de Magistris, a Rtl 102.5, confermando l’intenzione annunciata ieri. E poi ha ripercorso i suoi ricordi legati al calcio e al campione argentino approdato nel club partenopeo. “Era il 1984 io ero in campeggio e i giornali sportivi titolavano “Maradona al Napoli” e già quello sembrava un sogno, e poi la presentazione in quello stadio con 80.000 persone per presentare un calciatore e capimmo che rappresentava come nessun altro l’anima di Napoli, perché l’ha portato Napoli dove sembrava non potesse mai arrivare superando le grandi squadre. È il riscatto di un popolo attraverso il pallone, ha unito tutti, nessun altro è in grado di unire tutti senza litigare”. Il sindaco rammenta inoltre che “quelli erano gli anni del dopo terremoto, Napoli era piegata, il calcio vedeva il Napoli sempre sotto, un Napoli che non riusciva ad emergere e attraverso quel genio che da solo riusciva a vincere una partita, è stato il riscatto di un popolo, il pallone è stato il simbolo, ma lui amava Napoli e voleva attraverso il calcio fa conoscere al mondo che cosa è Napoli, che è una città piena di umanità, piena di cuore, di energia, di fantasia, un vulcano nel bene e nel male”. Maradona nel campo “era un genio, fuori era un essere umano, credo molto generoso, molto buono”. E “purtroppo di lui se ne sono approfittati anche dei napoletani, è entrato in una spirale sbagliata, è cdauto tante volte e si è rialzato. Un uomo umile però, io ricordo quando nel 2017 gli abbiamo dato la cittadinanza onoraria, un uomo umile, ne hanno approfittato anche dal punto di vista economico. È una persona che non deve essere giudicata fuori dal suo ruolo che era il calcio, uno non deve essere perfetto per diventare immortale, lui è immortale nelle emozioni che ha donato, basta vedere le immagini di ieri per trovare le stesse emozioni della fine degli anni ’80”.