L’esiliato Ponomarev: L’uccisione di Dugina? Ho le prove che sono stati i partigiani russi

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“Sono sicuro della loro responsabilità perché mi hanno mostrato le prove. Inoltre mi hanno informato dell’attacco prima che avvenisse. Non mi hanno detto di preciso cosa sarebbe successo, ma di certo intendevano l’attacco. Dopo mi hanno mandato delle foto che possono essere state scattate soltanto dalla persona che ha materialmente eseguito l’operazione. Non posso pubblicarle perché c’è il rischio altissimo di rivelare troppo”. Così Ilya Ponomarev, politico russo in esilio a Kiev in Ucraina, si dice certo che la bomba che ha ucciso Darya Dugina sia stata messa dal gruppo di partigiani russi anti Putin, l’ Esercito repubblicano nazionale. Ponomarev riferisce che i partigiani dicono che l’obiettivo dell’attacco erano sia Aleksander Dugin che la figlia: “Quando hanno premuto il bottone che ha fatto esplodere la bomba vedevano due persone nella stessa automobile. Prima Dugin e sua figlia erano stati visti andare assieme verso l’auto nel parcheggio. Per questo gli operatori hanno pensato che i due fossero ancora assieme”. Quindi a bordo dell’auto di Dugina ci sarebbe stata un’altra persona ma “non ci sono informazioni su di lei o lui, i servizi di sicurezza russi non forniscono alcun dettaglio”. Il dissidente russo afferma di essere “in contatto quotidiano” con i partigiani: ” Ho messo a disposizione il mio canale Telegram per le rivendicazioni, è più sicuro perché io sono in Ucraina – spiega – Da aprile, da quando mi hanno contattato, hanno rivendicato una quarantina di operazioni. Non posso essere uno dei fondatori proprio perché vivo in un altro paese e non sarebbe possibile. Li appoggio così, rilancio i loro messaggi”. Non ci sono “numeri ufficiali” su quanto sia grande l’Esercito repubblicano nazionale ma, spiega ancora Ponomarev “da quando sono in contatto con loro hanno rivendicato operazioni in trentacinque regioni russe. Considerato che la preparazione di questi attacchi necessità di più persone, direi fra le cinquecento e le mille persone”. Ci sono ” altri gruppi di partigiani in Russia, gli anarco-comunisti e altri”, aggiunge dicendo che “certamente” ci dobbiamo aspettare altri attacchi come quello di sabato.