L’Italia ancora in Europa solo per merito di Tajani

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Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 23 luglio all’interno della rubrica Spigolature

Poco convincente la strategia di Giorgia Meloni: si è astenuta nella votazione che ha rieletto Roberta Metsola presidente del Parlamento europeo e ha invece votato contro per il secondo mandato di Ursula von der Leyen sulla quale, peraltro, preferì astenersi quando il nome venne pronunciato durante il Consiglio Generale dell’Unione. A cosa è dovuto un comportamento così lunatico-bizzarro da parte di una Giorgia che, dall’insediamento come Premier (22 ottobre 2022) e da quando ha incominciato a calcare le scene internazionali, non aveva mai dato prova -pur di fronte a rilevanti impegni di livello globale -e nemmeno per un momento, di “eclisse della ragione?”.

LE OBIEZIONI. Meglio sarebbe stato, per la Presidente del Consiglio, dire sì sia pure con alcuni distinguo, o forse, ancora meglio, spendersi subito in un chiaro no. Fino a pochi minuti prima del voto, né un chiaro sì né un chiaro no. Una trattativa poco strategica, tortuosa, molto incespicante. Forse Giorgia si è ritrovata in difficoltà fra il dover scegliere come premier in Italia e presidente in Europa del gruppo Conservatori e Riformisti (Ecr).Oppure si è lasciata “intimidire” dalla “premonitoria profezia” di Salvini: se vota von der Leyen, sarà la sua fine.

LE SUE RAGIONI. In video dall’inglese Castello di Blenheim, dove è riunita la Commissione politica europea, il volto e la voce di Giorgia. Di Ursula non è stato possibile condividere né il metodo né il merito. Ho cercato di far comprendere che dove stavano i socialisti e i verdi, là non potevano stare i miei Conservatori. Questioni di identità, di logica appartenenza, di scelte e visioni programmatiche. Molte le telefonate con Ursula con la quale i rapporti restano molto corretti e solidali per tutti i dossier che potranno essere discussi insieme. L’Italia gioca carte importanti a suo favore: è uno dei Paesi fondatori della Comunità, la seconda manifattura, la terza economia “con uno dei Governi più solidi”.

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QUESTIONI APERTE. Difesa del fianco Sud dell’Alleanza atlantica;2 per cento del Pil da destinare alle necessità militari; sostegno a oltranza all’Ucraina contro Putin che pretenderebbe di riportare indietro le lancette del tempo; in Italia, dopo il 2025, la conferenza per la ricostruzione dell’Ucraina aggredita. A Palazzo Chigi la Meloni chi si ritroverà a fianco: Salvini che appare sempre più un modesto “faccendiere quartierario”, oppure Tajani che, ministro degli Esteri e organicamente inserito nei Popolari europei, è garante dell’attenzione che la “nuova Ursula” dovrà riservare all’Italia? La correttezza e affidabilità dei comportamenti di questo vicepremier appaiono fuori discussione.

MATTARELLA A URSULA. Dopo la rielezione, il Presidente della Repubblica le scrive: ”Con l’appoggio dei Paesi membri e sotto la sua guida, l’Unione sarà in grado di superare le complesse sfide del presente che richiedono più che mai un’Europa coesa e unita”. In un quadro segnato da sfide di dimensione sempre più globale, occorrono “coraggiose scelte comuni che consentano all’Europa di rafforzare il ruolo di attore fondamentale nello scacchiere internazionale, a tutela di quei valori di pace e sviluppo che ci uniscono”. Mattarella parla a Ursula ma perché anche Giorgia intenda bene….

L’IMMORTALITA’ DI PUTIN. Sotto accusa, nel libro “Topo”, il siero ritenuto responsabile della Apocalisse Zombie. La Russia del criminale invasore dell’Ucraina, ne ha severamente vietato la vendita. L’autore, Ivan Filippov, riconosciuto “agente straniero”, sommerso dalle critiche di bloggers militari. Secondo la Procura ex sovietica, il suo romanzo rappresenta una “minaccia sociale”. Ma l’editore: il regime poliziesco crollerà sotto il peso della sua assurdità. Il tutto, ovviamente, a dispetto di Vladimir il despota che è sicuro di vivere “almeno fino a 120 anni” (una curiosità: il primo, a ottenere per sé una profezia di tanta longevità, è stato in Italia proprio il “putiniano” Silvio Berlusconi che, purtroppo, si è spento molto anzitempo, a soli 87 anni…).

A MOSCA CARCERE PER CHI SCRIVE. Il giornalista americano di 32 anni, Evan Gershkovich, si trova rinchiuso in una colonia penale di massima sicurezza. L’accusa: aver raccolto, su “esplicito mandato” della Cia, informazioni su una fabbrica russa di carri armati. Dovrà scontare 16 anni per spionaggio. Processo a porte chiuse, nessuna prova concreta addotta a suo carico, velocità super tra incolpazione e condanna. ”Una vergogna” scrive il Wall Street Journal di cui il giornalista è un inviato speciale. Orrendo primato del Cremlino contro informazione e pluralismo. Quasi 550 i giornalisti incarcerati nel mondo e la Russia è terza dopo Algeria e Iraq: ben 36 assassinii da quando Putin, primo ministro o presidente, ha nelle mani il potere assoluto.