Le piaghe d’Italia

Per la maggior parte degli italiani quanto si sta verificando da un po’ di tempo sull’intera superficie del pianeta, in particolare nei confini del Paese, riporterà alla mente, soprattutto di quella dei cattolici, i castighi che Dio mandò all’ Egitto, le cosiddette piaghe. Regnante li il faraone Ramsete, questi ostacolò l’esodo degli ebrei al seguito di Mosè. Dio lo punì facendo si che in quel luogo, l’Egitto, si verificassero terremoti, alluvioni e carestie. Questa la leggenda, mentre, in Italia in particolare, da qualche anno si stanno esprimendo le stesse manifestazioni della natura, non sempre madre, molto spesso matrigna. Anche l’ordine di importanza é rispettato, quindi è rimasto lo stesso così come riportato avanti. Quelle che, laicamente, sono definite “disgrazie naturali”, si stanno presentando ora sul suolo del Paese con frequenza sempre maggiore, quindi con intervalli per poter riparare i danni o porre rimedi contro i prossimi venturi, sempre più brevi. Stando così le cose, almeno un terremoto, talvolta più di uno, all’anno si manifesta. Altrettanto accade per le alluvioni, l’ultima, quella in Romagna, che al momento sta ancora dando segno di se pesantemente. Ultime di quel tipo di disgrazie solo come citazione, non certo per gravità, sono le carestie. Oggi vengono definite “scarsità eccessive e prolungate di nutrimento”. Mentre fino a qualche anno fa, non molto lontano nel tempo, erano di casa soprattutto nelle organizzazioni sociali meno avanzate, oggi purtroppo si fanno sentire anche nei paesi industrializzati e l’Italia è tra questi. È quasi imbarazzante dover ammettere che, all’ inizio del terzo millennio, dopo quanto età accaduto settanta anni prima a causa della guerra, sulle tavole di molti italiani sia venuto a mancare quanto occorre per nutrirsi. Quindi, in questa considerazione, non compaiono nemmeno come contorno simbolico i cibi elaborati, ma solo pasta, pane, frutta e verdura. Quindi, in teoria, essendo prodotti di base, pertanto poco elaborati, sarebbe facile dare a sé stessi risposte al perché stia accadendo tutto ciò, del tipo “tali fenomeni ciclici prendono origine da eventi naturali, che l’uomo non può in alcun modo fronteggiare”. Se davvero così fosse, la popolazione si sentirebbe autorizzata a comportarsi come le pare, tanto, nel confronto con la natura, le disgrazie accadrebbero ugualmente. Essa sta alle popolazioni del mondo come il banco in un gioco di carte sta ai singoli giocatori. Secondo il teorema del matematico veneziano Bruno De Finetti, nel tempo Madre Natura ha da sempre l’ ultima parola in merito e, se non é stato usato nei suoi confronti il dovuto fair play, non la esprime certamente con voce garbata. Ciò accadeva già nei primi anni ‘ 60 e qualche anno dopo avrebbe detto in merito la sua un altro insigne matematico, questa volta napoletano, Renato Caccioppoli. Questi si dedicò all’applicazione della matematica al fine di prevedere e quindi prevenire gli eventi estremi che, senza scadenza precisa, tormentavano il pianeta fin dalla sua origine. Resosi conto che la sola sua scienza poteva dare solo risposte parziali alle tante domande che corredavano il problema, preferire impiegare il suo genio ragionando “ex adverso”, modo eletto per affrontare dal punto di vista matematico la problematica in oggetto. Formulò al riguardo una teoria che non è stata mai smentita, che, riassunta al minimo, vale che la natura tollera gli affronti dell’umanità fino a un certo limite, dopodiché spedisce a chi li aveva posto in essere, il conto con gli interessi. Tra tali affronti includeva le dighe, gli argini artificiali a tutto ciò che era di pertinenza dei mari, dei fiumi e dei laghi, delle cave e del loro abbandono una volta esaurite nonché molti altri comportamenti simili.
Si fermò all’ elaborazione di quei concetti e, almeno per quanto è dato di sapere ai comuni mortali, sviluppi importanti, fino a oggi, non ne sono stati fatti. La questione è talmente spinosa che minaccia di incidere sul normale modo di vivere delle prossime generazioni. Stando così le cose, il problema si rivela non risolvibile interamente, fino alle sue radici. C’è da considerare infatti un altro effetto di quella che si può definire la madre di tutti i problemi che scaturiscono dal comportamento poco ortodosso degli uomini. In una trasmissione televisiva della metà degli anni ’60, era presente nello studio una delegazione di contadini maremmani invitati per dire la loro sulla costruzione dell’Autostrada del Sole. Quello tra di loro più avvezzo all’uso del microfono si limitò a far notare ai giornalisti e agli altri addetti ai lavori che i terreni espropriati non avrebbero più prodotto grano, causa la realizzazione su di essi delle opere In cemento armato e altro. Inoltre a non produrlo in loco e a non compensare la diminuzione del raccolto seminando altrove, significava raddoppiare il danno. All’ epoca quegli agricoltori furono trattati con sufficienza, quasi derisi. Sarebbe interessante riproporre quella trasmissione di questi tempi. Difficilmente i protagonisti, diretti interessati, sarebbero trattati come allora. È meno male!