Magistratura onoraria, cambiare tutto per non cambiare niente?

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di Nico Dente Gattola*

Come ogni anno, questa volta in presenza dopo l’interruzione della pandemia si è nuovamente svolta in presenza, momento importante, perché è una sorta di “ rendiconto” sullo stato della giustizia nei vari distretti  di Corte Di Appello? Del paese.
Momento solenne, dall’esterno può apparire  troppo formale, troppo retorico, ma non è   così: al di là di ogni cerimoniale è in ogni  caso  un punto da cui partire  in vista dell’anno appena cominciato.
Evento cui sono chiamati a partecipare per l’apporto fornito tutte le componenti della giustizia, ivi compresa anche la Magistratura Onoraria.
Ora se pensiamo all’anno appena trascorso come possiamo definire la situazione della Magistratura Onoraria?
Diciamo subito che ci si aspettava all’indomani del varo della disciplina una maggiore chiarezza e tempi molto più celeri, mentre allo stato nulla di ciò è avvenuto.
A voler essere buoni l’intera procedura è avvolta da una nebbia fitta, tanto è vero che coloro che hanno già sostenuto la prova, si sono in gran parte trovati a fare una scelta come dire al “buio “ senza sapere esattamente quanto percepiranno se sceglieranno il tempo pieno o il tempo parziale.
Non è una battuta è purtroppo la nuda e cruda verità, se pensiamo ai colleghi che si sono trovati a fare la classica scelta di vita, senza sapere effettivamente a cosa vanno incontro e magari adesso dopo essersi cancellati dall’albo degli avvocati si trovano in un limbo.
Per questo motivo davanti ad un quadro del genere è bene chiarire come non è tutto oro quello che luccica e  questo per la verità era chiaro sin dall’inizio, per evidenti limiti della procedura.
Procedura valutativa che bisogna essere onesti, abbonda di “bizantinismi” , tanto è poco logica in alcuni suoi punti, come del resto riconosciuto anche da gran parte della Magistratura professionale.
Non si comprende in tal senso per quale motivo si sia scelto di spalmare la procedura su tre anni: appare poco plausibile che la scelta sia dovuta ad una differente anzianità di servizio dei candidati; lo svolgimento di una sola procedura per tutti i candidati sarebbe stato nettamente preferibile per tanti motivi.
Il criterio dell’anzianità va chiarito è nel caso specifico del tutto fuori luogo ed applica delle differenze tra onorari che sostanzialmente svolgono le stesse funzioni e che non potranno mai avere avanzamenti di carriera.
Laddove si volesse accettare questo principio, occorre precisare che la distinzione poteva essere fatta anche se si fosse optato per fare una sola procedura valutativa.
Senza contare che in questo modo si sarebbe assicurata uniformità di valutazione per tutti i candidati, piccolo dettaglio ma significativo, poiché i criteri possono benissimo cambiare da una commissione all’altra, legittimo ci mancherebbe.
Dall’esterno si direbbe positiva pensando alla riforma c.d. “Cartabia” che dovrebbe cambiare i destini della categoria; usiamo il condizionale  perché sul punto registriamo più di qualche incertezza.
E si perché sulla scorta della procedura per infrazione avviata dalla Commissione Europea? lo stato italiano, metteva mano ad un progetto che previa superamento di un colloquio valutativo, assicurava ai partecipanti la permanenza in servizio fino ai 70 anni.
In più la possibilità di optare per il tempo pieno o il tempo parziale, con un fisso che varia  in funzione della scelta.
I punti  critici sono molteplici se si pensa che la procedura di valutazione, viene spalmata su tre anni in base all’anzianità di servizio, con differenze nel trattamento economico.
Senza dimenticare l’obbligo di rinunzia ad ogni diritto pregresso che anche i più strenui sostenitori nella categoria della riforma, hanno decisamente fatto fatica ad accettare.
Per tacere  inoltre dell’aspetto previdenziale  mai chiarito e del discorso economico assolutamente insufficiente se paragonato all’impegno richiesto.
Ora non è che il Magistrato Onorario, voglia essere   equiparato ad un magistrato professionale, ma a fronte di un carico di lavoro e di responsabilità simili, la retribuzione non può essere quella di un funzionario di cancelleria.
Questo senza alcun disprezzo o mancanza di rispetto verso questa figura professionale, imprescindibile nell’amministrazione quotidiana della giustizia, composta da esemplari professionisti, ma il Giudice Onorario svolge funzioni analoghe ad un magistrato di carriera ed è quindi legittimo abbia uno stipendio che sia corrispondente all’impegno richiesto.
Ancora a  nessuno è sfuggito che rispetto alla Orlando, non venivano modificati punti assolutamente delicati come il disciplinare e i trasferimenti.
Disciplinare che prevede la sola revoca ? senza sanzioni intermedie, con la conseguenza che anche per una semplice contestazione ci si può trovare fuori dalla magistratura onoraria.
Non è che si voglia per carità l’impunità, se uno sbaglia e giusto che paghi, tanto più che un magistrato onorario è chiamato  ad amministrare la giustizia,ma francamente appare eccessivo non prevedere sanzioni interlocutorie, anche  se non altro  per favorire una maggiore serenità di giudizio.
Ma è sotto l’aspetto dei trasferimenti che la legge mostra palese contraddizioni, poiché non ha senso laddove si preveda la permanenza in servizio fino a 70 anni come per un magistrato togato escludere la possibilità di chiedere un trasferimento.
Infatti avendo provveduto a  disciplinare la figura  del magistrato onorario, in modo giusto o sbagliato, non ha rilevanza in questa sede, appare poco credibile l’obiezione che si rischia di avallare idee di equiparazione al Magistrato togato.
Superata la pregiudiziale che una toga onoraria possa restare in servizio fino all’età pensionabile,appare opportuno garantire la possibilità di consentire di poter cambiare sede lavorativa, semplicemente per gli stessi motivi per cui tale possibilità è garantita ad un giudice professionale.
Ma all’alba di un nuovo anno giudiziario, possiamo dire che da qualsiasi prospettiva la si guardi la situazione della magistratura onoraria è in una grande incertezza.
Anche solo rimanendo alla riforma Cartabia, infatti non si può fare  a meno di notare che anche tralasciano le necessarie migliorie, sia sostanzialmente un cantiere aperto.
Tanto è vero che oltre alle problematiche già evidenziate ad oggi nulla è dato sapere circa le modalità di pagamento una volta a regime il nuovo sistema e meno ancora si conosce circa i tempi di svolgimento della seconda tornata delle procedure di valutazione.
Nella fretta di bloccare gli effetti della procedura per infrazione, non si è pensato a disciplinare adeguatamente ciò che si andava ad avviare.
Questo è il vero problema, poiché su molteplici aspetti legati alla riforma, non si era preparati all’entrata in vigore.
Si badi i ritardi e le incertezze che stiamo scontando in questo momento, non sono dovuti al dibattito nato con il cambio di governo, circa il superamento o la modifica della riforma Cartabia, ma è frutto di problemi che questa si porta dentro.
Infatti eventuali modifiche non sono condizionate dal fatto che la riforma vada o meno a regime, ma seguono una propria strada.
E’ bene chiarire ciò, perché il dibattito infiamma gli animi di tanti e la magistratura onoraria ha bisogno di tutto, tranne che di ulteriori divisioni che troppo spesso in passato hanno impedito di raggiungere gli obiettivi prefissati.
La riforma deve essere varata ma è imprescindibile sia legata a delle modifiche,senza si rischia di vanificare la spinta propositiva che può dare la magistratura onoraria.
Oltre la riforma, un dubbio sorge, ovvero se lo stato abbia tratto un insegnamento della pluridecennale vicenda della Magistratura.
Ebbene all’inizio del nuovo anno giudiziario è opportuno fare chiarezza anche su questo aspetto: per nulla!
Come giudicare altrimenti il perseverare nel ricorso a nuovi Magistrati Onorari che inevitabilmente, non potranno godere del trattamento di coloro che erano già in servizio all’entrata in vigore della Orlando?
Ancor di più se si pensa che si parla già di ulteriori bandi.Viene da dire che al precariato non c’è fine… ora se la figura del Magistrato Onorario è ritenuta imprescindibile per tanti motivi, costui non può essere a tempo e con indennità ci si perdoni con tutto il rispetto molto più vicine ad un reddito di cittadinanza, con tutto il rispetto ci mancherebbe.
Ecco perché oggi il pericolo per la magistratura Onoraria è quello di finire come nel romanzo di Tommasi di Lampedusa in cui si cambia tutto per non cambiare nulla.

*Magistrato Onorario Tribunale Torre Annunziata