“Strano virus/ il pensiero /modifica il destino di chi l’ha concepito/e di quanti ne subiscono il contagio,/ genera mutazioni persino all’interno del proprio nucleo,/ trasforma il tessuto della realtà/ induce metamorfosi, rivelazioni o catastrofi”: sono queste le belle parole declamate da Lidia Sella, presso l’Istituto di Cultura meridionale, in occasione dell’incontro organizzato dal Centro Studi “Erich Fromm” di Napoli e dal Centro Studi “Michele Prisco”, per presentare l’ultimo libro della poetessa e giornalista milanese. “Strano virus il pensiero” – edito da La Vita Felice – è al contempo espressione di un pensiero poetico e di una poesia pensante, l’autrice coniuga filosofia e scienza, si colloca in una regione di confine, ove la conoscenza diventa spunto di meditazioni, di ricordi, ove la genetica s’incontra con la cosmologia. La mente con il suo linguaggio di numeri e parole segue lo sfavillio dell’universo, mostra la magnificenza della natura e delle sue creazioni ma, poi, sedotta, deraglia e alle onde d’esaltazione si succedono i cedimenti, alle illuminazioni i misfatti, come i disastri ecologici, dovuti all’abuso della tecnica a livello planetario.
L’avvocato Gennaro Famiglietti, ha dato inizio all’evento nella splendida sala del piano nobile di Palazzo Arlotta al Chiatamone, seguito dai saluti ai presenti della presidente “Fromm” Silvana Lautieri e da Annella Prisco.
La giornalista de “Il Roma” Armida Parisi ha introdotto il romanzo cosmico della Sella, frazionato in paragrafi, come le diade buio-luce, maschio-femmina, evidenzianti l’eraclitea opposizione del reale, sinonimo da sempre di complessità e veridicità a cui attingere. Occorre “ascoltare la musica del divenire” ha sottolineato la filosofa e giornalista Rita Felerico, intervenuta per l’occasione, mostrando lo spessore ontologico della parola poetica di Lidia Sella. L’uomo appare frammentato in pezzi, sradicato, giù al fondo di un’esistenza che non possiede e non lo possiede, tuttavia c’è il pensiero che si aggrappa alle parole. Questo per “potenziare la rete delle sinapsi/ha costruito una moltitudine di sosia artificiali,/ un cervello di dimensioni planetarie”, per giungere sino all’ombelico del cosmo, ma, ricorda la poetessa milanese, “se dai neuroni nasce il pensiero che aspira all’eternità dai nostri corpi nasce l’amore”. Non dimentica dell’eros e dell’energia pulsante nell’universo, palesa l’intermittenza del suo cuore che si misura con materia e antimateria, spiritualità e nuda vita. “Per aver troppo visto alla fine si chiudono i nostri occhi”: icastica e lapidaria si muove sull’orlo di un abisso, peregrina tra vita e morte, seria e profonda, scandaglia la tragicità dell’esistere. Il sociologo e critico d’arte Maurizio Vitiello ha ripreso i vari focus d’interpretazione sul mondo presenti in questo libro di accordi universali, che fa dell’esplosione della meraviglia la via della ricerca di un senso ultimo della vita. Quella di Sella è una semantica aperta, è un’empatia dialogante che vuole essere presente nella vita degli altri con temi quanto mai attuali anche per ricercare nuove vie per una più sana e scelta democrazia. Il trumpismo già miete le sue vittime!