Magistratura onoraria, una categoria che merita molto di più 

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(Imagoeconomica)

di Vincenzo Crasto* 

All’indomani dell’inaugurazione dell’anno giudiziario come Presidente AIMO, desidero condividere alcune riflessioni sul ruolo della magistratura onoraria di cui per motivi di spazio nella cerimonia di Castel Capuano non è stato possibile dare lettura.
La magistratura onoraria in questi ultimi anni ha vissuto una vera e propria rivoluzione copernicana. La legge di Bilancio 2022 ha modificato la cd. riforma Orlando del 2017.
Tanto per cominciare sono in corso di svolgimento le prove valutative dei magistrati onorari.
Abbiamo poi anche l’aumento di competenza ed inoltre, per effetto della riforma Cartabia dal 1° marzo 2023, la competenza generale per valore del giudice di pace è raddoppiata, passando da 5.000 a 10.000 euro per le liti relative a beni mobili.
Certo questo è un chiaro riconoscimento dei meriti della magistratura onoraria.
Tuttavia le criticità non sono finite qui; difatti tanto per restare in tema l’atto introduttivo del giudizio non è più un atto di citazione ma un ricorso con inevitabili rallentamenti nella trattazione delle cause.
A ciò va aggiunto il processo di digitalizzazione, anch’esso introdotto nel 2023.
Ebbene lo diciamo con grande chiarezza: oggi siamo un bivio: o si approva il disegno di legge all’esame del Senato, già approvato dalla Camera in prima lettura o sarà il crollo del sistema.
Solo la riforma può conferire ai magistrati onorari quella serenità e quella dignità di cui hanno bisogno per amministrare bene e celermente la giustizia. Oggi la loro condizione è semplicemente mortificante ed è causa di una vera e propria emorragia di giudici di pace.
Si pensi che all’ufficio del gdp di Napoli in pianta organica sono previsti 250 giudici, ma in servizio sono una trentina circa.
Il telematico poi inspiegabilmente non è quello del tribunale, ma è una diversa piattaforma che semplicemente non funziona.
Invero, a pochi mesi dall’introduzione del processo telematico dinanzi al giudice di pace, tali magistrati hanno fatto sforzi notevoli per continuare ad assicurare l’efficienza del sistema giustizia, ma è una battaglia persa.
Purtroppo è inutile nasconderlo molte difficoltà derivano anche dai disservizi che soprattutto al Giudice di Pace si riscontrano nel processo telematico.
Recentemente i disservizi o anche l’interruzione del collegamento alla piattaforma telematica si sono protratti anche per una settimana.
Inoltre, giudici segnalano casi in cui, dopo aver ascoltato alcuni testimoni, il sistema non ha consentito di salvare le deposizioni rese.
Purtroppo il sistema è talmente farraginoso che difficilmente consentirà di trattare più di 20 fascicoli per ciascuna udienza.
Ma come ovviare a tutto ciò? Tanto per cominciare occorre completare la digitalizzazione degli uffici.
Non è accettabile che ci siano uffici nel circondario per cui la digitalizzazione non si sa neppure quando verrà completata.
Ma è sin troppo chiaro occorrono fondi ed in questo senso mi chiedo se con tutti i fondi che il Paese riceve per il PNRR perché non sia possibile liberare risorse, direttamente o indirettamente?
Questo nonostante i magistrati onorari giudici di pace, got e vpo siano un elemento indefettibile del sistema giustizia. Recentemente i magistrati onorari nella Corte d’Appello di Napoli hanno depositato anche 300mila sentenza in un solo anno ed un procedimento durava in media meno di una anno.
Nel circondario le sentenze emesse dal Tribunale di Napoli nel 2023 sono 12mila e poco meno del 10% sono redatte da magistrati onorari. I magistrati onorari affrontano questioni di particolare complessità, quali giudicanti nei tribunali civili e penali, si pensi poi alla materia dell’immigrazione di competenza del giudice di pace, alla materia penale nei processi dinanzi al giudice monocratico, in cui l’accusa è nella totalità dei procedimenti sostenuta da un vice procuratore.
La totalità dei pignoramenti mobiliari e presso terzi sono affidati ai got.
Va detto: molte criticità si trascinano dal Lockdown malgrado durante la pandemia i giudici di pace abbiano continuato a tenere udienza in presenza, fatta eccezione per il primissimo periodo di nemmeno 2 mesi, dimostrando spirito di sacrificio ed abnegazione .
Riteniamo che sarebbe utile per smaltire l’arretrato aumentato anche da quel periodo prevedere un incentivo alla produttività anche per i magistrati in servizio, come peraltro è già previsto dalla legge per i futuri magistrati onorari. Ciò sarebbe particolarmente utile per realizzare gli obiettivi posti dal PNRR e portare al paese un guadagno dell’1% del PIL pari a 15 miliardi di euro.
Ma purtroppo nulla di ciò ci sarà perché di fatto abbiamo una sorta di “ legge Pinto zero”
Il ministero della Giustizia negli ultimi anni ha in questo senso certificato che si tratta di una magistratura efficiente, che potremmo definire a “Legge Pinto zero”. Fino a pochi anni fa un processo dinanzi al gdp durava meno di un anno ma anche per via delle risapute scoperture nell’organico la durata è destinata ad aumentare sempre di più.

Le enormi scoperture di organico degli uffici giudiziari in ogni parte d’Italia sono evidenti.
A Napoli i giudici di pace in pianta organica sono oltre 250, nel 2004 erano 235, mentre oggi sono in servizio solo 28 giudici. Insomma con una scopertura del 90% dell’organico.
Il carico di lavoro, per ciascun magistrato è di oltre 1000 procedimenti, a Napoli è di circa 3000 è difficilmente sostenibile. Ciò potrebbe indurlo ad abbandonare o preferire un impegno in via non esclusiva.
Ora bando alle chiacchiere occorre solo trovare una soluzione ; certo è complicato, ma la situazione degli uffici è talmente grave che occorrerebbe trovare il modo di inserire i got nell’ufficio del gdp o espletare i concorsi in modo molto più veloce, magari riducendo la permanenza all’Ufficio per il processo.
Non possiamo però dimenticare le condizioni di lavoro in cui troppo spesso i magistrati onorari si trovano ad operare a cominciare dalla sicurezza degli uffici.
In questo senso desidero altresì porre l’accento sull’aspetto della sicurezza degli uffici del gdp.
Difatti con l’incremento delle competenze aumenta anche il rilievo dell’ufficio del gdp e lo stress a cui è sottoposto da parte dell’utenza. Ciò richiede uno sforzo delle istituzioni in quanto in molti uffici non esiste un filtro all’ingresso dell’ufficio giudiziario.
In virtù di tali considerazioni oggi i Giudici onorari operano in grandissimo affanno.
Si tratta di una spada di Damocle, che incide sull’autonomia e indipendenza della magistratura e di conseguenza si ripercuote sul riconoscimento dei diritti dei cittadini.
Per l’apporto che forniscono e per l’abnegazione che mostrano quotidianamente nell’amministrazione della giustizia i magistrati onorari meritano molto di più di quanto oggi viene loro riconosciuto e si badi non parliamo solo del trattamento economico ma delle condizioni di lavoro, del trattamento previdenziale ,delle garanzie previste a loro tutela.

*presidente dell’Aimo (Associazione italiana magistratura onoraria)