L’ingegneria per il turismo

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In foto Almerico Realfonzo

Almerico Realfonzo, scomparso il 12 novembre dell’anno scorso, avrebbe compiuto oggi 94 anni. Per ricordarne l’eminente figura di intellettuale e scrittore, e la passione civile, il Denaro pubblica questo articolo che inquadra il fenomeno del turismo sotto il profilo storico ed economico, indagandone al contempo le implicazioni urbanistiche e ingegneristiche.

di Almerico Realfonzo

L’antica storia del turismo nella Grecia classica comprendeva una serie di luoghi ed eventi particolarmente fascinosi e conferiva all’ospitalità una natura persino sacrale giacché l’ospite estraneo accolto in casa poteva, nel suo mistero, essere un dio e come tale andava ospitato. Erano quelli i tempi dei viaggi al tempio di Asclepio ad Epidauro per impetrare la salute, dei pellegrinaggi all’oracolo di Apollo a Delfi ed a quello di Zeus a Dodona, dei viaggi per assistere ai giochi dedicati a Zeus a Nemea, a Poseidone, a Corinto ed, infine, dei giochi che si svolgevano ogni quattro anni a Olimpia, precursori delle moderne Olimpiadi. Né mancavano i motivi di salute come i viaggi alle località termali quali le fonti di Edipso e Castalia, dov’erano insediate dimore dei ceti elevati.
L’organizzazione ricettiva del territorio non fondava ancora sulle locande inesistenti ma sull’accoglienza privata, tuttavia, per quanto possa sembrare incredibile, comprendeva opere come il Leonidaion di Olimpia che aveva (IV secolo a.C.) “colonnati esterni e interni sui quali si aprivano camere diverse per alloggio”. Tucidide “parla anche di alberghi per gli atleti” ed accanto al citato tempio di Asclepio va ricordato “un grande edificio di due piani in pietra e mattoni, con quattro peristili disposti a croce” che “conteneva centosessanta camere d’alloggio”.
Nella più empirica e concreta cultura romana l’ospite perde il suo mistero e se lo conserva può finire tra le zanne delle fiere in un anfiteatro o in croce. Se sarà spettatore d’uno spettacolo sarà l’evento a dominare la scena col fascino delle strutture architettoniche, come a Roma il Colosseo, a Pozzuoli l’anfiteatro Flavio, terzo per grandezza dopo il Colosseo, ed il più antico Anfiteatro minore di età augustea nella grande Napoli, il teatro romano di Neapolis ora ridotto a poche tracce in vico Cinquesanti, dove Nerone cantò durante un violento terremoto che l’imperatore valutò come apprezzamento degli dei, continuando a cantare costringendo la popolazione a rimanere.
I viaggi sulle strade poco numerose e sommariamente tracciate si facevano a piedi o a cavallo, più di rado col carro, a remi o a vela i viaggi civili per vie d’acqua , raramente ricorrenti benché la necessità del trasporto di merci per quelle vie risalisse addirittura al 9° millennio a.C. .
Già nei remoti tempi era, dunque, essenziale allo sviluppo turistico l’efficienza della rete dei trasporti, come accadeva con la trama delle vie consolari romane sulle quali affacciavano, in Italia come nella Gallia o in Britannia, ricche ville padronali al mare o nelle località termali. Con la caduta dell’impero romano, l’abbandono della rete stradale e la decadenza delle città, deviò l’ospitalità verso le foresterie dei conventi, restando nei successivi cicli del turismo medioevale, rinascimentale, moderno, i sistemi della mobilità essenziali per lo sviluppo turistico e in senso lato l’economia degli insediamenti territoriali. 7
Nei tempi moderni le infrastrutture turistiche, dalle stazioni ferroviarie, alle stazioni marittime, agli aeroporti, alle gallerie, hanno registrato casi di grande rilievo tecnico dal traforo ferroviario dal Sempione del primo novecento all’attraversamento sottomarino della Manica, e di rilievo monumentale, com’è il caso del Viadotto sul Polcevera purtroppo recentemente tornato alla ribalta e quello della metropolitana di Napoli noto per l’eccezionale valore monumentale. In particolare, il rilievo tecnico/monumentale che tengo molto a sottolineare, si è esteso, a partire dalla seconda metà dell’ottocento, dai grattacieli delle metropoli nordamericane con le opere della Scuola di Chicago di Adler, Sullivan e del grande Frank Lloyd Wright padre del Movimento Moderno negli Stati Uniti, all’iridescente New York di Fitzgerald, ed, in Italia, ai bellissimi disegni futuristi della “Città Nuova” di Antonio Sant’Elia comprendenti due celebri una Stazione d’aeroplani ed un bellissimo edificio con ascensori esterni e sistemi di collegamento sui piani stradale, mentre tra le opere realizzate occorre pensare alla stazione di Santa Maria Novella di Giovanni Michelucci anni trenta, alla Stazione di Roma Termini con la straordinaria pensilina (1950),alla Stazione di Napoli Centrale (1960)9 ora integrata dalla grande stazione interrata della linea 1 della Metropolitana, alla recente stazione dell’alta velocità di Napoli Afragola (2017) progettata da Zaha Hadid, la più celebre archistar dei suoi tempi. Del tutto è la grande stazione di Milano progettata da Stacchini, inaugurata nel 1931con la sua elegante Galleria delle carrozze ed a regime seconda in Italia dopo Roma Termini, stazione che conobbe, durante la Repubblica di Salò, la triste vicenda della deportazione degli ebrei dal binario ’21 restando per sempre nella memoria di chi, come me, visse quell’epoca.
Straordinaria, in particolare, è stata la produzione nelle metropoli di Chicago e New York a partire dalla seconda metà dell’800, ricordata nel mio recente saggio Metropolitan city, dei grattacieli destinati ad alberghi e altri servizi, tra i quali a Chicago l’Auditorium Building (1887-89) e i Magazzini Carson, Pirie e Scott (1899-1900) e a New York i grattacieli Wolrd Building (1890, mt 106), Park Row Building (1899, mt.118), Trump Building (1930, mt.283), Chrysler Building (1930, mt 319) e l’Empire State Building a Manhattan (1930-31, mt 443) con i suoi 102 piani e gli osservatori panoramici dall’86° piano, tornato a primeggiare dopo la distruzione del World Trade Center negli attentati del 2001.
Nella storia, il turismo è stato anche segnato da tradizioni colte, come l’elitario Grand Tour inglese del sei-settecento di prammatica e di tradizioni popolari purtroppo scomparse, come la Piedigrotta napoletana della mia lontana giovinezza, un modo di divertirsi della folla che lentamente si muoveva a incontrare i cortei di carri che sembravano navigare sul mare di popolo in una festa del tutto estranea alle trasgressioni giovanili e gli eccessi cui oggi si assiste. Per fortuna delle antiche pratiche perdura, tra quelle antiche manifestazioni, la sfilata, sui viali a mare di Viareggio, dei carri allegorici più grandi al mondo.
A conclusione di queste note un richiamo al rispetto dei valori ambientali e del paesaggio che devono rigorosamente connotare insediamenti, infrastrutture turistiche e attività popolari, diversamente di quanto avviene ai tempi nostri tra ogni genere di abusi insediativi e comportamentali.
In sostanza, il turismo appartiene a quei servizi dell’area del terziario sociale il cui deficit determina il deficit di posti di lavoro che affligge il mercato occupazionale italiano.
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Molte notizie e molti dati sono tratti dalla rivista del Touring.Club italiano del lontano 1984, 90 anni di turismo italiano.
Devo alla cortesia dell’Assessore al turismo di Anacapri, Massimo Coppola, la consultazione del prezioso volume.
Desidero chiarire che il presente lavoro vuole solo significare un contributo alla Commissione Speciale di Ingegneria del Turismo, egregiamente diretta, contributo anche giustificato dalla circostanza che annovero, nel mio passato accademico, la direzione del Dipartimento di Urbanistica dell’Università Federico II di Napoli.
Città del Peloponneso, patrimonio dell’umanità, che conserva un teatro ancora oggi utilizzato.
Le moderne Olimpiadi sono giochi olimpici proposti nel 1894 da Pierre de Frery, barone di Courbertin. Hanno cadenza quadriennale che richiamano le competizioni sportive tra i migliori atleti ellenici che, in onore di Zeus, si tenevano con la stessa cadenza nelle città di Olimpia in Grecia. Il nome delle attuali Olimpiadi ricorda il periodo tra due celebrazioni, noto, appunto, come “Olimpiade”.
90 anni di turismo italiano, 1894-1984, cit.p.25.
De vita Caesarum, di Svetonio. Il teatro risale al I secolo a.C. ed è sorto al posto di un edificio greco del IV secolo a.C., probabilmente un teatro (Wikipedia). Vi si accede tramite una botola di un basso di Vico Cinquesanti (il che fino a prova contraria è insostenibile).
I teatri romani d’Italia sono 18 e sorgono in Campania (8 strutture: oltre al teatro di Neapolis, quelli di Benevento, Ercolano, Nuceria Altaferne, Teatro grande di Pompei e Teatro piccolo, Sessa Aurunca, Teano), a Roma (4 strutture), in Sicilia (3 strutture), in Toscana (3 strutture).
Enciclopedia dei ragazzi. Treccani.
Com’è stato comprovato, per stare al solo settore turistico, dal crollo del viadotto del Polcevera, il 14 agosto, che ha provocato il calo dell’11% del movimento alberghiero e addirittura del 30% delle visite al bellissimo Acquario, rispetto ai valori dello stesso periodo del 2017 (Il Corriere della sera, 7 settembre 2018).
Progettisti Leolini, Eugenio Montuori ed il gruppo capeggiato da Annibale Vitellozzi.
Progettisti Corrado Cameli, Pier Luigi Nervi, Carlo Cocchia, Massimo Battaglini, Bruno Zevi, Giulio De luca, Luigi Piccinato e Giuseppe Vaccaro.
Cfr.Almerico Realfonzo, Milano1944, Mimesis, 2015.
UPLAND Journal of Urban Planning, Landscape & environmental Design, Nt 2, April 25, 2017.
Di grande rilievo culturale e’, ai nostri giorni, l’attrazione turistica di Pompei ed Ercolano, che immettono i visitatori nel fascino di antiche città riportate alla luce con i reperti storici di uomini, animali e cose di duemila anni fa.
Di prammatica per ogni giovane gentiluomo, durava circa tre anni con un ampio itinerario italiano.
Per significare l’aspetto economico del turismo italiano, basta considerare che attualmente vale il 12% del PIL ed il 14% dell’occupazione (Contratto per il Governo del cambiamento, bozza 15.05.2018). Il suo contributo all’economia nazionale è stato pari a 223,2 miliardi nel 2017 ed è stimato in 227,3 miliardi nel 2018 (Corriere della Sera, 2 ottobre 2018).