Lettere di Leopardi nella Biblioteca di Napoli: presentazione con il ministro Bonisoli

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In foto Alberto Bonisoli, ministro dei Beni Culturali e del Turismo

La malattia che impedisce di leggere e di scrivere, anche di pensare; e che porta all’unica logica conclusione, la morte come ripiego. E’ il senso della terza lettera che Giacomo Leopardi scrisse all’amico medico Francesco Puccinotti, mentre si trovava a Firenze dove aveva trascorso l’estate. Il poeta recanatese confida anche all’amico, forse il meno conosciuto tra i destinatari delle sue lettere, che persino la filosofia che è rimedio alla noia, “alla fine annoia essa medesima”. Tre lettere scritte da Leopardi tra il 1826 e il 1827 sono ora patrimonio della Biblioteca Nazionale di Napoli, che le ha acquisite il 12 giugno scorso dalla casa d’aste Minerva Auctionis. Tre documenti che si aggiungono al grande patrimonio del poeta conservato nella biblioteca napoletana, quasi l’80 per centro della produzione leopardiana. Gia’ nel 2016 la direzione generale della Biblioteca Nazionale ha acquistata una prima lettera autografa inviata da Giacomo Leopardi a Francesco Puccinotti il 20 marzo 1826, edita da una copia eseguita dal fratello e conservata a casa Leopardi. “Lo studio e l’analisi di questi autografi – spiega il direttore generale delle Biblioteche e Istituti culturali, Paola Passarelli – contribuira’ a fornire ulteriori elementi di comprensione del delicato periodo storico che va dalle conquiste napoleoniche alla proclamazione di Roma Capitale”. La presentazione delle tre lettere, con il ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli, diventa l’occasione per una riflessione piu’ ampia sulla funzione delle biblioteche che “devono essere super, mega, aperte”. “Devono essere una cosa nuova – spiega il ministro – con persone di grande professionalita’. Voglio dei laureati nelle varie discipline e quando lavoreremo per rafforzare gli organici, useremo i concorsi pubblici”. Per il ministro un meccanismo simile a quello delle domeniche gratis nei musei non serve. “Abbiamo bisogno di un turismo di qualita’ – sottolinea – anche con la collaborazione delle altre istituzioni. Penso ai trasporti pubblici, che non sono stati attivati immaginando l’evoluzione dei poli museali”.