Mò, meridionalisti in campo
Marco Esposito sfida i partiti

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Il nome ricalca un’espressione tipicamente partenopea, un invito diretto ad agire all’istante, senza esitazioni, per unire le forze a prescindere dai colori politici. Si chiama “Mo!” Il nome ricalca un’espressione tipicamente partenopea, un invito diretto ad agire all’istante, senza esitazioni, per unire le forze a prescindere dai colori politici. Si chiama “Mo!” la lista civica sotto le cui insegne scende in campo per la presidenza della Regione campania il giornalista Marco Esposito. Un progetto partito dal basso, quello sposato dal segretario di Unione Mediterranea, che si fa portavoce delle istanze di movimenti e associazioni in prima linea per la riscoperta di una forte identità meridionalista, a difesa del proprio territorio e dell’ambiente, di diritti fondamentali quali quello alla salute e al lavoro. Una scommessa, quella di Esposito, che è anche una implicita risposta alla discesa a Sud di Matteo Salvini e della Lega Nord che punta, nei sondaggi, a quel 13 per cento di elettorato meridionale sensibile ai temi antieuropei e protezionistici promossi dal suo partito. Ma è a tutte le formazioni politiche che “Mo!” lancia il guanto di sfida: “E’ la prima volta in 155 anni di storia – spiega Esposito – che il Sud approda sulla scena politica con un’ iniziativa volta a riscattare il Mezzogiorno agli occhi d’Italia e restituire centralità politica a un territorio troppo spesso ignorato e tartassato dai governi che si sono avvicendati nel tempo. E che il Sud sia stato scaricato da tutte le formazioni politiche che di volta in volta sono state alla guida del Paese appare chiaro ogni qualvolta ci rechiamo in un ospedale, in una scuola, o prendiamo un mezzo pubblico. Ed è per questa ragione che la nostra lista – prosegue Esposito – non farà da stampella o da ruota di scorta per nessuna formazione partitica corresponsabile del disastro. Il Mezzogiorno non può più attendere: il tempo per il riscatto della nostra terra è adesso. Anzi: è Mò”. Sette i punti programmatici da cui dovrà partire la rinascita del Meridione: “Mò Sud”, una proposta di legge unica da approvare in tutte le regioni del mezzogiorno; “Mò Basta”, per fermare il federalismo voluto dal Nord e le discriminazioni territoriali; “Mò lavoro”, con burocrazia zero a sostegno delle imprese per un lavoro vero; “Mò Salute”, per garantire la tutela della salute dei cittadini attraverso campagne di prevenzione diffusa e una funzionale sanità pubblica; “Mò Felix”, per la definitiva soluzione al dramma della Terra dei fuochi ed un corretto ciclo di smaltimento dei rifiuti urbani, passando per politiche energetiche ecosostenibili; “Mò risparmio”, per una rete commerciale moderna che informi i consumatori circa la provenienza dei prodotti, per dare la possibilità di scegliere quelli del proprio territorio; e, per finire, “Mò liberiamoci”, per consentire al Sud di riappropriarsi degli spazi pubblici, scuole, beni comuni, risorsa idrica. Tra i punti del proprio programma per le Regionali della campania, la civica capeggiata da Esposito ha anche la tutela della dignità del territorio e il rispetto della verità storica. E’ già partita da diverse settimane la campagna “Mò reagiaMo” che proseguirà con un’azione specifica sui testi scolastici, mettendo sotto accusa quelli nei quali si alimentano i pregiudizi nei confronti dei meridionali. Tra i sostenitori della lista ci sono, tra gli altri, anche Angelo Forgione, autore del libro “Made in Naples” e Pino Aprile giornalista e scrittore del best-seller “Terroni” a cui ha fatto seguito il nuovo libro “Terrroni ‘ndernescional”, l’ex portavoce dei comitati della Terra dei fuochi Lucio Iavarone, l’attivista nel campo della scuola e dei ragazzi in condizioni di disagio Angela Procaccini, ex dirigente scolastico, Enrico Inferrera, imprenditore, presidente di confartigianato, Flavia Sorrentino, giovanissima portavoce del movimento meridionalista Unione Mediterranea, Annamaria Pisapia, imprenditrice identitaria, Alessandro Lerro, artista e baritono del coro del Real Teatro San carlo di Napoli, e l’architetto Marinella Giuliano.