Manovra: caccia a 20 mld di risorse, superbonus nel mirino

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“Non promette lacrime e sangue, per il momento. Ma invita tutti a restare ‘con i piedi per terra’ in vista di una manovra che dovrà fare i conti con penuria di risorse e severi vincoli di spesa. Il governo dovrà tagliare, ammette Giorgia Meloni aprendo il Consiglio dei ministri dopo la pausa estiva. ‘Cancellare’ le riforme del passato che non convincono, per reperire fondi. Portando avanti una ‘spending review’ non lineare, ma ispirata da ‘scelte politiche’. In nome del ‘rigore’ e dell’ ‘equilibrio del bilancio dello Stato’. E in modo da garantire tre priorità: il taglio del cuneo fiscale, il sostegno alla natalità e alle fasce più deboli. Di fatto, è l’annuncio di un’era di austerità, che certo non aiuterà a pochi mesi dalle Europee”. È quanto si legge nell’edizione odierna de La Repubblica. “Per Meloni, è alla base di molte delle difficoltà di bilancio del presente. ‘Stiamo pagando in maniera pesante il disastro del Superbonus 110%. Invito Giorgetti a illustrarci i numeri di questa tragedia contabile che pesa sulle spalle di tutti gli italiani’, attacca la presidente del Consiglio, quantificando in 12 miliardi le irregolarità della legge varata dal governo Conte. Si è consentita la più grande truffa ai danni dello Stato’. Parole immediatamente bollate come ‘accuse ridicole’ dal leader M5S”, prosegue il quotidiano. “Ma la mappa della caccia al tesoro per la Finanziaria al momento è alimentata solo da buoni propositi – prosegue La Repubblica in un altro articolo -: è la condivisione delle responsabilità e del rischio con tutti i ministri; manca invece un cronoprogramma dettagliato su dove e come utilizzare le forbici. Uno dei ministri più vicini alla presidente del Consiglio è fiducioso: ‘Qualche miliardo dai ministeri riusciremo a tirarlo fuori’. Ma i toni si fanno decisamente più sfumati – eufemismo – quando si passa dalle intenzioni al dettaglio delle misure da sgonfiare: ‘Ci sono tanti sprechi, vedremo nelle prossime settimane come intervenire’. Tra l’altro non tutti, dentro al governo, condividono l’accento perentorio della premier sulla possibilità di archiviare ‘le misure che’, ripete più volte, ‘non condividiamo politicamente’. Facile a dirsi, insomma, decisamente più difficile portare a termine i compiti a casa. Perché, è il ragionamento che corre sulle chat di alcuni funzionari dei ministeri poche ore dopo la riunione a Palazzo Chigi, le misure decise da altri governi, soprattutto da quelli guidati dal centrosinistra, sono diventate strutturali. I beneficiari, famiglie, imprese o enti locali che siano, vivrebbero il taglio per quello che è, cioè una sottrazione di risorse”. “(…) E poi c’è il Superbonus. Quando Giorgetti prende la parola per illustrare il contesto della manovra, lo inserisce tra le tre criticità che avvolgono la manovra, insieme alla quantificazione delle entrate del primo semestre e al risiko europeo sul Patto di stabilità. ‘Nonostante gli interventi che abbiamo messo in campo – chiosa – il Superbonus ci costa ancora 3,5 miliardi al mese’. La fotografia che il Mef scatterà sui bonus edilizi nei prossimi giorni dirà quanto spazio dovrà essere sacrificato. Qualcuno, dentro all’esecutivo, paventa un ulteriore taglio, ma l’idea è agganciata alla necessità di trovare le misure, ‘che arrivano dal passato’, da cestinare. La premier è stata chiara, tuttavia molte delle misure sono state già cancellate nei mesi scorsi, come il Reddito di cittadinanza: i risparmi torneranno utili in vista della manovra per il 2024, ma servono molte più risorse”, conclude il quotidiano romano.