Le tensioni con l’Europa un grave errore per l’Italia

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in foto Mario Draghi e Ursula von der Leyen

Riproponiamo l’articolo di Ermanno Corsi apparso sul Roma di martedì 17 settembre all’interno della rubrica Spigolature

di Ermanno Corsi

Rischiamo di rimanere isolati proprio mentre si stanno delineando nuove prospettive economiche e sociali. Pensiamo che nella maggioranza, e nel Governo che essa sostiene, tutti ne siano responsabilmente consapevoli? C’è una posizione netta e chiara da prendere sul Rapporto che Mario Draghi (già Presidente della Banca Centrale europea e da noi Premier di un Governo di Unità nazionale) ha predisposto su incarico proprio della Commissione europea presieduta dalla riconfermata Ursula von del Leyen. O mettere insieme 7-8 miliardi anno per anno (una massa di denaro equivalente a due Piani Marshall) per gli investimenti che occorrono anche per fermare la crescita dei debiti nazionali (e l’Italia è ai primi posti), oppure i 27 stati dell’Unione fanno collettivamente un “salto nel buio”.

UN VERTICE DISUNITO.E’ quello che da Palazzo Chigi dovrebbe indicare la linea da seguire sul Rapporto di super Mario. C’è invece disaccordo. Giorgia Meloni non perde tempo a dichiarare che non si può non condividere la maggior parte dei suggerimenti, a cominciare dalle risorse necessarie per “far funzionare le strategie che la Ue individua di continuo ma che poi dimentica di perseguire”. A ribadire il consenso dei Fratelli d’Italia ci pensa, subito dopo la premier, il capo delegazione a Strasburgo Carlo Fidanza: iL rapporto serve a superare la dannosa ideologia ultra-ambientalista e antindustriale: servono pragmatismo, efficienza, tempestività. Non perde tempo invece la voce della Lega a scendere in campo: per Claudio Borghi ogni riga del Rapporto rappresenta un pericolo per l’Italia; chi parla è un fedele seguace di quel Matteo Salvini, abile faccendiere quartierario, convinto che serve “più Italia in Europa e meno Europa in Italia”. Apre invece alla svolta Forza Italia con Tajani specie per il sì al nucleare per ridurre il costo dell’energia.

RAFFAELE FITTO FRA SI’ E NO. Oggi giornata decisiva. La presidente von del Leyen proclamerà la nuova Commissione, il Governo dell’Unione. L’Italia quale posto avrà con Raffaele Fitto: solo Commissario in un Ministero di peso o anche vicepresidente operativo? Quando tutto sembrava deciso così, tutto è stato rimesso in discussione. Sostanziali veti da parte di socialisti, Verdi e liberali determinanti nella maggioranza che governa Bruxelles e Strasburgo. Obiezioni verso l’Italia: troppo condizionata dal sovranista Orban e dalla nazionalista Le Pen. A grande merito di Fitto – nostro ministro ai Fondi europei, Sud e Coesione nazionale – gli apprezzamenti espressi dal sindaco di Napoli Manfredi, dal presidente della Regione De Luca e da Umberto Ranieri figura di spicco della cultura di sinistra (“votare Fitto prova di maturità del Pd”).

QUER PASTICCIACCIO BRUTTO…Prendiamo solo la prima parte del titolo che Carlo Emilio Gadda scelse per il suo libro più famoso. Parte che, in tutt’altro contesto, ben si adatta alla situazione in cui versa Palazzo Chigi riguardo alla criminale aggressione di Putin all’Ucraina. La premier Meloni ribadisce ogni volta il sostegno dell’Italia a Kiev “fino a quando non sarà raggiunta una pace accettabile da chi è stato aggredito”. Non precisa però se ci sono limiti all’uso delle armi che dal nostro Paese vengono inviate. Esplicito il vicepremier, e ministro degli Esteri, Tajani: armi solo difensive e non utilizzabili per sconfinare nel territorio russo. Come dire che due pugili sono sul ring, ma non alle stesse condizioni. Il pugile Putin può scaricate come, quanto e quando vuole micidiali missili a catena, massacrando uomini e città. Il rivale può solo scansare i furiosi attacchi se ci riesce, ma senza poter prendere controiniziative perché ha le mani legate dietro alla schiena. Caro Tajani: è questo il Diritto internazionale? Per Salvini si sa che è un putiniano sfegatato a causa di interessi materiali più volte segnalati, ma anche per una coincidente visione autoritaria, sopraffattrice e trumpiana delle cose (ha detto Kamala Harris: “Se Trump fosse presidente dell’America, Putin starebbe seduto a Kiev con gli occhi puntati sull’Europa”).A Verona, ai Presidenti dei Parlamenti 67,Sergio Mattarella ha ribadito che l’aggressione russa cerca di distruggere ciò che nel tempo abbiamo costruito: un ordine internazionale fondato su diritto, dialogo, pace, valori condivisi.

I MIGRANTI E IL PROCESSO A SALVINI. Agosto 2019. L’attuale vicepremier in quel mese di 5 anni fa era ministro dell’Interno. A 147 migranti venne impedito di sbarcare dalla nave Open Arms e di toccare il suolo di Lampedusa. Subito l’accusa: sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio (richiesta la condanna a sei anni…).Per i pm la decisione del ministro era del tutto personale e “andava oltre la linea politica del Governo presieduto da Giuseppe Conte”. All’avvocatessa Giuliana Bongiorno non manca certamente la capacità di far valere le ragioni dell’allora ministro dell’Interno. Conte, che era premier, ha scaricato tutto su Salvini. Possibile che non sapesse cosa stava accadendo? Perchè non ha richiamato il ministro a un “comportamento più compatibile” con la linea governativa? Perchè non processare tutto l’Esecutivo a cominciare proprio dal premier Giuseppe Conte? Questo interrogativo dovrà pur avere una risposta.