Manca anche l’onore: basta e avanza perché il mondo rafforzi la condanna a Putin e alla banda di Mosca

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in foto Vladimir Putin

Gli autori di romanzi di fantascienza, più precisamente di fantapolitica, ancora una volta stanno rimanendo spiazzati per la portata di eventi reali, ben più disastrosi di quelli da loro narrati. Sono gli stessi che In questi giorni stanno affliggendo una parte consistente dell’umanità. Il preambolo è superfluo, meglio andare direttamente al nocciolo della questione. Della o delle guerre che stanno tormentando l’umanità si sta dicendo di tutto, probabilmente anche più di quanto occorra, senza che ciò contribuisca a convogliare il loro andamento verso soluzioni incruente.
Si parla purtroppo marginalmente del dopo, molto spesso con la stesso atteggiamento mentale descritto in una canzone ormai datata, ” domani è un altro giorno, si vedrà”. Ciò che più dispiace è che tale atteggiamento porta inevitabilmente, non si sa quanto in buona fede, a tramandare alle prossime- si, è necessario usare il plurale -generazioni la mole di problemi che si stanno accumulando nel tempo. Non vuole essere una ripetizione sterile, bensì un approfondimento del problema, ancora un commento su ciò che sta accadendo in buona parte del mondo, non solo ai confini a est dell’Europa. È in atto una distruzione di ricchezza che già fino a oggi, mentre la guerra è nel pieno della sua violenza, ha causato disastri di dimensione biblica e una strage di civili, in aggiunta ai militari, dall’una e dall’altra parte dei contendenti. Il resto del mondo sta condannando tutto ciò, riconoscendo nessuna attenuante ai boia di Mosca. Senza alcuna ombra di cinismo è doveroso riaffermare che, accanto a quanto accennato, sta aumentando la guerra sta facendo ampliare il suo effetto più diretto. Si tratta della povertà assoluta in uno con un più generico impoverimento dei paesi con un’economia, fino a circa tre anni or sono, definita, a ragion veduta, avanzata. Sta accadendo che la capacità di spesa per le famiglie e di investimento per le aziende, continui a diminuire drasticamente. Bisogna aggiungere che il mostro che si aggira per il mondo è multiforme e si alimenta di sé stesso.
Meno mezzi di produzione permettono di immettere sul mercato una quantità molto limitata di beni e servizi; la loro compravendita, anche se fosse totale, non permetterebbe di portare a casa finanza sufficiente a sopravvivere e a investire.Di conseguenza, la si voglia definire recessione o, più realisticamente, stagnazione, il triste vicenda è in atto. Quest’ultima indica un fenomeno per ipotesi di medio lungo periodo e dagli economisti è ritenuto uno dei più temibili per la normale crescita e il conseguente sviluppo di un paese. Alla base di questa situazione è da porre, con una buona percentuale di attendibilità che, senza un barlume di ripresa economica, chiamandola per nome ripresa della produzione, non si va da nessuna parte. Il FMI, Fondo Monetario Internazionale, proprio in queste ore ha dipinto un’altro quadro della vicenda di cui innanzi, con tinte ancora più fosche di quella precedente. C’è da sottolineare che anche quest’ultima espressione è diversa da paese a paese e, nell’aggregato, è ancora più negativa, per gli effetti indiretti provocati dall’import export. Non è una scoperta dell’acqua calda la conferma che, se non si raggiungesse un cessate il fuoco onorevole per l’Ucraina, destinato così a durare, ogni altra strategia subirebbe la stessa sorte dei castelli di sabbia in riva al mare. È proprio il caso di citare l’espressione francese “à la guerre comme à la guerre”, nel senso che, non è certo da dire accompagnandolo con un sorriso, o Putin e la sua premiata macelleria la smettono o bisogna necessariamente attivarsi perché ciò accada. È successo già in passato, quindi nascondersi dietro il dito del buonismo non varrebbe a niente. Del resto nelle masserie, comparendo addirittura su oggetti di ceramica stampati, è molto usata l’ espressione “chi si fa pecora viene divorato dal lupo”.Essa non è mai andata in soffitta, eppure è in uso dalla notte dei tempi.