Roma, 5 mar. (Adnkronos) (di Ileana Sciarra) – di Ileana Sciarra – Paese che vai misura che trovi. , apparentemente blande e lassiste in altri paesi europei. La dice lunga Londra, fresca di Brexit, dove una mamma italiana che ormai vive lì da anni, Luigia Costanzi, racconta all’Adnkronos del caso del figlio Antonio, 7 anni. Il genitore di un bambino che frequenta la sua scuola, la Lyndhurst Primary School, nel residenziale quartiere di Camberwell, è risultato positivo al Covid-19. Ieri in serata è partita la comunicazione della scuola, una mail in cui si avvisano le famiglie, con tanto di scuse per i tempi stretti della comunicazione, che l’istituto dovrà rimanere chiuso nella giornata di oggi, in via del tutto eccezionale, per consentire la pulizia straordinaria della struttura, aule e palestra.
“Saranno troppo lassivi in Uk o troppo severi in Italia? Qui in Inghilterra si aspettano il picco tra aprile, maggio e giugno, ma partono piano… – spiega Costanzi all’Adnkronos – nella scuola di mio figlio i genitori l’hanno presa bene, dicono che alla fine prima o poi sarebbe accaduto. E chissà quante forme di ci sono state finora con sintomi lievi e non abbiamo nemmeno saputo. Inutile fasciarsi la testa. Tra 15 giorni si capirà se fa bene l’Italia a chiudere le scuole o se è stata più lungimirante Londra. E io? Io speriamo che me la cavo…”, aggiunge con un sorriso citando il celebre libro del maestro elementare Marcello D’Orta.
In realtà, Costanzi qualche dubbio lo cova, tanto più trattandosi della salute di suo figlio. Così ieri, letta la mail, ha scritto al servizio sanitario inglese per sollevare la questione. “So che la scuola è in contatto con voi – si legge nella mail – e sono certa che qualsiasi decisione prendiate sia la migliore per tutti noi”, ma Costanzi cita il caso di Codogno -“the small village in the north of Italy”- spiegano che quanto accaduto nel paesino lombardo è molto simile a quanto si sta verificando nella scuola di Antonio. Una persona positiva al Coronavirus ha circolato liberamente, senza restrizioni, così il virus si è diffuso rapidamente con tutte le conseguenze del caso”.
Nella sua mail al Public Health England, Costanzi racconta di leggere le notizie dall’Italia e di ascoltare i suoi familiari -“mia sorella è un medico ospedaliero”, precisa- e avanza la convinzione che l’unico modo per prevenire una maggiore diffusione del Covid-19 sia la quarantena per la popolazione a rischio. Dunque domanda cosa accadrebbe se il figlio contraesse il virus a scuola, ‘portandolo’ a casa e infettando magari anche lei e il marito, che lavorano per due grandi società.
Ieri, alla luce di quanto accaduto nella scuola del piccolo, Costanzi e il marito, Marco, hanno contattato i loro rispettivi datori di lavoro avvisandoli. L’azienda in cui lavora l’uomo – spiega Costanzi nella sua mail al servizio sanitario nazionale – ha consigliato la quarentena, con un autoisolamento di 15 giorni. Dunque la donna avanza al Public Health England l’opzione che, a suo avviso, sarebbe la migliore da mettere in campo: chiudere la scuola per 15 giorni, chiedendo ai genitori di ridurre al minimo sindacale la circolazione.” Mi atterrò a quello che verrà deciso – spiega poi all’Adnkronos – se domani la scuola verrà aperta, come sembra, Antonio sarà lì, tra i banchi”. E l”io speriamo che me la cavo’ qui è d’obbligo.