L’intelligenza artificiale modella la geopolitica emergente e i servizi segreti

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La geopolitica emergente della piattaforma internet ha dato origine a una nuova chiave nella strategia internazionale: nel campo degli affari esteri, i governi non sono più gli unici a determinare le correnti d’indirizzo. Un governo potrebbe voler limitare sempre più l’uso o il comportamento di questi sistemi e potrebbe anche cercare di impedire a queste piattaforme online di diffondere prodotti simili originari del Paese in aree importanti, per timore che un nuovo rivale socioeconomico prenda il controllo dello Stato.
Oggi l’intelligenza artificiale ha una forte influenza sullo sviluppo industriale, economico, geopolitico e culturale di ogni Paese e il potere di uno Stato fa più fatica a definirlo in quanto tale. Tuttavia, poiché i governi di solito non creano né gestiscono queste piattaforme online, le azioni degli investitori, delle imprese e dei singoli utenti collaboreranno con le restrizioni e gli incentivi governativi per modellare questo campo, creando un’arena strategica soggetta a migliaia di imprevedibili cambiamenti. Inoltre, una nuova forma di ansia morale è entrata nella complessa equazione. Pechino, Washington e molte capitali europee hanno espresso preoccupazione (altre lo hanno manifestato con più tatto) che la vita economica e sociale dei loro cittadini venga condotta su piattaforme online e che l’intelligenza artificiale di queste piattaforme sia progettata da altri Paesi, e questi potrebbero essere anche potenziali nemici immaginari e/o potenziali.
La fermentazione di scienza, tecnologia e politica, ha gradualmente preso forma in una nuova struttura geopolitica.
Gli Stati Uniti d’America hanno generato molte piattaforme di rete gestite privatamente con copertura globale e tecnologia all’avanguardia, e queste piattaforme fanno sempre più affidamento sull’intelligenza artificiale. Questo risultato affonda le sue radici nell’eccellenza accademica delle università statunitensi, che possono attrarre i migliori talenti del mondo, così come nel nuovo ecosistema di innovazione che consente ai partecipanti di progredire rapidamente, espandersi e trarre profitto dal processo di sviluppo; ed il governo – attraverso (The National Science Foundation, Defense Advanced Research Projects Agency) La Fondazione nazionale per la scienza, l’Agenzia per i progetti di ricerca avanzata della difesa e altre istituzioni – sostengono la ricerca e lo sviluppo avanzati; oltre al fatto che l’inglese è una lingua universale, molti standard tecnici sviluppati dagli Stati Uniti d’America sono diventati standard accettati a livello globale.
Nel Paese sono presenti un gran numero di utenti individuali e aziendali. I fattori di cui sopra consentono agli Stati Uniti d’America di fornire un ambiente favorevole per gli operatori di piattaforme di rete. Alcuni di questi operatori evitano il coinvolgimento del governo, ritenendo che i loro interessi non abbiano nulla a che fare con la Casa Bianca, altri abbracciano contratti e progetti governativi. All’estero, queste piattaforme sono arrivate a essere viste (quasi come un consenso globale) quali creazioni statunitensi che rappresentano quel Paese, anche se in molti casi è compito di Washington tenere le mani lontane dalle piattaforme.
Gli Stati Uniti d’America hanno iniziato a considerare le piattaforme online come parte della loro strategia internazionale, limitando le attività delle piattaforme straniere nel proprio Stato e limitando anche l’esportazione di software e tecnologia per impedire ai concorrenti stranieri di rubare i codici. Allo stesso tempo, le autorità di regolamentazione del governo centrale e dei governi locali hanno preso di mira anche diverse grandi piattaforme online nazionali come obiettivi antitrust. Almeno nel breve termine, l’implementazione simultanea di queste pratiche non solo consente alla piattaforma di prosperare strategicamente e dominare, ma evita anche scontri di monopolio in patria, che rendono molto conflittuale la direzione di sviluppo degli Stati Uniti d’America.
Al contempo la Repubblica Popolare della Cina sostiene anche lo sviluppo di piattaforme online, che hanno già scala nazionale ma si stanno preparando ad espandersi. L’approccio normativo di Pechino stimola una forte concorrenza tra le major tecnologiche nazionali (con l’obiettivo finale dei mercati globali) ed esclude le società straniere (approfittando di incentivi su misura per le società tecnologiche nazionali). Negli ultimi anni, Pechino ha intrapreso molte azioni per stabilire standard scientifici e tecnologici internazionali e prevenire la fuga di tecnologie sensibili sviluppate dalla RP della Cina. Le piattaforme online cinesi dominano l’interno e le regioni vicine, e alcune sono già leader nei mercati globali. Alcune piattaforme online cinesi traggono vantaggio dalla diaspora (le comunità di lingua cinese negli Stati Uniti d’America e in Europa, ad esempio, continuano a fare un uso massiccio delle funzioni di messaggistica e pagamento cinesi), ma il loro interesse non si limita ai consumatori cinesi. Dopo aver vinto il corpo a corpo nel mercato interno cinese, la determinata piattaforma online vincente e la tecnologia di intelligenza artificiale si qualificano per competere nel mercato globale.
In alcuni mercati, come gli stessi Stati Uniti d’America e l’India, i governi sono sempre più espliciti e considerano le piattaforme internet cinesi (e la tecnologia digitale di quel Paese) come obiettivi politici potenziali. Però va detto che gli operatori cinesi della piattaforma online potrebbero non riflettere automaticamente gli interessi del partito-Stato. Se questo rapporto sia buono o meno può dipendere dalle funzioni della piattaforma online e dalla capacità dell’operatore di comprendere le linee che non sono esplicitamente dichiarate dal governo.
Molte aziende che producono tecnologie chiave e vendono prodotti in tutto il mondo, come semiconduttori, server, elettrodomestici e altri settori, provengono dal Sud-Est asiatico. Esistono anche molte piattaforme online create localmente. In questa regione, le piattaforme con sede nella RP della Cina o negli Stati Uniti d’America hanno un’influenza diversa sui diversi gruppi etnici. Grazie al loro rapporto con le piattaforme online, dell’economia e della geopolitica, questi Paesi sono relativamente vicini al sistema tecnologico guidato dagli Stati Uniti d’America. Tuttavia, anche l’utilizzo delle piattaforme internet cinesi è molto ampio e la regione geopolitica ha ampie interazioni con le aziende cinesi. La tecnologia di Pechino può ritenere che gli scambi con la RP della Cina siano uno sviluppo naturale per la regione e uno dei motivi principali della prosperità economica locale.
Inoltre va sottolineato pure che l’intelligenza artificiale sta cambiando il modo in cui viene condotta la conduzione dell’intelligence, ossia dei servizi segreti.
Il 27 giugno 2010, l’FBI arrestò dieci spie russe che vivevano e lavoravano come professionisti di cittadinanza statunitense nei pressi della città di New York. Il caso rivelò una delle più grandi reti di spionaggio statunitensi dalla fine della guerra fredda, che operava attraverso un complesso sistema di false identità e incontri segreti.
L’FBI sostenne che i servizi segreti russi avevano inviato spie a vivere negli Stati Uniti d’America sotto falsi nomi con l’intenzione di diventare cittadini di quel Paese in modo che potessero allacciare rapporti con le fonti e raccogliere informazioni senza destare sospetti. Alcuni di questi agenti si sono sposati e hanno avuto figli cresciuti tra gli statunitensi, ignari che i loro genitori fossero russi. L’Ufficio Federale di Investigazione ha affermato che le spie avevano raccolto con successo informazioni importanti, dalle armi nucleari al mercato dell’oro fino agli avvicendamenti o assunzioni e perfino mutamento del personale della CIA.
Questa rete di intelligence russa è stata probabilmente una delle più complesse mai scoperte. Questo è lo scenario più comune per agenti e spie fino a quando non sono smascherati.
Andiamo a tredici anni dopo: al 22 giugno 2023 quando a San Francisco si è tenuto il Bloomberg Technology Summit con il tema The Turn of Technology. Il vertice si è concentrato su argomenti come la rapida crescita dei social media, il futuro della tecnologia delle criptovalute e il potere e le minacce dei servizi di intelligenza artificiale. Molti esperti del settore hanno espresso preoccupazione riguardo al ruolo dell’intelligenza artificiale nel facilitare lo spionaggio.
I sistemi di intelligenza artificiale possono avere un aspetto ingannevolmente attraente, ma la tecnologia è in realtà invasiva e atta a catturare conoscenze e informazioni. Alcuni esperti sostengono che i modelli di intelligenza artificiale agiscono come una forma di tecnologia di sorveglianza, raccogliendo grandi quantità di dati dagli utenti e elaborandoli da parte delle società di intelligenza artificiale per il monitoraggio del pubblico e della gente “interessante”. Con l’avanzare della tecnologia, le agenzie di intelligence internazionali di oggi possono elaborare più dati che mai.
Gli aggiornamenti progressivi degli ultimi anni – che hanno reso l’intelligenza artificiale attraente per questo campo – riguardano la disponibilità di più dati e il significativo sviluppo di algoritmi.
Il lavoro delle agenzie di intelligence internazionali non si limita ai dati pubblici, e queste agenzie sperano che l’intelligenza artificiale migliori la loro capacità di scrutare le informazioni private. Secondo un rapporto pubblicato dalla Commissione nazionale per la sicurezza dell’intelligenza artificiale – National Artificial Intelligence Security Commission – un’organizzazione di alto livello presieduta da Eric Schmidt, ex amministratore delegato di Alphabet, società madre di Google, e Bob Walker, ex vice segretario alla Difesa – l’intelligenza artificiale rivoluzionerà il campo dell’intelligence. Il rapporto sottolinea che entro il 2030 le agenzie di spionaggio statunitensi dovranno istituire una potente struttura di intelligence basata sull’intelligenza artificiale per rispondere alle minacce imminenti.
In seguito Amy Zegart – ricercatrice senior presso il Freeman-Spogli Institute for International Studies dell’Università di Stanford e presso la Hoover Institution – che ha trascorso gran parte della sua carriera studiando l’interazione tra le nuove tecnologie e la raccolta di informazioni, ha scritto ampiamente su come l’intelligenza artificiale e grandi quantità di nuove informazioni open source stiano cambiando radicalmente gli aspetti dello spionaggio tradizionale. Ella ha sottolineato che negli ultimi anni gli aggiornamenti interessanti dell’intelligenza artificiale nel campo dell’intelligence sono rappresentati da una maggiore potenza di elaborazione.
Il lavoro delle agenzie di intelligence internazionali non si limita ai dati pubblici, e queste agenzie sperano che l’intelligenza artificiale migliori la loro capacità di investigare su informazioni private.
Riguardo ai cambiamenti che l’intelligenza artificiale porterà nel campo del lavoro dell’intelligence, la Zegart ha affermato: «Dalla nascita dell’umanità all’invenzione di Internet negli anni Sessanta, ci sono due cose che hanno fornito garanzie di sicurezza per diversi Paesi: il potere e la geografia. Ma ora non è più così, nel cyberspazio chiunque può portare avanti minacce transfrontaliere senza sparare un colpo perché tutti sono online e non ci sono né oceani né montagne a proteggerci».
E aggiungiamo allo stesso tempo, che il potere non è più quello di una volta. Gli Stati Uniti d’America sono l’attore al contempo più potente nel cyberspazio e maggiormente vulnerabile perché è connesso digitalmente in quantità superiore di ogni altro Paese. Pertanto, i funzionari dell’intelligence devono comprendere e anticipare un’ampia gamma di minacce provenienti sia da Stati deboli che attori non statali; ma non solo: da Stati potenti e concorrenti, ma pure da organizzazioni geopolitiche non immediatamente definibili.
Un altro cambiamento che l’intelligenza artificiale apporta al settore dei servizi di spionaggio è la velocità con cui le informazioni si diffondono più velocemente e le decisioni devono essere prese in maniera rapida. Ciò richiede una tecnologia di intelligence più rapida ed efficiente. La Zegart ha affermato che l’11 settembre il presidente George W. Bush aveva solo 13 ore per valutare l’intelligence onde determinare chi era responsabile dell’attacco e come avrebbero risposto gli Stati Uniti d’America. Oggi il tempo a disposizione per prendere decisioni può essere meno di 13 minuti.
Nella nuova èra dell’intelligenza artificiale, anche la raccolta di informazioni è diventata altamente decentralizzata. Attualmente ci sono aziende tecnologiche private, satelliti commerciali e cittadini comuni che pubblicano direttamente ciò che accade loro, di cosa soffrono o a cosa sono esposti: attraverso i loro account sui siti dei social network. Se il mondo fosse diventato così esposto, quando tutti condividessero non solo gli eventi della propria vita ma anche i propri pensieri sui social media, un agente lavorerebbe meno nel cogliere gli aspetti intimi di gente comune, e apparentemente insospettabile o sia anche di velato interesse o indirettamente collegabili a soggetti sensibili.
Si tratta dei cambiamenti attesi nel lavoro dei servizi segreti, che dovranno affrontare la sfida di elaborare grandi quantità di dati e approfittare del fatto che chiunque può raccogliere involontariamente informazioni. Naturalmente, lo spionaggio tradizionale è ancora importante, ma l’apprendimento automatico può liberare gli esseri umani (ossia gli agenti preposti) da alcune attività che richiedono tempo ed energia.
Ad esempio, i satelliti e gli algoritmi di intelligenza artificiale sono in grado di contare il numero di camion che passano su un ponte in un determinato lasso di tempo, ma non possono dirti perché passino da lì, mentre gli esseri umani sono in grado di conoscere i desideri e le intenzioni dei conducenti. Tuttavia, meno tempo gli analisti umani dedicano a contare il numero di camion sul ponte, e più tempo resta a disposizione per comprendere e capire cosa stiano facendo quei camion, cosa o chi contengano e ove si rechino. Allo stesso modo, non sono necessari agenti umani per localizzare i missili di un Paese; gli algoritmi che analizzano le immagini satellitari possono determinare le probabili posizioni di tali vettori, risparmiando agli esseri umani l’energia del pensiero analitico avanzato.
Il film-documentario del 2017 Spy Merchants – prodotto da Al Jazeera Investigations – rivela i segreti del mondo della sorveglianza e delle attrezzature di spionaggio.
La guerra più importante nei tempi futuri probabilmente non sarà combattuta sul campo di battaglia, ma attraverso il cyberspazio. Le moderne tecnologie di spionaggio giocheranno un ruolo chiave in questo sforzo. Sono più sofisticati che mai e facilmente accessibili a chiunque riesca a sostenere il prezzo. Questo è un terreno fertile per una nuova generazione di terroristi che bramano il potere di invadere la privacy di ogni individuo, rubare i segreti governativi più gelosamente custoditi e paralizzare interi Paesi con pochi clic del mouse. Il documentario esplora i meccanismi interni di questo nefasto mondo sotterraneo.
Nel caso prima citato dello spionaggio russo negli Stati Uniti d’America, è stata scoperta la capacità di questa grande rete di nascondere informazioni in modi non convenzionali. Le spie di New York nascondevano i segreti esponendoli in bella vista. Ad esempio, avevano codificato le connessioni all’interno di pixel d’immagine apparentemente ordinari in modo che fossero pubblicate direttamente su siti web pubblici. Per ottenere un messaggio crittografato, il destinatario doveva scaricare l’immagine, tradurla in codice binario e quindi tradurre digitalmente il messaggio desiderato. Tuttavia, nonostante tutta la complessità, alla fine le cose sono venute alla luce.
La crittografia dei messaggi è sempre stata un aspetto importante dell’intelligence e le fonti ci dicono che le spie usavano inchiostro segreto, messaggi crittografati e accettavano di utilizzare determinati termini o parole per significare qualcosa di diverso dal senso superficiale del testo o per semplificare il testo in modo che se fosse caduto nelle mani di qualcuno, sarebbe sembrato che ci fosse solo una piccola quantità di informazioni. Però la persona intenzionale era anche facilmente in grado di amplificare le parole e di recepire il significato inviato, da qui l’emergere della steganografia, un’arte diversa dal noto metodo di comunicazione segreta noto come crittografia.
La steganografia è la pratica di rappresentare informazioni all’interno di un altro messaggio o oggetto fisico, in modo tale che la presenza dell’informazione non sia evidente all’ispezione umana. Ossia in contesti informatici/elettronici, un file, un messaggio, un’immagine o un video del computer è nascosto all’interno di un altro file, messaggio, immagine o video.
Attraverso la crittografia, il contenuto del messaggio viene intenzionalmente nascosto e trasformato in un insieme di parole o numeri. Invece per quanto riguarda la steganografia, si basa sul fatto che il segreto è nascosto dall’inizio alla fine. La steganografia nasconde essenzialmente la presenza di un messaggio.
L’emergere di applicazioni di intelligenza artificiale come ChatGPT può essere visto come l’inizio di una direzione diversa nel campo della crittografia delle informazioni e della steganografia.
Come con qualsiasi metodo di comunicazione sicura, la sfida è principalmente quella di far sì che non appaia in alcun modo sospetto, ovvero che il messaggio sembri così naturale che né gli esseri umani né i rilevatori automatizzati ne percepiranno l’esistenza. Per la steganografia, questa cosa è teoricamente possibile, ma è impossibile da realizzare attraverso il contatto umano reale.
Ma tutto questo cambia con l’emergere di applicazioni di intelligenza artificiale come ChatGP, che possono essere considerate l’inizio di una diversa direzione nel campo della crittografia e della steganografia dei messaggi. Le informazioni crittografate possono essere nascoste più facilmente nei media generati dall’intelligenza artificiale, e suggeriscono un nuovo studio. Lo studio ha inoltre rilevato che la sicurezza ottimale si ottiene quando determinate informazioni vengono nascoste nei messaggi generati automaticamente, siano essi testo, immagini, video o qualsiasi altro supporto. I programmatori hanno anche integrato una serie di algoritmi per generare messaggi di sicurezza difficili da rilevare e stanno lavorando su come integrarli con le applicazioni più diffuse.
Richard Moore, capo del servizio di intelligence britannico MI6, ha confermato in una dichiarazione pubblica che le agenzie di intelligence stanno attualmente facendo a gara per utilizzare l’intelligenza artificiale e integrarla nel loro lavoro di spionaggio in modo da sconfiggere gli avversari che utilizzano la tecnologia e impedire loro di abusarne.
Oggi molte agenzie di intelligence affermano di essere “costrette” a utilizzare la tecnologia dell’intelligenza artificiale e a integrarla nel loro lavoro. Ad esempio, Richard Moore ha spiegato che la sua agenzia è interessata a imparare a padroneggiare le nuove tecnologie come l’intelligenza artificiale perché gli avversari stanno facendo la stessa cosa, rappresentando una minaccia per il Regno Unito e i suoi alleati. Ha avvertito che la volontà di alcuni avversari di sviluppare l’intelligenza artificiale in modi sconsiderati e pericolosi è preoccupante.
Però il percorso della comunità dell’intelligence in questo settore non è stato felice. In questo contesto, un rapporto dell’«Economist» ha sottolineato che i limiti incontrati dalle agenzie di spionaggio internazionali nell’uso dell’intelligenza artificiale sono limiti sia “pratici” che “morali”. L’apprendimento automatico è efficace nel rilevare alcuni modelli, come, ad esempio, i diversi modelli di utilizzo del telefono mobile (il comune cellulare), ma non è efficace nel prevedere il comportamento individuale: una vulnerabilità che è particolarmente acuta quando i dati sono scarsi, come nelle situazioni di antiterrorismo.
Come abbiamo visto brevemente, oggi l’intelligenza artificiale sta governando non solo i sistemi di gestione e conservazione del potere e dell’ordine pubblico dei singoli Stati, ossia l’intelligence, ma pure gli affari esteri, nonché le relazioni e la geopolitica internazionali.