L’errore di non aver sostenuto Gorbaciov fino in fondo

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In foto Anatolij Dobrynin

Luciano Neri su Gente d’Italia ricorda quanto si sia collaborato e lavorato con Gorbaciov. A metà degli anni ’80 ai tempi dell’Ambasciatore russo in USA Anatolij Dobrynin,  Roma chiese aiuto per spiegare all’opinione pubblica, ai media e al corpo politico parlamentare, la sostanza e gli obiettivi della Perestroika e della Glasnost, il progetto di trasformazione radicale fondato sulla trasparenza e sul rinnovamento che aveva promosso in quella che ancora era Unione Sovietica. Gorbaciov si rendeva conto che in quel momento, di fronte alla reazione dell’apparato conservatore dello Stato e del Partito, era fondamentale l’appoggio delle opinioni pubbliche e dei governi del mondo.  Si organizzo’  un seminario con studiosi e diplomatici russi ed europei, che ebbe un grande impatto, ma non poteva certo essere quello l’evento che poteva invertire la strategia negativa dei governi statunitensi ed europei che, nei fatti, elogiano pubblicamente Gorbaciov in pubblico mentre lo lasciavano solo dal punto di vista politico ed economico commerciale. E questo secondo aspetto, nel momento in cui un intero sistema non solo politico ma anche economico, si vede collassare su sé stesso, avrebbe potuto essere accompagnato con aiuti economici finalizzati a sostenere la battaglia riformista di Gorbaciov contro l’apparato del partito e dello Stato e per non scaricare su milioni di persone il peso di una crisi che produce disoccupazione e miseria diffusa. Questo non avvenne, e il collasso dell’economia fu il detonatore utilizzato dai conservatori per alimentare la rivolta popolare e cacciare Gorbaciov. Il disarmo doveva avvenire allora, quando Gorbaciov archiviò il Patto di Varsavia. Non c’era ragione di mantenere in vita apparati militari costosissimi e pericolosi. Invece gli Stati Uniti e l’Europa hanno scelto la strada opposta: se tu disarmi io mi riarmo. Una follia. Arrivò prima Eltsin, e poi, direttamente dal Kgb, Vladimir Putin, nominato personalmente da Eltsin. Il non aver sostenuto Gorbaciov, un democratico e un umanista vero, è stato da parte degli Stati Uniti e dell’Europa un errore tragico che ha prodotto Putin. Putin l’hanno inventato loro, cioè noi, gli Stati Uniti e l’Europa. Il non avere avuto il coraggio di pensare e praticare un mondo diverso, ma avere pensato solo a come dividersi i brandelli di un pezzo di mondo da ammazzare definitivamente, ha determinato la reazione di un popolo che ha sempre avuto nel suo dna sentimenti nazionalistici e imperiali, che tali sono rimasti nei diversi periodi storici. Sia con gli zar, sia con l’Unione Sovietica, sia con la Grande Russia putiniana di oggi. Gli Stati Uniti e l’occidente in generale, sono diventati così autoreferenziali e incolti da pensare che la storia e la geografia non contino niente. E invece contano eccome, e quando meno te lo aspetti ti sbattono in faccia una realtà dolorosa e pericolosa che la tua anestetizzata capacità cognitiva neppure avrebbe mai potuto immaginare. Dopo la sua uscita dalla scena politica, abbiamo costruito con Gorbaciov la sezione Italiana dell’Associazione ambientalista da lui fondata, la Green Cross International, con Guido Pollice e Rita levi Montalcini quali co-presidenti. Una collaborazione che ancora continua. Sappiamo cosa pensa, e sappiamo quale era il suo obiettivo. Gorbaciov ha una sensibilità democratica, sociale e ambientale straordinaria, e su queste basi veramente credeva di poter traghettare l’ormai cadaverico sistema burocratico sovietico verso un sistema finalmente integrato con gli altri Paesi del mondo, Europa e Stati Uniti in primis. Un Paese finalmente fondato su un sistema democratico, su libere elezioni, sul multipartitismo, sul diritto di parola e di associazione, su un’economia sociale di mercato, sulla smilitarizzazione dei rapporti internazionali e sul progressivo smantellamento degli arsenali militari. A partire da quelli nucleari.  Ci credeva veramente, lo capivi da come ne parlava, per l’enfasi e la passione che metteva. E per quella che continua a mettere, coerentemente, continuando a credere che quella del disarmo e della collaborazione resti sempre la soluzione più giusta e positiva per tutti.Si parla adesso sì che fine e che valenza possa avere adesso la diplomazia nel conflitto tra Russia e Ucraina, ma si deve ammettere che una volta aperto lo scrigno degli sbagli diffusi, è difficile chiuderlo specialmente quando tanti blaterano inutilmente e ci di sci che l’occidentalizzazione della Russia è stata favorita fino a quando un certo entourage statunitense ha deciso di mettere Putin nell’angolo e mettere in difficoltà quella parte dell’Europa che aveva fatto affari con Putin, che voleva la via della seta e nel contempo di era offesa quando Tramp ha svolto una politica protezionista allontanando gli USA dall’Occidente.