L’equilibrio del mondo, sempre più difficile da gestire e riposizionare

C’è stato un periodo, circa mezzo secolo fa, in cui l’attenzione di molti autori sparsi sul Pianeta, fu catturata da improbabili rappresentazioni di catastrofi, naturali o provocati dall’umanità, che avrebbero azzerato o quasi ciò che era stato pensato e fatto fino a allora. È passata tanta di quell’acqua sotto i ponti che, se si fossero realizzati anche solo in parte quelle false profezie, oggi buona parte degli uomini di ogni dove sarebbe occupata a pescare o a andare a caccia per poter sopravvivere. Per la prima quella avrebbe dovuto impiegare la lenza con l’amo, per la seconda la lancia ricavata da una canna.I Maya e Nostradamus, in epoche diverse, si dedicarono all’ argomento, suggestionando tanti e convincendo pochi. A voler rimanere con I piedi per terra e fare altrettanto con la mente, non si potra prescindere dal constatare che, fin dalla metà del XX° secolo, è in corso un rapido cambiamento del modo di pensare e di agire dell’umanità in senso lato. Solo perchè è restringendo il campo di osservazione che è più semplice averne immediato riscontro, sarà bene soffermarsi con particolare attenzione sul Paese. Sensa tralasciare quanto ha giá preso forma e quant’altro sta bollendo in pentola  anche altrove. Così, ai tanti problemi già presenti sul posto o in marcia di avvicinamento, gli italiani devono assistere, loro malgrado, a situazioni che non rallegrano lo spirito. Sono quelle che sembrano essere uscite dai romanzi di Leonardo Sciascia, quindi del secolo scorso, o di film coevi come Sbatti il mostro in prima pagina di Marco Bellocchio. Quest’ultimo, restaurato, di recente è stato presentato alla rassegna di Cannes e ha ricevuto un premio anche perché l’argomento trattato è ancora decisamente attuale. Protagonisti e interpreti, dei primi la Classe dirigente, dei secondi gli Italiani in genere.  Sono loro gli artefici del cambiamento sociale in atto nel Paese. Ognuno per il suo, debbono esprimere il pezzo forte della loro attività. Probabilmente quegli artefici non hanno realizzato fino in fondo quanto hanno già fatto. Così, cominciando dal basso e procedendo verso l’alto, oramai non fa quasi più effetto che un’ alunno, anche della prima media, ingiuri e sferri pugni e calci al docente che lo ha rimproverato. In più che chieda ai genitori di affrontare chi ha osato dirgli “non si fa!”, per completare quanto da lui iniziato, cioè a malmenarlo. È così che si sta diffondendo un modo di fare che, nei secoli, ha visto gli alunni subordinati al docente. Di conseguenza, alla fine degli studi, qualcosa di buono, rimaneva in quegli allievi. Detto tra persone di una certa età quelle vicende, ormai quasi quotidiane, restano riprovevoli ma non sono il punto di arrivo di una forma di violenza animalesca. La stessa si sta verificando anche, in Parlamento, dove sempre più rappresentanti degli italiani passano dalle Invettive ai calci e ai pugni. Si potrà aggiungere che un tempo questioni del genere venivano definite  una singolare tenzone o duello che definir si voglia. Tutto ciò dovrebbe sollevare gli animi perché già accaduto e superato. Non si può pertanto affermare che il mondo continuerà a girare come avviene da sempre. Bisognerà prendere alla lettera la canzone italiana più tradotta in altre lingue:il Mondo. L’ autore affermava che non si era fermato mai un momento
Quindi bisogna fare di tutto perché continui così ancora quanto più a lungo è possibile.