Due campioni si ritrovano in Paradiso troppo presto. In terra hanno scritto pagine indimenticabili di grande calcio. Hanno vinto tutto, hanno fatto sognare generazione intere di appassionati. E hanno portato le squadre in cui hanno militato sul tetto del mondo facendo vivere una vera e propria magia a chi aveva respirato solo polvere. Diego Armando Maradona e Paolo Rossi sono i protagonisti de “Il ritorno degli dei” (Gallucci), il libro scritto dal giornalista sportivo Marino Bartoletti come seguito del suo romanzo d’esordio “La cena degli Dei” (Gallucci). Un modo, questo, con cui Bartoletti vuole in un certo senso dare la sua “carezza” ai due calciatori scomparsi. Bartoletti ancora una volta immagina un luogo in cui un grande Vecchio, identificato nella persona di Enzo Ferrari, parla con coloro che in virtù della loro arte sono rimasti impressi nell’immaginario collettivo di tante persone. Ma questa volta apre le porte al microcosmo del pallone e ai suoi idoli. Mentre infatti, racconta il giornalista all’Adnkronos, nel libro d’esordio “Ferrari in Paradiso chiamava vicino a sé amici, in buona parte conosciuti e altri che voleva conoscere, appartenenti al mondo della musica, dello spettacolo, dello sport, ne “Il Ritorno degli Dei” si sana una mancanza del primo libro: ovvero il fatto che non c’erano calciatori”. “Nel primo libro – continua – c’erano altri grandissimi dello sport, Ayrton Senna, Pantani, Nuvolari. Ma non c’erano i calciatori che invece animano queste pagine. Sia Maradona sia Paolo Rossi, che era un ragazzo di un’umanità e di una gentilezza rare, meritavano di essere in Paradiso. Per questo, il secondo libro è dedicato a loro”. Durante la loro esistenza, ricorda Bartoletti, “non si erano molto frequentati. In questo caso, invece, si incontrano per la prima volta. Mi piace pensare che si raccontino delle storie della loro vita vissuta e in buona parte condivisa”.
A questo tessuto narrativo, Bartoletti aggiunge una nota noir che definisce “un’incursione”. Fermo restando il format del primo libro, sottolinea, “nel secondo mi è piaciuto aggiungere qualcosa di diverso. La possibilità che questi due protagonisti possano tornare mezza giornata sulla terra: Rossi per risolvere un caso che in qualche modo sfiora la sua famiglia. E Maradona perché ha saputo che, in una città che ama, hanno costruito uno stadio a suo nome e vuole andare di nascosto a vederlo con i suoi occhi. Ma come sempre a Napoli, anche se nessuno l’ha visto, il giorno dopo non si parla d’altro”. Sia Rossi sia Maradona meritano una carezza e a dargliela in fondo è proprio Enzo Ferrari. Hanno maturato esperienze spesso in antitesi tra di loro. Ma il loro destino è stato accomunato dal fatto che siano morti troppo presto. Rossi, confortato dagli affetti e Maradona solo. “E’ chiaro – osserva Bartoletti – che Rossi e Maradona hanno vissuto vite diverse e purtroppo se ne sono andati in modo diverso. Rossi ha avuto almeno il conforto di stringere la mano della persona che amava, mentre Diego se ne è andato in totale solitudine a suggello di una vita in buona parte disperata. Ed è per questo che, secondo il Grande Vecchio, meritano una carezza. “Nel libro ci sono anche altri personaggi tra i quali Bearzot e Scirea e ci sono pure Califano e Mia Martini. Questo – riflette Bartoletti – a testimonianza del fatto che in Paradiso può andare chiunque anche quelli che in terra vengono percepiti come dei peccatori. Ma il nostro giudizio evidentemente non coincide con quello di chi fa le convocazioni in quel posto. Non c’è nulla di inventato in quello che si racconta perché in buona parte ne sono stato testimone diretto. La moglie di Rossi ha letto il libro e lo ha molto apprezzato per la dolcezza con cui tratta l’argomento”, conclude Bartoletti.