Ancora un’altra eccellente scoperta per il neuroscienziato beneventano Antonio Iavarone -Professore di Patologia presso la Columbia University di New York- che, nei suoi ultimi studi, ha testato gli effetti positivi ottenuti dalla somministrazione di un farmaco in grado di bersagliare
Ancora un’altra eccellente scoperta per il neuroscienziato beneventano Antonio Iavarone -Professore di Patologia presso la Columbia University di New York- che, nei suoi ultimi studi, ha testato gli effetti positivi ottenuti dalla somministrazione di un farmaco in grado di bersagliare una molecola anomala (una fusione di due proteine) che rende ancora più aggressivo il tumore al cervello. Al momento, la prima sperimentazione clinica con questa molecola “neutralizzante” (attuata presso l’Istituto Gustave Roussy di Parigi) è stata testata su due pazienti affetti da recidiva del glioblastoma: un uomo di 52 anni e una donna di 64 (con speranze di sopravvivenza di pochi mesi) che, dopo un anno dalla sperimentazione, non solo sono ancora in vita ma, addirittura, hanno visto una netta riduzione del tumore stesso. A giugno dovrebbe partire la sperimentazione in diversi Paesi europei, mentre tra gli ospedali italiani, selezionati per il trattamento dei tumori con la terapia firmata da Iavarone, nessuno si trova al Sud (l’Istituto Tumori Regina Elena a Roma, l’Ospedale Molinette a Torino e l’Istituto Besta a Milano). Ma, allora, sarà mai possibile applicare la terapia personalizzata del cancro nel Meridione e far partecipare anche strutture ospedaliere del Sud a protocolli di ricerca clinica all’avanguardia come quello che si sta per attuare in numerosi centri oncologici europei e statunitensi? A questa domanda, Iavarone risponde: “Purtroppo, i nuovi concetti di terapia personalizzata del cancro hanno avuto effetti molto modesti per i pazienti del Meridione d’Italia e per in nostri territori, come nel Sannio. L’assenza di centri di ricerca all’ avanguardia nelle nuove tecnologie e popolati dai migliori scienziati, esperti in questi settori di ricerca, impedisce di fornire ai malati provenienti dal Sud-Italia le stesse opportunità terapeutiche di pazienti residenti in aree maggiormente sviluppate, con conseguenze drammatiche per i pazienti del Sud che sono costretti a continui ed inutili “viaggi della speranza”. E lo scienziato diventa ancora più categorico quando gli si chiede come sarà possibile invertire la rotta; a questo proposito, risponde: “Le nuove terapie possono essere messe a disposizione dei malati di determinati territori, solo se su di essi si inverte la perdita delle migliori menti e se ne importano invece dall’estero, attraverso la realizzazione di importanti centri di ricerca e cliniche di grande valore internazionale. Questa era esattamente la logica del grande progetto MIB (Mediterranean Institute of Biotechnology), concepito vari anni fa proprio a Benevento e naufragato nell’indifferenza generale. Per il Sud poteva essere l’ unica terapia adeguata per garantire un futuro diverso. Purtroppo, mi viene da pensare che la forza delle lobby politico-accademiche, che imperano incontrastate nei nostri territori, continueranno certamente a impedire che tutto questo divenga realtà”. Entrando maggiormente nello specifico, Iavarone, spiega in maniera dettagliata, che cos’è la terapia personalizzata del cancro. “E’ la nuova frontiera per la cura di tumori tuttora incurabili. Infatti, analizzando diversi tipi di cancro, sappiamno che esiste un forte legame tra specifiche alterazioni del gene del tumore e l’efficacia dei trattamenti del cancro che colpiscono la specifica alterazione. Questa è la terapia personalizzata. L’obiettivo è quello di abbinare il paziente giusto con il giusto trattamento per ottenere la massima efficacia con effetti collaterali minimi. Farmaci mirati che colpiscono la “droga” dei tumori possono bloccare selettivamente la crescita e la diffusione del tumore senza intaccare le cellule sane. Terapie mirate interferiscono con la crescita delle cellule del cancro in modo diverso rispetto alla chemioterapia cito-tossici e in vari punti durante lo sviluppo, la crescita e la diffusione del tumore”.