Le Langhe patrimonio dell’Umanità. E Ischia?

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Le Langhe: Patrimonio dell’Umanità, secondo l’Unesco. Domenica 12 novembre, prima delle tragiche inondazioni, sono stato a Barolo. Ospite di Sergio Chiamparino, orgoglioso anche nella sua qualità di Presidente della Regione Piemonte. Eravamo a Barolo, patria esclusiva del “barolo”, vino strepitoso soprattutto quando l’annata è giusta, come quella del 2007, che ci è stata presentata da Maria Teresa, la produttrice. Al netto di Sergio, che mostrava, compiaciuto, le foto della sua partecipazione attiva alla vendemmia recente, che pure si annuncia importante, in quella bella giornata di sole abbiamo potuto ammirare, e godere il paesaggio meraviglioso dalle colline sinuose, arricchite di filari perfetti con le viti ancora vestiti dalle foglie, che di lì a poco la violenza della natura avrebbe spogliato. Tutto era tranquillo, riposante ed il racconto, meglio la narrazione, del ristoratore e di due produttori, faceva da “musica” a quel paesaggio, prima che il tartufo con il suo profumo pregnante si impossessasse dei nostri sensi e li conquistasse. Così il pensiero è andato subito alla mia Isola. Ho pensato, e poi ho raccontato anch’io: 50 anni fa l’isola d’Ischia era avanti alle Langhe rispetto ai singoli parametri di valutazione. Panorama mozzafiato, terreni coltivati sapientemente, ben tenuti, fin sotto l’Epomeo, con un prodotto, il nostro vino, di assoluta eccellenza. In più un’archeologia rurale unica, forse, al Mondo: le parracine, le case di pietra, le fosse della neve. Tutto questo inserito in un contesto estetico, anch’esso unico: il mare, i boschi di castagno, le pinete, la macchia mediterranea, rocce di tufo dalle cui pendici si affacciavano le suggestive fumarole, le acque ed i parchi termali. Ed una frequentazione da fare invidia: dopo Vittoria Colonna ed Ibsen, Auden e Truman Capote, Walton ed Henze, fino a Luchino Visconti, Alberto Moravia, Elsa Morante, Enzo Siciliano. Con i grandi archeologi Buchner padre e figlio, ma anche Don Pietro Monti, che scoprirono e nostre origini di prima colonia greca dell’Occidente, Pithecusa, e ci “regalarono” quel dono inestimabile che è la Coppa di Nestore. Poi è arrivato il turismo di massa, che di per sé non è una maledizione! Ma la interpretazione che gli Isolani ne hanno data è stata simile a quel giocatore, che avendo vinto una grossa cifra al Totocalcio se la è bruciata in qualche mese di bagordi. Per fortuna, e questo ho ribadito, nonostante la mano dell’uomo, la nostra Isola è ancora bellissima e conta dei sinceri ammiratori, come certamente è Sergio Chiamparino, che, con la moglie Anna, è nostro frequentatore abituale. Però Ischia non è patrimonio dell’Umanità. E questo è un vero peccato.
 
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Sono felice che, da persona responsabile e da statista autentico, Romano Prodi abbia dichiarato che al Referendum voterà Si. Ne avevamo parlato, ora lo posso dire, durante la bella giornata che abbiamo trascorso insieme, domenica 5 maggio a Bologna. Con Anna e la moglie Flavia. Naturalmente ha espresso le sue riserve, condivisibili, su alcuni aspetti della Riforma, come pure su alcune prese di posizione di Renzi, ma tutto questo, compreso, aggiungo io, alcuni “maltrattamenti” ingenerosi subiti, non ha fatto velo sul suo senso di responsabilità, anche verso la pubblica opinione europea e mondiale, e sulla sua doverosa testimonianza in questo passaggio, denso di incognite per il Paese. Rispetto al quale il suo Si al Referendum avrà il suo peso, non solo per la chiarezza della sua posizione. Chapeau: una ragione di più per il mio Si al referendum di domenica.
 
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In questo “pellegrinaggio” al nord, in occasione dell’annuale incontro con i vecchi, ormai il termine è appropriato, amici del Collegio Augustinianum della Cattolica, ho “accontentato” anche il desiderio della famiglia che ci ospita, tutta tifosa del Milan. Così, auspice l’amico Maestripieri, Direttore del Regina Isabella, ho portato nonno, figlio e nipote a Milanello per incontrare un affabile e disponibile Vincenzo Montella, cittadino anche lui di Forio, che ho invitato per un brindisi con il nostro buon vino questa estate a Forio. Non senza avergli fatto i complimenti per i risultati che sta ottenendo con una squadra giovane e, per fortuna, molto italiana. Inoltre ho regalato la fotografia del Milan del 1957/58, di cui era Presidente Andrea Rizzoli, che venne ad inaugurare il Campo Sportivo di Forio, che Angelo Rizzoli aveva donato agli sportivi di Forio e di Lacco Ameno. Era il Milan di Liedholm, Bredesen, Galli-Testina d’oro.
 
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Il Sindaco di Napoli, Presidente del Consiglio di Amministrazione del Teatro Di San Carlo, alla vigilia della inaugurazione della stagione lirica, con L’Otello di Gioacchino Rossini, ha inteso avviare una sorta di minacciosa “istruttoria” sul comportamento della Sovraintendente Rosanna Purchia e della responsabile del Marketing del nostro Massimo, Emanuela Spedaliere, per verificare, questa è l’accusa, se hanno in qualche modo partecipato, direttamente o indirettamente, ad iniziative a favore del Sl’ al Referendum di domenica 4 di dicembre. Un fatto di inaudita gravità, che lede la libertà di opinione e di espressione di due Serie e valenti professioniste, ad opera del massimo rappresentante dell’Ente per il quale le due manager lavorano. Il fatto, e questo è altrettanto grave, salvo qualche sparuta eccezione, è che poche voci si sono levate nella nostra città per denunciare questo intollerabile comportamento del Sindaco. Don Benedetto Croce avrà di che stupirsi. C’è di più: se questa intolleranza, che mette in serio pericolo l’esercizio dei propri diritti civici, è una cifra distintiva di alcuni esponenti del NO, come il Sindaco di Napoli, c’è veramente da essere preoccupati in caso di vittoria di quel fronte. Meraviglia, in questo silenzio greve, come Stefano Caldoro, autorevole esponente del fronte del NO come il Sindaco di Napoli, non abbia sentito il bisogno di reagire di fronte ad un chiaro attacco alla libertà di espressione. Lui, figlio dell’antica cultura socialista e libertaria, che proprio sulla diversa opinione del modo di intendere il ruolo del San Carlo sancì la rottura, anche istituzionale, Con il Sindaco di Napoli, al quale pure aveva dato una concreta mano, finanziando, come Presidente della Regione, iniziative molto opinabili, come i costosissimi “allenamenti” della Coppa America. Lo stesso si dica per Mara Carfagna, che pure è esponente della opposizione nel Consiglio Comunale di Napoli. Può la Comune appartenenza ad un fronte referendario far perdere di vista la difesa di diritti fondamentali, quando adattacarli sono esponenti dello stesso, proprio, schieramento? A me sembra davvero intollerabile. Ci pensino Stefano Caldoro e Mara Carfagna.