L’interesse composto: l’ottava meraviglia del mondo è la forza dei progetti di lungo periodo

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Pare che Albert Einstein l’abbia definita l’ottava meraviglia del mondo. Ma cosa significa? E come ci aiuta nella nostra piramide della pianificazione finanziaria?

Luca Pacioli, genio matematico del 400, fu il primo a descrivere la magia dell’interesse composto: a suo dire il capitale investito raddoppia in 72 anni diviso il tasso di interesse.

A condizione che il rendimento venga continuamente reinvestito. Quindi se investo da zero 50mila euro, con un rendimento del 5 per cento che rimanga impiegato, raddoppierò il mio capitale in circa 14 anni.

Pacioli, considerato il fondatore della moderna ragioneria, ha quindi intravisto il grande vantaggio dell’interesse composto: il rendimento che si cumula al rendimento determina un effetto moltiplicativo che accelera la crescita del capitale

Di seguito la formula dell’interesse composto:

M = C x (1 + r)^t

Cosa ci dicono queste lettere: che prima iniziamo e meglio è, se puntiamo a realizzare un nostro obiettivo di lungo periodo.

Di fatto la potenza dell’interesse composto replica in ambito finanziario quello che nella vita è l’effetto esponenziale che il nostro cervello tende sempre a sottostimare.

Se guardiamo ad esempio alla popolazione umana, vediamo che ci sono voluti trecento anni, dal 1500 al 1800, perché la popolazione raddoppiasse da 500 milioni a un miliardo, ma soltanto 120 affinchè raddoppiasse a 2 miliardi e 45 anni per un ulteriore raddoppio a 4 miliardi.

I fenomeni esponenziali inizialmente sembrano avere una incidenza trascurabile ma con il passare del tempo esplodono.

Ma al di là della sua componente matematica, a noi interessa come l’ottava meraviglia possa aiutarci a rendere più efficiente la nostra pianificazione finanziaria.

Ovviamente prendere beneficio dalla capitalizzazione dei guadagni significa indubbiamente avere un obiettivo non di breve periodo. Per cui l’interesse composto è fattore decisivo per progetti di investimento di medio e lungo termine.

L’interesse composto nella pianificazione della gestione dei risparmi

Una corretta pianificazione finanziaria si compone dei seguenti cassetti

  1. Liquidità: parte del patrimonio destinata alle spese correnti (solitamente pari a 6/8 volte le spese mensili per lavoratori dipendenti, 10/12 volte per liberi professionisti, imprenditori)
  2. Riserva: parte destinata a coprire spese previste nel breve (1/2 anni) od imprevisti
  3. Investimenti: progetti di medio e lungo periodo (orizzonte temporale superiore ai 5 anni)
  4. Previdenza: protezione per se stessi o per i propri familiari
  5. Extra rendimento: acquisto singoli titoli per ricerca dell’estrema massimizzazione del profitto (con massimizzazione conseguente del rischio)

Andando ad incastonare l’effetto esponenziale dell’interesse composto, possiamo dedurre come sia il fattore che fa la differenza nel cassetto INVESTIMENTI e nel cassetto PREVIDENZA.

L’interesse composto rende il fattore tempo vincente sui progetti di lungo periodo o previdenziali, a patto che resistiamo alla tentazione di incassare subito quanto guadagnato.

È per questo che iniziare ad investire prima su piani di accumulo, progetti a 10 anni e forme previdenziali (quali ad esempio il fondo pensione) può fare la differenza.

Facendo infatti lavorare in maniera continua il capitale, mantenendone i frutti al suo interno, amplifichiamo il suo potenziale mano a mano che il tempo trascorre.

Esempio di confronto tra interesse semplice ed interesse composto

Ricorrendo ad uno dei tanti calcolatori on line possiamo simulare gli effetti potenti della capitalizzazione degli interessi.

Ipotizziamo un capitale di € 25mila euro investito per 40 anni con un tasso di rendimento medio del 4% accreditato annualmente e diamo uno sguardo ai dati:

  • Capitale finale senza reinvestimento del rendimento: € 65.000.00
  • Capitale finale con reinvestimento del rendimento: € 120.025,48

É evidente come l’effetto dell’interesse composto sia meno incisivo nei primi anni e sempre più potente andando avanti nel tempo.

Conclusione: come utilizzare a nostro beneficio la formula dell’interesse composto

Iniziando presto se vogliamo realizzare nel lungo periodo!

É evidente infatti che l’interesse composto rappresente uno dei fondamenti del fattore tempo nella gestione dei propri risparmi.

La sua utilità va inquadrata in una corretta pianificazione che tenga conto di obiettivi di medio e lungo periodo. Sia nella costituzione di un capitale per obiettivi di vita non immediati (i progetti maggiormente diffusi riguardano la costituzione di una provvista per l’università dei figli, o la pianificazione di acquisto di una seconda casa ad esempio) sia per la creazione di un capitale per la nostra pensione (aspetto previdenziale), la formula dell’interesse composto ci permette di raggiungere i nostri obiettivi con esborsi minimi, quasi impercettibli, a patto che si inizi presto.

Più iniziamo tardi e più gli accantonamenti necessari risulteranno esponenzialmente (in questo caso in maniera negativa) elevati.

Terminiamo con l’esempio di uno dei più grandi investitori di tutti i tempi, Warren Buffet.

Dobbiamo sapere che ha accumulato gran parte della sua ricchezza (si stima oltre il 90%) oltre i 65 anni sfuttando quindi in gran parte la legge dell’interesse composto (oltre ovviamente ad una ottima dose di abilità).

Ha iniziato presto ma non abbastanza, secondo una delle sue tante celebri citazioni…

“Ho effettuato il mio primo investimento ad 11 anni. Ho perso tempo sino ad allora”.