Ha costruito il suo impero commerciale grazie alle risorse del clan La Torre di Marcianise, fornendo in cambio appoggi e coperture: con
Ha costruito il suo impero commerciale grazie alle risorse del clan La Torre di Marcianise, fornendo in cambio appoggi e coperture: con questa accusa, due anni dopo l’annullamento da parte del Riesame di una precedente ordinanza di custodia cautelare, Giuseppe Mandara, titolare di uno dei più noti marchi di mozzarella, torna agli arresti. La Procura ha infatti individuato nuovi elementi (soprattutto le dichiarazioni di nuovi collaboratori di giustizia) che hanno indotto il gip a emettere una seconda ordinanza per associazione camorristica. Il provvedimento gli è stato notificato oggi dagli uomini della Dia, coordinati dal capocentro Giuseppe Linares. Tra gli episodi contestati all’imprenditore c’è il depistaggio delle indagini sull’omicidio di Antonio Nugnes, vicesindaco di Mondragone vittima della lupara bianca nel 1990 e padre di Daniela, attuale assessore regionale all’Agricoltura. Nugnes, che aveva già subito un attentato nel 1987, fu fatto uccidere dai La Torre perché si opponeva al loro strapotere nella cittadina e in particolare perché non voleva cambiare la destinazione di alcuni terreni su cui il clan voleva costruire una clinica. Le indagini imboccarono subito questa pista, ma Mandara, come hanno confermato agli inquirenti le tre figlie, cercò di accreditarne una alternativa, di tipo passionale. Disse infatti, prima alle figlie e poi alla polizia, che Nugnes poteva essere fuggito con una donna o a causa di una donna, dal momento che aveva messo nei guai la figlia minorenne di un suo colono. I familiari dello scomparso e gli agenti compresero presto che si trattava di bugie finalizzate a sviare l’attenzione dal vero movente dell’omicidio. Il boss Augusto La Torre, nel frattempo divenuto collaboratore di giustizia, rivelò poi cosa fosse davvero accaduto e raccontò che, quando aveva deciso di rifugiarsi a Corfù per sfuggire a un eventuale arresto nell’ambito delle indagini sull’omicidio, fu proprio Mandara a dargli i 20 milioni di lire necessari. Dopo avere deposto come persona informata sui fatti nell’ambito dell’inchiesta sul depistaggio, l’assessore Daniela Nugnes è tornata in Procura per segnalare alcuni episodi a suo parere strani che coinvolgevano anche Mandara. A causa del suo incarico, infatti, Nugnes si occupa della produzione di mozzarella e ha dovuto incontrarsi proprio con l’uomo che, secondo l’accusa, tentò di proteggere gli assassini del padre infangando la memoria della vittima.