Nel mondo dello spettacolo vige la regola non scritta che anche in caso di avversità, salvo i disastri di ogni genere, si debba andare in scena. Quindi anche in Italia, come in quasi tutti gli altri paesi, la routine è stata alterata di poco dai fatti di sangue in Israele, salvo che per l’attività politica e per quella diplomatica.
Basti pensare al tour de force in Africa della Premier Meloni perchè ai problemi già presenti si sono aggiunti quelli portati dalla tragica situazione di Israele. La somma di tutto quanto impone la sua presenza a Roma. Non sono solo gli avvenimenti fuori dai confini del Paese che impongono la presenza in loco della Primo Ministro ma, come accennato avanti, anche i vari incidenti in casa Italia. In un momento di difficoltà economica e sociale globale, essi restano svincolati da ogni tentativo di ridimensionamento alla luce dei nuovi sconvolgimenti, quelli causati dal precipitare del conflitto in Medio Oriente. In un un frangente in cui ci si dovrebbe “stringere a coorte”, come è espresso il concetto della solidarietà nell’ inno nazionale tricolore, continuano a prender corpo comportamenti non adeguati, più semplicemente responsabili. Alla riunione governo sindacati tenutasi ieri, il segretario della CGIL non si è presentato. Per motivare il suo comportamento, ha dichiarato tra l’altro di essere in forte dissenso nei riguardi del comportamento degli interlocutori. Più precisamente, presenziando si sarebbe trovato nella condizione di dover prendere atto di una decisione già presa a livello governativo. La risposta più immediata della sua base di tesserati sarebbe potuta essere ‘quale occasione migliore per contestare il tutto’. Invece non c’è stata nessuna reazione sfavorevole proveniente dalla base, probabilmente in ossequio all’ usato e abusato dettato della vecchia scuola di partito, ai tempi di Togliatti. Quella interlocuzione era un suggerimento a una certa base di tesserati che non avevano potuto dedicare molto tempo agli studi. Essa andava rivolta a loro stessi per farsene una ragione e a quanti fossero coinvolti in una qualsiasi iniziativa che venisse proposta da chi era sopra le loro teste. “Non capisco ma mi adeguo”, così suonava quel consiglio dei dirigenti responsabili della didattica. Intanto, rimanendo coerente con quanto il Governo sta elaborando ( il Piano Mattei ), la Capo del Governo, con la missione lampo in Congo e Mozambico, oltre agli accordi di carattere generale con i presidenti dei due stati, si è adoperata al fine di assicurare, anche se di massima, la disponibilità di quelle due realtà a ampliare le forniture di gas al Paese. A tal riguardo è opportuno sottolineare che in una settimana il mercato internazionale di quel combustibile è balzato in alto del 40% e continua a procedere con quella tendenza. Tutto ciò quando ancora non sono scattate limitazioni delle forniture all’ origine, più precisamente nei luoghi di estrazione. Tornano così alla memoria le considerazioni dello Sceicco Yamani, uno dei presidenti storici dell’ OPEC, l’ organizzazione che riunisce un buon numero di paesi produttori di petrolio, che più ha lasciato memoria di sé. A un giornalista americano che gli chiedeva quali fossero i criteri per la determinazione periodica del prezzo del greggio, quello Sceicco dette una risposta che lasciò perplesso prima l’ autore dell’ intervista e successivamente quanti la lessero. Yamani si tenne molto sul vago, limitandosi a dire che se l’operare in borsa poteva essere paragonato al gioco d’ azzardo, la determinazione, all’epoca (ultimi anni ’60) trimestrale, era da considerare una vera e propria scommessa, tra l’altro basata su presupposti oltremodo aleatori. Tutto ciò premesso, non è difficile realizzare che l’ Europa potrebbe trovarsi di fronte a una situazione delle condizioni di acquisto degli idrocarburi in genere addirittura incandescente se prima la si poteva definitive a alta temperatura. Con le premesse fin qui espresse, appare chiaro che senza concordia, almeno pro tempore, la pletora di problemi che pullulano nel tessuto sociale del Paese, anche se con diverso peso, sono destinati unicamente aggravare, se possibile, la tensione che già domina la scena. Il motivo di forte apprensione dominante, in particolare per gli italiani, viene fuori dalla circostanza che gli stessi si trovano a vivere in uno stato fortemente defedato. Si aggiunga che non si vede nemmeno da lontano la possibilità, seppur minima, di uscita dall’ inferno in cui sta bruciando buona parte dell’ Oriente. La pace, va ribadito, al momento è un miraggio. Sciupare occasioni di confronto che possono portare benefici per il solo fatto di far prendere maggior coscienza di non essere soli, ma parte di una comunità più grande con gli stessi problemi, può portare conseguenze negative e anche qualcosa di più, del tutto imprevedibili.