L’impresa trasformativa è consapevole del fatto che la visione standard dell’economia non regge di fronte al manifestarsi di eventi traumatici, dalla bancarotta dell’impresa al susseguirsi di crisi finanziarie ed emergenze pandemiche. Messi di fronte a situazioni difficilmente prevedibili o impossibili da pronosticare, sono infinite le opzioni aperte. Di queste ne conosciamo solo alcune. Le nostre risposte non possono che essere emergenziali. Viviamo nel regno dell’incertezza e dell’ambiguità che esclude un’economia stabile seppur attraversata da momenti ciclici. In queste circostanze a correre i rischi maggiori sono i lavoratori licenziati che, oltre agli emolumenti mancanti, vedono il loro capitale di competenze messo a repentaglio tanto più quanto più esso era specifico all’azienda che li impiegava. Altrettanti rilevanti sono le incognite cui vanno incontro i fornitori dell’impresa in difficoltà. A differenza degli azionisti che possono agevolmente differenziare il loro patrimonio finanziario, i fornitori incontrano maggiori difficoltà nella diversificazione del loro portafoglio di ordini.
The transformative enterprise is aware that the standard view of the economy does not stand up to traumatic events, from corporate bankruptcy to financial crises and pandemic emergencies. Faced with situations that are difficult to foresee or impossible to predict, the options are endless. Of these, we know only a few. Our responses can only be emergency ones. We live in the realm of uncertainty and ambiguity, which precludes a stable economy albeit with cyclical moments. In these circumstances, the redundant workers are most at risk. In addition to their lost wages, they see their skills capital jeopardised, all the more so because it was specific to the company that employed them. Equally important are the unknowns facing the suppliers of the company in difficulty. Unlike shareholders who can easily differentiate their financial assets, suppliers find it more difficult to diversify their order books.