Le Terme di Baia come palestra per nuovi metodi di gestione

179

-Ce sapevano fa’ i Romani. – il turista debitamente accessoriato di quanto la tecnologia più avanzata dispone, strizza l’occhio alla propria compagna di un giro turistico che sta mostrando loro le meraviglie dell’antichità, e che include nel pacchetto turistico l’omaggio del solito travaglio per raggiungere i siti d’interesse storico e turistico. Applicazioni per telefoni cellulari spiegano trionfalmente come in “soli” 74 minuti si posa arrivare da Piazza Garibaldi al Parco Archeologico delle Terme di Baia o addirittura “soli” 81 minuti da Piazza Vittoria. Già, in “soli”. Non è un trasferimento, è un viaggio, diciamolo senza vergogna, avremo il premio sfrontatissima onestà! Almeno un ora di viaggio in autobus /cumana/metro, con biblici tempi d’attesa: oh si, questa visita deve proprio essere fortemente motivata. L’area coperta dalle Terme di Baia ha una certa ampiezza, e il viaggio/trasferimento del turista cominciato in maniera piuttosto farraginosa, può incidere sul tasso d’interesse, anche se solo per stanchezza. Un ora e dieci minuti tra autobus, metro o Cumana, tempi d’attesa, folla, zero posti a sedere sono ben diversi da un ora in poltrona sul treno superveloce per Roma. Che si fa si consiglia una visita alla città eterna? Il sito non è piccolo, è di enorme attrattività e non per niente fu definito “la piccola Roma”. Tre livelli di terme, le aree dedicate alle divinità non in quanto luoghi di preghiera quanto invece per le funzioni cui gli spazi erano adibiti, Le cisterne, il sovrapporsi degli usi di questi spazi nel tempo, il settore della Sosandra (Afrodite Sosandra oggi al Museo Archeologico di Napoli). La visita ha tutte le potenzialità per essere un esperienza da ricordare. C’è il mistero, ci sono gli antichi culti, c’è la guerra e l’uso quale rifugio delle cisterne, ma tutto questo, a meno di visite guidate, rimane quasi un segreto per il turista non accompagnato che passeggia tra rovine in pietra più o meno supportato da qualche sporadica informazione. La visita a un bene culturale deve essere un esperienza a prescindere dal supporto di una guida che non può essere la condizione indispensabile alla comprensione. L’attenzione del turista anzi, deve essere stimolata al punto che egli voglia desiderare le spiegazioni di un esperto per rendere più completa la sua esperienza. L’emozione, però non proviene solo dalle capacità narrative di un professionista . La gestione di un luogo prevede anche che si studi metro per metro ciò che un visitatore possa cogliere di un sito, che s’individui passo dopo passo il modo per suscitare emozione. La risposta agli stimoli ricevuti può essere allora la guida. C’è una bella differenza però tra l’essere costretti e lo scegliere l’ausilio di un accompagnatore esperto. La comunicazione gioca un ruolo fondamentale: la prima emozione, il primo sprone arriva dalla comunicazione che non solo deve essere adeguata alle diverse tipologie di preparazione dell’utenza, ma deve rivolgersi principalmente alla popolazione locale in modo che il patrimonio non sia considerato solo una rendita di posizione ma qualcosa di proprio. Nella Villa romana di Lullinstone, proprio nella villa e non in una spoglia saletta a parte, sono stati sistemati cartelloni dove sono raffigurati i vestiti delle signore di quei tempi ed i bambini seduti sulle panchette disposte davanti possono divertirsi a colorare cartoncini dove queste figure sono solo delineate. Luci diverse per ogni ambiente, un avvincente video (un film completo di sottotitoli) con ricostruzioni al computer: ecco come un’antica villa romana in Inghilterra, non più interessante di centinaia di altre su suolo italiano, è stata trasformata in un irrinunciabile tappa turistico culturale. Invece di arroccarci dietro convegni che sono autoapologie, lamenti e singhiozzi per risorse economiche non ricevute, bisognerebbe semplicemente studiare per imparare le tecniche per una gestione vincente. D’altronde qualche “illuminato” c’è e il suo lavoro imperfetto, revisionabile quanto si vuole, è però la prova provata della fondatezza i certi metodi.