L’evoluzione del sistema dei pagamenti digitali

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(foto da Pixabay)

di Ugo Calvaruso

Da diversi anni ormai il mercato dei pagamenti si sta trasformando, grazie ai processi di innovazione in atto, all’introduzione delle nuove tecnologie (come l’e-commerce, i social network, l’Intelligenza Artificiale, la Distributed Ledger Technology, e non solo) e alla pandemia.
Le innovazioni in atto e le nuove tecnologie garantiscono esperienze di pagamento sempre più veloci, semplici e sicure; ma, in aggiunta a ciò, l’emergenza sanitaria degli ultimi anni ha influito sul maggiore utilizzo delle carte nelle transazioni presso i punti di vendita fisici e sull’uso di strumenti per il commercio elettronico (o e-commerce).
Nonostante ciò, l’Italia continua ad avere un forte gap rispetto ai paesi del Nord Europa, come l’UK, nel suo percorso verso la cosiddetta cashless society. Di fatto, rispetto alla media europea (177 transazioni pro-capite nel 2019) continua ad avere una forte distanza (77 transazioni pro-capite nel 2019). Anche se tra il 2015 e il 2019 la cashless society, o meglio ancora l’utilizzo dei pagamenti digitali, è cresciuto del +11% annuo, accompagnato da un decremento dello scontrino medio (da 68€ a 54€), incremento che, soprattutto rispetto agli acquisti online in alcuni settori, è stato a doppia cifra, tra cui +70% nel Food & Grocery e +32% in Arredamento e Home living.
Con l’emergenza sanitaria e le forti limitazioni alla mobilità sociale si è intensificato l’uso dei canali di vendita digitali e degli acquisti online sui siti di e-commerce con pagamenti elettronici (Visco, 2020; Perrazzelli, 2021) e l’utilizzo delle carte nelle transazioni al punto di vendita fisico in sostituzione del contante, definendo nuove abitudini di pagamento (Ardizzi et al., 2020).
“Alla maggiore diffusione e al più intenso utilizzo delle carte nelle transazioni al dettaglio ha contribuito, dal lato dell’offerta, l’accresciuta capillarità dei dispositivi elettronici. Tra il 2014 e il 2019 il numero di POS è pressoché raddoppiato in tutte le macro-aree raggiungendo, alla fine del periodo, valori pari a 6,6 e 7,0 ogni 100 abitanti rispettivamente nelle regioni del Centro e del Nord e 4,5 ogni 100 abitanti nel Mezzogiorno, area del Paese dove la diffusione è comunque minore” (Banca d’Italia, 2021).
Anche se l’area del Mezzogiorno risulta ancora indietro, con gli ultimi interventi normativi sia europei che nazionali è stata data una forte spinta all’uso dei pagamenti digitali da parte degli esercenti. L’offerta dei servizi bancari, infatti, oggi è composta dall’uso e dalla diffusione di dispositivi mobile, app, e non solo, volti a favorire l’interazione tra banche e clientela, semplificando inoltre sempre di più l’esperienza del pagamento digitale, anche per i micro pagamenti.
“Inoltre”, si legge nel rapporto di luglio 2021 della Banca d’Italia, “diminuisce il ricorso al contante nei pagamenti: nel primo semestre 2020, che comprende il periodo di lockdown, i prelievi da ATM sono diminuiti in volume di oltre il 20 per cento su base annua, rispetto al -0,4 per cento dei pagamenti su POS. Nel secondo semestre 2020, che include sia la fase intermedia sia lo scoppio della seconda ondata, vi è un miglioramento dei trend complessivi ma si conferma la contrazione accentuata dei prelievi da ATM, calati del 15,1 per cento su base annua, rispetto ai pagamenti su POS fisici, che invece sono aumentati del 6,6 per cento, sospinti anche dai programmi di incentivo nell’ultimo mese dell’anno” (Banca d’Italia, 2021).
Sono quindi diverse le direttrici su cui il Governo, le Associazioni di categorie e le aziende legate allo sviluppo della cosiddetta cashless society possono focalizzare la propria attenzione nei prossimi anni per la promozione e lo sviluppo dei pagamenti digitali.
Innanzitutto, bisogna continuare a sviluppare un’infrastruttura adeguata che favorisca comportamenti di pagamento “digitalizzati”, ma anche riuscire a ridurre le fee medie applicate agli esercenti, ad esempio riducendo i costi per le transazioni di basso importo o applicando logiche di pricing dinamiche (ossia lavorando su ulteriori sgravi fiscali al raggiungimento di determinate soglie di fatturato convertite in incasso totalmente digitale). Il lavoro va esteso anche alla creazione di customer experience innovative e la progettazione di servizi utili a costituire la cashless society e generare comportamenti digitalizzati capaci di utilizzare differenti canali.