Le novità della manovra 2025 in tema di tassazione: un’analisi delle opportunità per cittadini e imprese

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a cura di
Michele Di Fiore, Presidente C.A.T. Napoli
Gennaro Nunziato, Segretario C.A.T. Napoli

La Manovra 2025 introduce cambiamenti significativi nel sistema fiscale italiano, concentrandosi sulla semplificazione delle aliquote IRPEF, sul sostegno al reddito e su nuovi incentivi per le imprese. Queste misure mirano a rendere più efficiente il sistema e a sostenere la ripresa economica, ma richiedono un’attenta implementazione per garantire risultati concreti. In questo contributo, analizzeremo le principali novità.
Aliquote IRPEF semplificate: verso un sistema più leggibile
La Manovra 2025 conferma l’imposizione fiscale sulle persone fisiche, introdotta in un primo momento soltanto per il 2024 – riducendo a tre gli scaglioni IRPEF: 23% per redditi fino a 28.000 euro, 35% per quelli tra 28.000 e 50.000 euro, e 43% per i redditi superiori.
Questa semplificazione appare positiva in termini di leggibilità del sistema fiscale, ma resta da valutare se il passaggio a tre aliquote sarà accompagnato da un’effettiva riduzione della pressione fiscale per i contribuenti medi. Il rischio è che il beneficio sia limitato a specifici scaglioni di reddito, lasciando sostanzialmente invariata la pressione sui redditi più bassi o più alti a causa delle riduzioni delle detrazioni.
Misure per il sostegno al reddito
La “no tax area” viene estesa fino a 8.500 euro per i lavoratori dipendenti, equiparandola a quella dei pensionati. Inoltre, ai lavoratori con reddito fino a 20.000 euro viene riconosciuta una somma esente dall’IRPEF, calcolata con percentuali che variano in base al reddito. Per redditi fino a 8.500 euro è del 7,1%, fino a 15.000 euro del 5,3%, e per redditi superiori a 15.000 euro del 4,8%. I lavoratori con reddito tra 20.000 e 40.000 euro possono ricevere una detrazione variabile, fino a 1.000 euro per redditi fino a 32.000 euro, che decresce fino ad azzerarsi a 40.000 euro. Le somme e le detrazioni sono riconosciute automaticamente dai sostituti d’imposta al momento della retribuzione, senza richiesta da parte del lavoratore. In caso di accertamento di non spettanza, il recupero avviene in rate.
Queste misure vanno nella giusta direzione, soprattutto per i redditi più bassi, aumentando il potere d’acquisto in un contesto economico ancora segnato dall’inflazione. Tuttavia, l’efficacia sarà determinata dalla chiarezza dei meccanismi applicativi: il calcolo automatico da parte dei sostituti d’imposta semplifica le procedure, ma il recupero in caso di errori potrebbe generare disagi per i lavoratori.
Incentivi per imprese: proroghe e nuovi fondi per la competitività
La manovra proroga il credito d’imposta per le PMI che si quotano fino al 2027, con limiti rivisti per ciascun anno. Inoltre, introduce un contributo in conto capitale per chi ha usufruito del credito d’imposta per ricerca e sviluppo e aderisce alla procedura di riversamento entro il 31 ottobre 2024. È previsto anche un incremento dei fondi per la “nuova Sabatini”, con un aumento di 400 milioni di euro nel 2025 e altri stanziamenti fino al 2029.
Gli incentivi mirano a sostenere il tessuto produttivo, con un focus su ricerca e sviluppo e investimenti in beni strumentali. La proroga del credito per le PMI che si quotano è positiva, ma il tetto massimo per il 2025 (6 milioni di euro) potrebbe limitare l’accesso rispetto ad  un numero maggiore di imprese interessate. L’incremento dei fondi per la “nuova Sabatini” è particolarmente apprezzabile, soprattutto per le micro e piccole imprese, ma sarà fondamentale monitorare la velocità di erogazione dei finanziamenti, che in passato ha rappresentato un collo di bottiglia.
Bonus edilizi e tracciabilità: un equilibrio tra incentivi e controllo
La normativa aggiorna il quadro delle agevolazioni sui bonus edilizi, estendendone l’applicabilità per le spese sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027. Tra le principali modifiche:
1. Superbonus (art. 119 del D.L. n. 34/2020): limitato agli interventi avviati entro il 15 ottobre 2024 per il 2025;
2. Detrazioni base (TUIR art. 16-bis): per il 2025-2027 l’aliquota viene ridotta al 30%, anziché le percentuali più alte previste fino al 2024; Con riferimento alle agevolazioni di cui all’articolo 16, comma 1, del citato del decreto-legge n. 63 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 90 del 2013, si prevede una proroga dell’innalzamento delle aliquote previste dall’articolo 16-bis del TUIR per le spese sostenute negli anni 2025, 2026 e 2027. Le aliquote sono quindi stabilite, per l’anno 2025, al 50 per cento nel caso in cui gli interventi siano realizzati dai titolari di diritto di proprietà o di diritto reale di godimento sull’unità immobiliare adibita ad abitazione principale e al 36 per cento negli altri casi. Per gli anni 2026 e 2027 le aliquote sono fissate, rispettivamente, al 36 per cento e al 30 per cento.
3. Ecobonus (art. 14 D.L. n. 63/2013): aliquote di detrazione stabilite al 50% per il 2025, al 36% per il 2026 e al 30% per il 2027. Riguarda tutti gli interventi agevolati, inclusi quelli su edifici condominiali e quelli congiunti a interventi di riduzione del rischio sismico;
4. Sisma bonus (art. 16 D.L. n. 63/2013): aliquote fissate come per l’Ecobonus e proroga valida anche per interventi significativi come demolizione e ricostruzione di edifici per riduzione del rischio sismico.
5. Bonus mobili: proroga per il 2025, con un limite di spesa detraibile di 5.000 euro.
In generale, per le detrazioni è confermato un limite massimo di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare, con riduzioni progressive delle aliquote per gli anni successivi.
La proroga dei bonus edilizi rappresenta un’opportunità per continuare a stimolare il settore delle costruzioni, ma le limitazioni temporali potrebbero scoraggiare alcuni interventi, soprattutto quelli con una fase preliminare complessa. Una maggiore flessibilità potrebbe garantire un impatto più ampio sul mercato.
Nuove regole prevedono che i costi di trasferta e di rappresentanza saranno deducibili soltanto se il pagamento è avvenuto con mezzi tracciabili. Inoltre, per reprimere fenomeni di evasione è previsto un collegamento automatico dei pagamenti elettronici ai registratori telematici. Questa misura rafforza il controllo e la trasparenza fiscale, incentivando l’uso di strumenti tracciabili. Tuttavia, potrebbe gravare sugli esercenti in termini di costi di adeguamento. Sarà utile prevedere agevolazioni per la digitalizzazione e una fase transitoria per evitare disagi.
In conclusione, l’efficacia della manovra dipenderà dalla capacità di gestire con attenzione l’attuazione delle misure. Un monitoraggio costante e una revisione tempestiva delle criticità saranno essenziali per garantire che le riforme producano i benefici attesi.