Le priorità del nuovo ambasciatore degli Usa in Italia

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Jack Alan Markell, consigliere e amico personale del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, è stato scelto dal presidente Usa come prossimo ambasciatore americano in Italia. Dell’imminente nomina si vociferava da giorni al Senato americano, anche perchè apre un giro di poltrone tra cui quella di ambasciatore presso l’Osce a Parigi anche se i tempi precisi dell’arrivo del nuovo rappresentante Usa a Roma non sono ancora precisati. Sessantatré anni, membro del Partito democratico, Markell è l’attuale ambasciatore degli Stati Uniti presso l’Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico, incarico che andrà all’ex senatore Sean Patrick Maloney, capo della campagna dei democratici per le elezioni dell’anno scorso. Markell è stato governatore del Delaware, lo stato di Biden, dal 2009 al 2017 ed ha anche lavorato come coordinatore della Casa Bianca per l’operazione Allies Refuge, con la quale il governo degli Stati Uniti ha portato a casa alcuni civili afgani a rischio, come interpreti e impiegati dell’ambasciata americana, dopo il ritiro militare dall’Afghanistan. Una su tutte, a quanto trapela da fonti di Washington, la motivazione che ha spinto Joe Biden a circondarsi di un fedelissimo di tale livello (molto amico del figlio Hunter) per la capitale italiana: blindare l’Italia affinché non accetti il rinnovo della via della seta con la Cina e, una volta ottenuto il no, organizzare il tanto agognato viaggio di Giorgia Meloni negli Stati Uniti. Perché il vero motivo per il quale Giorgia Meloni non è ancora volata a Washington è proprio questo: la Casa Bianca vuole il no dell’Italia messo nero su bianco. «l’Italia è l’unico paese del G7 ad aver aderito a tale accordo con la Cina, un vulnus che in questo momento la comunità internazionale filo occidentale non può permettersi», spiegano ambienti vicinissimi al dipartimento di stato. Insomma, altro che Artem Uss. Il vero rispetto ai continui rinvii della visita ufficiale della presidente del Consiglio italiana negli Stati Uniti è perché si teme che, alla fine, l’Italia possa trovare una soluzione morbida con la Cina di XI Jinping. Italia dunque attenzionata speciale da parte degli Stati Uniti. Piace la solidità con cui il governo sta sostenendo l’Ucraina ma a Washington continuano a fidarsi molto poco di Lega e Forza Italia. E adesso con la possibile offensiva dell’esercito di Zelensky nei confronti di Mosca (che certamente procurerà qualche mal di pancia tra gli alleati di Giorgia Meloni) e la decisione da prendere nei prossimi mesi in merito al rinnovo o meno dell’accordo con la Cina, per gli Stati Uniti era necessario blindare il bel Paese.