Malazè 2017, nun vac ‘e press ovvero slow experience

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Parte da Bacoli e Miseno, con la presentazione alla stampa, la XII edizione di Malazè, l’evento enoarcheogastronomico dei Campi Flegrei. Dal 2 al 19 settembre un ricco programma di eventi animerà ancora una volta la fine dell’estate. Non è solo un’iniziativa per la promozione del territorio ma la creazione e la realizzazione di una vera e propria filosofia culturale ed economica. Un grande progetto di turismo esperienziale partito dal basso e condiviso da associazioni, produttori, ristoratori. Sia che si tratti di visite giornaliere, weekend o permanenze più lunghe l’obiettivo è quello di accogliere viaggiatori piuttosto che turisti. Non potrebbe essere altrimenti per una terra che offre storia, archeologia, buon cibo e mare senza soluzione di continuità non solo territoriale ma mentale.
 Nonostante la scarsa sensibilizzazione delle istituzioni e le difficoltà legate alla mobilità, tanti i risultati già raggiunti, la scoperta della cucina geotermica e, soprattutto, la valorizzazione dei vitigni flegrei che sono diventati una realtà affermata nel panorama del settore tanto da affiancarsi, rivela Gerardo Vernazzano, presidente del Consorzio di tutela dei vini dei Campi Flegrei, Ischia e Capri, ad altre importanti soggetti produttivi come il Consorzio dei vini del Soave, quelli della Tuscia e dell’Etna. 
La zona di produzione delle uve destinata alla trasformazione in vino denominazione di origine controllata “Campi Flegrei”, nei tipi bianco, rosso, Falanghina e Piedirosso o Pèr ‘e palummo, comprende l’intero territorio dei comuni di Procida, Pozzuoli, Bacoli, Monte di Procida e Quarto e parte di quelli di Marano di Napoli, tutti in provincia di Napoli. Il riconoscimento Doc è avvenuto nel 1994, mentre è di aprile 2017 la partecipazione a Vinitaly. 
Il battesimo di Malazè è tutto all’insegna di Bacco: sabato 2 settembre si apre alla Maison Toledo di Pozzuoli con i “Bianchi 2016 nei Campi Flegrei” dalle 9,30 alle 13,30 e alle 17,30 un Seminario di approfondimento e degustazione sui vini da vigneti a piede franco dal titolo “Il Piede Franco, l’importanza delle radici”. Alle 19,00 all’interno del Vulcano Solfatara, “Sulphur and Wine”, degustazione dei vini delle aziende del consorzio flegreo in abbinamento a piccole pietanze tipiche preparate per l’occasione dalla ristorazione d’eccellenza.
Una vetrina d’onore per risultati importanti, raggiunti attraverso un intenso lavoro di selezione e miglioramento produttivo e di comunicazione. Grazie alla tecnologia, ad esempio, la bottiglia parlante fornisce in tutto il mondo informazioni sul territorio di provenienza, incentivandone la conoscenza. 
Sebbene sia naufragato il sogno di una Fondazione per unire “tutto il know how maturato in questi anni dai soggetti della rete Malazè” sarà presentata a settembre, annuncia Rosario Mattera, storico fondatore della manifestazione, Malazè onlus, un laboratorio di comunità per raccogliere tutte le esperienze, le professionalità, le relazioni, le pratiche comunicative e organizzative attivate negli anni in ambito culturale e sociale e assicurarne la continuità.  Tantissime le partnership: le associazioni, tra le quali ArteMide e Misenum, Sinergie Campane, Vivara onlus e Lagovivo, e le aziende, quali il ristorante “Da Fefè”, l’”Azienda agricola Km.0 Flegreo – Agriturismo Don Salvatore”, l’hostaria flegrea, “La fescina”, e l’“L’osteria tra i due laghi – AbrAxas”, l “Officina bufala” di Francesco D’Alena con le sue prelibatezze dolciarie a base di latte di bufala, “Delizia Torrefazione” di Chiara Turturiello e il suo caffè artigianale tostato a legna, l’”Azienda agricola Piscina Mirabile”. Per la prima volta partecipa un comune, quello di Monte di Procida che festeggerà con le sue specialità culinarie le 110 candeline con l’evento “Il Sapere è ricco di sapore”. Con oltre 70 eventi in cartellone, tra miti, storia, scienza e gastronomia, da Nisida a Baia,  Malazè si conferma anche per quest’anno un progetto di sviluppo integrato e sostenibile, esempio di “best practice” non solo per la valenza culturale ma come modello economico, particolarmente adatto a zone in cui è necessario conciliare la crescita con il delicato equilibrio ambientale e antropologico.
Dai Campi Flegrei, buon Malazè.