M5s: l’ultimo saluto a Casaleggio, e il movimento lavora alla transizione

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Ultimo saluto a Gianroberto Casaleggio. Alle 11 nella basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano si terrà il funerale del cofondatore del Movimento cinque stelle che avrà carattere privato e familiare. Dietro le transenne molti cittadini, simpatizzanti del movimento e semplici curiosi. Mentre in coda, a lato della chiesa di Santa Maria delle Grazie dove si svolgerà la funzione, attendono familiari, amici e conoscenti che entreranno alla cerimonia funebre. L’ingresso alla basilica è aperto da pochi minuti e chi vuole entrare viene controllato con il metal detector portatile. La funzione verrà celebrata da padre Guido Bendinelli, priore del Convento domenicano di S. Maria delle Grazie in Milano. Per la volontà della famiglia in chiesa non sono ammessi operatori tv, fotografi, riprese con telefoni cellulari, striscioni o simboli politici.

Previsto un intervento di Dario Fo. Ieri il premio Nobel che si è detto “sconvolto oltre ogni misura” per la scomparsa di Casaleggio ha fatto sapere che interverrà.

“Dirò qualcosa di semplice e facile – ha detto Dario Fo – non so ancora cosa”. Di certo, farà piazza pulita di tutte le “cose spesso inventate e indegne” che sono state dette e scritte su Gianroberto Casaleggio. E farà di tutto per non essere banale proprio nel ricordo di una persona che “ha tolto di mezzo la banalità”. 

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Intanto il movimento lavora alla transizione. Prendendo anche spunto dal ‘testamento’ del fondatore del Movimento e guardando alla forma partito.

Casaleggio – consapevole del suo precario stato di salute e dei rischi ai quali potrebbero andare incontro i cinquestelle – nei mesi scorsi aveva già preparato una exit strategy: l’azienda nelle mani del figlio Davide; il M5S in quelle del “traghettatore” Beppe che gradualmente dovrebbe affidare la guida politica al direttorio e allo stesso Davide di cui è fraternamente amico. E’ questo il contenuto degli appunti che il “guru” milanese ha lasciato: un testamento con indicazioni chiare sulle prossime scadenze in vista del voto per le politiche che, secondo le sue previsioni, arriverà in anticipo nella primavera del 2017.

Negli appunti ci sono anche indicazioni chiare con ruoli e compiti. Figura di raccordo tra Milano e Roma dovrebbe essere quella di Roberto Fico: apprezzato dai parlamentari e ritenuto dallo stesso Casaleggio uno dei pentastellati con maggiori capacità di visione strategica. Il M5S dovrà, però, necessariamente cambiare pelle. Va da sé che la creatura politica a cinque stelle sia lentamente destinata ad assumere una struttura più tradizionale: quella di un partito. Una necessità, più che una volontà politica, messa in evidenza dalle difficoltà incontrate nelle amministrazioni locali, dove gli eletti con il simbolo del M5S spesso si sono rivelati “non alla altezza del compito” o hanno preso “decisioni contrarie allo statuto”. Così si è fatta strada l’idea di “collegi di garanti”, formati dai parlamentari, incaricati di selezionare la classe politica sul territorio. Se la rivoluzione passa, si tratterebbe di mini-direttori regionali formati dai parlamentari M5S a sostegno dei sindaci e dei consiglieri comunali cinquestelle: una struttura di partito.

Ultimo saluto a Gianroberto Casaleggio. Alle 11 nella basilica di Santa Maria delle Grazie a Milano si terrà il funerale del cofondatore del Movimento cinque stelle che avrà carattere privato e familiare. Dietro le transenne molti cittadini, simpatizzanti del movimento e semplici curiosi. Mentre in coda, a lato della chiesa di Santa Maria delle Grazie dove si svolgerà la funzione, attendono familiari, amici e conoscenti che entreranno alla cerimonia funebre. L’ingresso alla basilica è aperto da pochi minuti e chi vuole entrare viene controllato con il metal detector portatile. La funzione verrà celebrata da padre Guido Bendinelli, priore del Convento domenicano di S. Maria delle Grazie in Milano. Per la volontà della famiglia in chiesa non sono ammessi operatori tv, fotografi, riprese con telefoni cellulari, striscioni o simboli politici.

Previsto un intervento di Dario Fo. Ieri il premio Nobel che si è detto “sconvolto oltre ogni misura” per la scomparsa di Casaleggio ha fatto sapere che interverrà.

“Dirò qualcosa di semplice e facile – ha detto Dario Fo – non so ancora cosa”. Di certo, farà piazza pulita di tutte le “cose spesso inventate e indegne” che sono state dette e scritte su Gianroberto Casaleggio. E farà di tutto per non essere banale proprio nel ricordo di una persona che “ha tolto di mezzo la banalità”. 

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Intanto il movimento lavora alla transizione. Prendendo anche spunto dal ‘testamento’ del fondatore del Movimento e guardando alla forma partito.

Casaleggio – consapevole del suo precario stato di salute e dei rischi ai quali potrebbero andare incontro i cinquestelle – nei mesi scorsi aveva già preparato una exit strategy: l’azienda nelle mani del figlio Davide; il M5S in quelle del “traghettatore” Beppe che gradualmente dovrebbe affidare la guida politica al direttorio e allo stesso Davide di cui è fraternamente amico. E’ questo il contenuto degli appunti che il “guru” milanese ha lasciato: un testamento con indicazioni chiare sulle prossime scadenze in vista del voto per le politiche che, secondo le sue previsioni, arriverà in anticipo nella primavera del 2017.

Negli appunti ci sono anche indicazioni chiare con ruoli e compiti. Figura di raccordo tra Milano e Roma dovrebbe essere quella di Roberto Fico: apprezzato dai parlamentari e ritenuto dallo stesso Casaleggio uno dei pentastellati con maggiori capacità di visione strategica. Il M5S dovrà, però, necessariamente cambiare pelle. Va da sé che la creatura politica a cinque stelle sia lentamente destinata ad assumere una struttura più tradizionale: quella di un partito. Una necessità, più che una volontà politica, messa in evidenza dalle difficoltà incontrate nelle amministrazioni locali, dove gli eletti con il simbolo del M5S spesso si sono rivelati “non alla altezza del compito” o hanno preso “decisioni contrarie allo statuto”. Così si è fatta strada l’idea di “collegi di garanti”, formati dai parlamentari, incaricati di selezionare la classe politica sul territorio. Se la rivoluzione passa, si tratterebbe di mini-direttori regionali formati dai parlamentari M5S a sostegno dei sindaci e dei consiglieri comunali cinquestelle: una struttura di partito.