L’ottimismo prudente di Sergio Mattarella nel suo discorso di fine anno: l’Italia ha ancora carte da giocare

in foto Sergio Mattarella

Il 2024 è stato salutato come sempre un po’ dovunque con botti e luminarie, non solo quelli tradizionali, ma anche quelli non specifici provenienti dai fronti di guerra. La notte scorsa, al rumore dell’esplosione di bombe proveniente dall’ Ucraina, se ne sono aggiunti altri, quelli provenienti da Israele, che l’anno scorso, di questi tempi, non c’erano ancora. Quindi l’anno nuovo non è stato accolto con il presagio che sarà problematico, bensì con la certezza che sarà animato da problemi vecchi e nuovi a iosa. Nell’attesa che il mondo smaltisca gli effetti travisanti dei vari rituali che si praticano per l’ occasione dello scambio di consegne tra l’anno vecchio e quello nuovo, si può provare a individuare come interpretano quel passaggio del testimone quanti sono deputati allo scopo. Quello che ne contiene buona parte del totale è di condurre la nave Italia, attualmente incagliata, fuori dalle secche. Un discorso colmo di senso pratico è stato quello fatto dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È tradizione che ciò avvenga l’ultima sera dell’anno, in TV a reti unificate, alle 20,30, quindi in un’ora che dovrebbe vedere le famiglie riunite e pronte per andare a tavola. Questa volta il Primo Cittadino ha rivolto la sua attenzione in particolare alla violenza, una espressione di essa sufficientemente lontana dall’Italia. Anche così non manca di far sentire anche nel Paese la suo eco. Ha aggiunto che dovrà essere adottata ogni misura che possa contrastare la violenza domestica e per le strade, con particolare attenzione al femminicidio. Ha ricordato tutto quanto la UE ha fatto per contrastare la violenza di ogni genere che sta dilagando all’interno dei suoi confini al pari che altrove. Comunque, con cauto realismo, Il Capo dello stato ha ribadito che il Paese ha diversi assi nella manica. Essi, se ben giocati, potranno aiutarlo in maniera consistente a risalire la china. Ritornando a una visione a più ampio raggio, Mattarella ha ricordato la ricorrenza del 25° anniversario dell’ introduzione dell’euro e le nuove candidature all’ingresso nella Casa Comune, quelle di Ucraina e Moldavia. Nei giorni scorsi c’è stata un’ altra riunione al vertice, questa volta a Bruxelles, tra coloro che hanno in mano le redini dell’ Europa Unita. Dalla Commissaria von der Leyen alla presidente della BCE Lagarde, senza tralasciare nessuna delle alte cariche che governano la UE, si sono trovati insieme in occasione del 25° anniversario della entrata in circolazione dell’euro. L’obiettivo è stato quello di verificare lo stato di salute di quella valuta dopo un quarto di secolo dalla sua comparsa sulle piazze finanziarie non solo europee. Per ricapitolare la sua genesi, quella valuta è partita bene e sta procedendo meglio. Si pensi che durante il cammino sin qui percorso da quella valuta, essa è entrata con successo in sostituzione di quella che era in corso nei paesi che si sono aggiunti al nucleo originario della Casa Comune. Solo per fare un esempio calzante a metà con uno degli aspetti della moneta unica, è sufficiente soffermarsi sulla Brexit. Si avrà così un’ idea di come si trovi a operare una nazione che si approcci alla UE dall’esterno: trova difficoltà di ogni genere, prima di tutte il rapporto di cambio tra le due unità di conto. Ciò nonostante che il paese d’ oltremanica non avesse ancora sostituito la sterlina con l’euro. Volendo con ciò rimarcare che chi in maniera fuori di ogni raziocinio continua a rimpiangere il tempo in cui ogni paese usava la propria moneta, sulla distanza temporale dovrebbe riconoscere la propria svista. A conferma di tanto, basti ricordare che anche l’ 0PEC, la potente associazione dei paesi produttori di petrolio, da qualche tempo accetta i pagamenti in euro oltre che in dollari. Eppure in passato quella organizzaziione aveva già escluso i regolamenti delle fatture sia con Franchi Svizzeri che con Sterline, entrambi considerati valute forti. Anche per la UE quello appena iniziato sarà un anno impegnativo. Ciò a prescindere dalle elezioni europee e da quelle presidenziali in USA così come in Russia, per ricordare solo quelle che, in qualche modo, condizionano il mondo. In definitiva il 2024 non sarà un anno come tanti altri trascorsi in un passato non vicino. Sarà talmente impegnativo da non trovarne di simili andando indietro per un lasso di tempo piuttosto lungo, almeno fino all’ ultima guerra. Domani l’Italia riapre: oltre a rinnovare gli auguri agli italiani è importante aggiungere quelli di buon lavoro. Senza tralasciare di augurare anche buona fortuna. Ne sarà necessaria tanta e anche più