Lotta al business della contraffazione Gli imprenditori pronti a fare sistema

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Un tutor d’azienda che possa garantire per le aziende extra-comunitarie che vengono a insediarsi in Italia e maggiori controlli “a valle”, ovvero estendere gli strumenti normativi sul sequestro preventivo anche alle azioni di contrabbando e falsificazione nella dichiarazione della composizione prodotti. Due proposte concrete per rendere più efficace la lotta a chi fa concorrenza sleale e lucra sulla pelle di imprenditori e sulla salute di consumatori spesso inconsapevoli. E’ quanto emerge dall’incontro dal convegno “Il Vero e il Falso. Scenari e proposte per combattere la contraffazione”, svoltosi ieri venerdì 17 marzo presso la Sala del Capitolo del Complesso Conventuale di San Domenico Maggiore di Napoli. Promosso dall’Associazione “Museo del Vero e del Falso” l’incontro è l’occasione per tessere comuni strategie di prevenzione e contrasto tra mondo imprenditoriale e quello istituzionale contro un fenomeno che, in particolare nel Mezzogiorno, rende ancora più difficile la vita delle imprese che operano nel rispetto delle regole. “Una giornata significativa per il territorio e per il mondo imprenditoriale – dice Jannotti Pecci, presidente di Confindustria Campania – perché dimostra che esiste un sistema istituzionale ed imprenditoriale coeso intento ad operare a favore della legalità e della valorizzazione delle produzioni italiane”. “E’ solo attraverso un dialogo continuo e fattivo tra le diverse istituzioni – afferma Luigi Giamundo, presidente dell’Associazione Museo del Vero e del Falso – che diventa possibile dar luogo ad azioni che possano incidere contro chi fa concorrenza sleale e mette in pericolo la salute e il benessere di tutti. Questo è un territorio sano, animato da tantissime imprese che lavorano onestamente, e sono orgoglioso che proprio Napoli e la Campania si facciano portavoce di una battaglia anche culturale contro la contraffazione”. All’incontro partecipano Nino Daniele, assessore al Turismo e alla Cultura Comune di Napoli, Costanzo Jannotti Pecci, presidente Confindustria Campania, Ambrogio Prezioso, presidente Unione Industriali Napoli, Luigi Giamundo, presidente Associazione Museo del Vero e del Falso, Paolo Bastianello, presidente Gruppo Tecnico “Made in” Confindustria, Gianluigi Borghero, partner Jacobacci & Partners Mandatario Marchio Italiano e Comunitario, Serena Moretti, responsabile Affari Legali Sistema Moda Italia, Gianni Russo, presidente Unic-Lineapelle, Annarita Pilotti, Presidente Assocalzaturifici, Maurizio Marinella, presidente Sezione Sistema Moda Unione Industriali Napoli, Fausto Zuccarelli, procuratore Aggiunto Procura della Repubblica di Napoli, Maria Vittoria De Simone, sostituto Procuratore Direzione Nazionale Antimafia, Paola Riccio, direzione Generale per la lotta alla contraffazione UIBM e Lisa Ferrarini, vice presidente per l’Europa Confindustria. L’Italia è il Paese europeo che paga il prezzo più alto al mercato del falso con più di 7 miliardi di euro all’anno di mancate vendite e circa 64 mila posti di lavoro bruciati. E’ il valore di una vera e propria “manovra finanziaria” se si considera che questi numeri si riferiscono al solo circuito abbigliamento-calzature, cosmetici, articoli sportivi, borse, giocattoli e gioielleria. A scattare questa drammatica foto sono gli analisti dell’European Union Intellectual Property Office nel Rapporto Annuale (luglio 2016). Se a questi dati si somma anche la contraffazione alimentare, che in Italia vale da sola 1 miliardo di euro (fonte Federalimentare), la falsa meccanica e la pirateria audio/video, si stima che i danni causati dal falso all’economia italiana si aggirino intorno agli 8 miliardi di euro e impediscano la nascita di oltre 130mila nuovi posti di lavoro. “A cosa serve – si domanda Ambrogio Prezioso, presidente dell’Unione Industriali di Napoli – comprare un giocattolo a costi stracciati, se può essere pericoloso per i nostri figli? Chi ci tutela da alimenti che fanno il verso a brand affermati, ma che non danno alcuna garanzia per la salute dei malcapitati compratori? Quale sfruttamento del lavoro minorile c’è dietro merci contraffatte? E’ necessario sensibilizzare l’opinione pubblica su questi problemi, ed è quello che sta facendo l’Associazione del Museo del Vero e del Falso. Siamo, più di altri territori, in prima linea nelle strategie anti-contraffazione. Dobbiamo, dunque, continuare a confrontarci, imprese, istituzioni e autorità preposte alla tutela dell’ordine pubblico, per elaborare a ogni livello e portare avanti proposte e azioni dirette a sconfiggere il nemico comune”.