Magistrati, l’allarme di Roberti (Dna): Mafia, al Sud organici giudiziari inadeguati

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Nel nostro Mezzogiorno gli organici giudiziari appaiono troppo spesso “paurosamente inadeguati, al contrasto delle organizzazioni criminali e delle mafie. Il grido d’allarme è stato lanciato oggi dal procuratore nazionale antimafia (Dna), Franco Roberti che ha partecipato ad una tavola rotonda sui reati di estorsione e di usura organizzato dal Viminale presso la sede didattico-residenziale del Viminale a Roma. Roberti ha sottolineato come, soprattutto in un momento di crisi economica come quello attuale, “ci vorrebbe più Stato per rendere più forte – ha detto – la lotta all’evasione fiscale e ad ogni altro tipo di reato economico“. Parlando poi del nostro Mezzogiorno, il procuratore antimafia ha aggiunto che “buona parte della questione meridionale è oggi una questione criminale. Ho la personale convinzione – ha poi aggiunto – che per superare il gap tra centronord e centrosud ed avere, quindi, un vero sviluppo, bisogna combattere efficacemente le organizzazioni criminali“. Eppure, ha sostenuto, in questo momento lo Stato non si è ancora dotato di “strumenti adeguati” come quelli di organici giudiziari al passo con le emergenze. Lo stesso Roberti ha, a questo proposito, citato il caso della Dda di Catanzaro dove in questo momento operano solo sei magistrati costretti, è stata la sua denuncia, a chiedere continui rinvii dei processi che non riescono a coprire. “Questa è una situazione inconcepibile e molto dannosa per la tempestività della risposta giudiziaria che resta il miglior deterrente ai fenomeni criminali“.