di Nico Dente Gattola
Oggi giorno basta poco per definirsi scrittori, un cimento cui tanti si dilettano al punto che il nostro può dirsi un paese di scrittori e purtroppo non di lettori.
Occorre però non arrendersi all’evidenza e non essere pigri; avere la curiosità di leggere autori nuovi forieri di vitalità e sensazioni positive e che per restare alle nostre latitudini il panorama editoriale napoletano ancora propone e segnatamente Guida editori.
Ebbene il romanzo “ Magnolia” ultima fatica letteraria del cardiochirurgo napoletano Gianluca Santise è sotto questo aspetto una piacevole sorpresa e dimostra come l’autore abbia le stimmate dello scrittore di “razza” con un libro ben scritto che si lascia leggere con una trama che rapisce il lettore e ne cattura l’attenzione sino alla fine.
Ci troviamo infatti al cospetto di una narrazione assolutamente originale con il protagonista del libro Roberto che un bel giorno si risveglia in un cottage della campagna londinese senza sapere perché fosse capitato lì e soprattutto chi fosse.
Una storia che ha il suo centro nella memoria e nel ruolo che i ricordi giocano nella nostra quotidianità , la cui perdita è il filo conduttore per dipanare le vicende dei protagonisti e che si svolge tra Napoli e L’Inghilterra.
Unica bussola esclusivamente un diario che costituisce con le annotazioni contenute il punto da cui partire per orientarsi e andare alla ricerca delle certezze perdute.
Diario che diventa quindi indirettamente un tramite con il suo passato e quindi con la sua vita, perché in esso non ci sono indirizzi o numeri di telefono ma qualcosa di più prezioso ed unico: vi sono annotate fatti e impressioni che per lui avevano avuto un tempo importanza.
Del resto in un diario ognuno di noi annota ciò che l’ha colpito che ha destato un sentimento, difficile che si scriva di qualcosa che ci abbia colpito.
Quindi un qualcosa che “scava dentro” il personaggio negli anfratti più intimi della sua personalità e la cui riscoperta è uno degli aspetti più simbolici del libro.
A fare da contraltare alle peripezie di Roberto costretto a ricostruire finanche la sua identità partendo da un diario, unica testimonianza da cui partire avendo perso la memoria, sua moglie Linda che si ritrova all’improvviso a non avere più notizie di suo marito.
Linda sia pur in preda a tanti dubbi in apparenza scontati, del resto chi non penserebbe ad un abbandono per un nuovo partner in una vicenda del genere? Si mette alla ricerca del suo Roberto.
Una ricerca in cui la protagonista femminile mette in risalto tutti i suoi tormenti che si sposano perfettamente con il bagaglio di emozioni e insicurezze di cui la sua compagna di avventure Loredana è portatrice.
E si perché questo è un libro che va a fondo nei sentimenti dei personaggi; l’autore sotto questo aspetto fa decisamente centro, mette a nudo l’aspetto più intimo, riuscendo a trasmettere al lettore le certezze (poche) e le incertezze (tante) di ognuno di loro.
I personaggi principali del libro oltre a Roberto e Linda come detto marito e moglie , sono anche Frankie e Loredana e Kya per ognuno Santise riesce nel compito di dare prevalenza alle vicende interiori che si vedrà nel corso della storia ne condizionano le vicende.
Questo perché i personaggi principali e non sono descritti come una persone reali e credibili in cui il lettore si può agevolmente riconoscere, perché le loro incertezze e i loro dubbi sono in realtà i nostri: insomma sono come uno specchio in cui riflettersi.
Certo come detto la memoria ha un ruolo portante ma a ben vedere i sentimenti sono il seme per darle vita e non a caso la vera distanza tra Roberto e Linda è data dalla barriera che si era creata tra di loro ,anche se per buona parte del libro il lettore non se ne rende conto.
Il vero colpo di scena a leggere nascosto tra le pieghe delle pagine è forse questo perché i protagonisti hanno una propria anima che viene fuori nel corso del racconto e sotto questa prospettiva anche la memoria acquista una sua dignità e non si limita ad essere un mero simulacro del passato e del tutto arido privo di una prospettiva.
Ora non sveliamo se Roberto ritroverà davvero la memoria ma di sicuro possiamo dire un passaggio decisivo nella storia si verifica allorquando finalmente i sentimenti prevarranno e vi sarà un chiarimento con sua moglie.
Non importa il passato, non importa quello che è successo: l’unica cosa che conta è che finalmente è venuta meno la barriera che più o meno inconsapevolmente aveva alzato con la sua Linda.
Ed allora come d’incanto tutte i pezzi del puzzle di questa storia tornano al loro posto ed ogni personaggio viene visto finalmente nella sua vera dimensione.
Per dire anche un personaggio tutto sommato incolore sino a quel momento come Kya , che sembrava vivere il rapporto con il suo compagno senza particolari problemi , viene vista nella sua vera dimensione con tutte le sue debolezze, svelando un vissuto ,sino al finale del libro impensabile.
Attenzione non si tratta del tradizionale “ happy ending”, che sarebbe troppo scontato e non renderebbe giustizia ad un romanzo avvincente ed originale ma di una certezza che pervade il lettore e che è molto importante perché la bellezza di un libro è data anche dalle sensazioni che desta e dalle convinzioni che genera; risultato in questo caso raggiunto senza alcun dubbio.
Però Magnolia nera è anche tanto altro : in primo luogo è un omaggio di Gianluca Santise alla sua vicenda umana e professionale che l’ha portato ad essere un cardiochirurgo affermato è quindi si può dire un viaggio nei suoi sentimenti in un certo senso.
Napoletano di nascita , Santise professionalmente si forma anche a Londra per poi tornare nella sua città natale dove oggi felicemente vive, portandosi dietro però sicuramente qualcosa della sua esperienza oltre Manica.
Nelle pagine del libro non è possibile cogliere le sensazioni meglio il vissuto di chi lavora fuori Napoli e si trova poi a rivivere la tanto amata ma difficile città o si trova a vivere una realtà opposta e per certi versi agli antipodi come Londra.
Come del resto accade a Roberto che ha lavorato in Inghilterra e a Linda e Loredana che si ritrovano loro malgrado a cercare risposte sulle rive del Tamigi nella capitale Inglese.
Ecco che Napoli viene vissuta e raccontata con gli occhi di chi è lontano e non la vive quotidianamente con un quadro descrittorio che contiene l’obbiettività dovuta ma sotto sotto anche la nostalgia di chi non la può vivere tutti i giorni.
Quello che si coglie nella lettura è il tentativo , per la verità ben riuscito , è di evidenziare le sensazioni che provano i tanti giovani che si allontanano dalla “ madre” Napoli alla ricerca di un lavoro e di una vita differente.
Sensazioni che ha provato lo stesso autore che ha vissuto come detto in Inghilterra ed ha vissuto in determinati momenti la città attraverso i ricordi ed il libro sembra scritto anche per ricordare un percorso di vita.
In ogni caso chi per i tanti motivi della vita si è allontanato da Napoli, non può non provare le sensazioni che traspirano dal libro e che inevitabilmente portano un senso di alienazione quando si ritorna anche per poco in città.
E si perché chi sta fuori nota con maggiore attenzione ciò che non va e se critica lo fa solo per affetto poiché vorrebbe che Napoli fosse migliore, piaccia o meno ma è una sensazione che prova chiunque viva lontano per qualche tempo.
Romanzo quindi come detto autobiografico sotto certi aspetti ma che è anche un omaggio ai sentimenti che sono alla base di ognuno di noi e che danno valore alla a memoria di ognuno di noi.
Memoria che è in ogni caso la bussola della vita di ognuno essere umano e che per i protagonisti del libro è la base da cui partire per ritrovare la propria vita.
Di solito la memoria è qualcosa di statico mentre nella narrazione della storia e quindi per Roberto ovvero il protagonista hanno un valore ancora maggiore .
Non è però importante se il protagonista ritrova la memoria o come la ritrova , ma come si trova nel corso della narrazione a ricostruirla perché la memoria è qualcosa di inestimabile per il protagonista e quindi per ognuno di noi.
Ma cosa rimane al termine della lettura? Magnolia Nera è un libro che genera emozioni e lascia al termine della lettura delle sensazioni positive in quanto i sentimenti sono ciò che danno senso alla memoria e le consentono di poter essere un valore aggiunto per ognuno di noi.
Magnolia Nera è quindi una piacevole sorpresa che coinvolgerà il lettore dall’inizio alla fine.