La segretaria del Foreign Office britannico e candidata premier Liz Truss sta pensando di ridurre l’imposta sul valore aggiunto (Iva) nel Paese fino a cinque punti percentuali, per affrontare i problemi legati al caro vita. Lo ha scritto The Telegraph. Secondo il quotidiano, che cita una fonte anonima, il Tesoro presenterà al prossimo primo ministro i piani basati sulla gestione da parte di Gordon Brown della crisi finanziaria del 2008, che comprendeva un taglio temporaneo dell’Iva – quella che i britannici chiamano Vat – del 2,5 per cento. A quanto trapelato, i piani del Tesoro oscillano tra una riduzione del 2,5 e del 5 per cento: si tratterebbe del taglio più alto nella storia del Regno Unito e ridurrebbe l’Iva al 15 per cento, rispetto all’attuale 20. Questo comporterebbe in media risparmi per oltre 1.300 sterline all’anno () a famiglia. Malgrado Truss affermi che non sarà presa alcuna decisione sul sostegno finanziario fino alla fine della competizione per la leadership dei Conservatori, si dice che abbia già discusso la misura con i suoi più importanti consiglieri e che questa opzione è stata tutt’altro che accantonata.
Ieri, l’authority dell’energia del Regno Unito Ofgem ha annunciato un aumento dell’80 per cento del tetto massimo del prezzo dell’energia a 3.549 sterline (4.181 euro) all’anno a partire dal 1 ottobre a causa dell’aumento dei prezzi globali dell’energia. Dalla sua ultima revisione ad aprile, il tetto massimo del prezzo dell’energia si è attestato a 1.971 sterline (2.322 euro). Nell’ottobre 2021, il limite di prezzo era di 1.277 sterline (1.504 euro). L’amministratore delegato di Ofgem, Jonathan Brearley, ha avvertito che è probabile che i prezzi dell’energia continuino a salire e ha invitato il futuro premier del Paese ad adottare nuove misure per affrontare il problema.